Gli Stati Uniti hanno chiuso una ventina di ambasciate in Africa del nord, Medio Oriente e nel sud asiatico, da giovedì 11 agosto sino ad oggi, sabato 10.
Questa chiusura è stata ordinata per un presunto pericolo di attentati terroristici da parte di Al Qaeda.
Il Congresso nordamericano, conoscendo i comunicati che hanno motivato la misura di sicurezza, ha applaudito l’atteggiamento della Casa Bianca, ma singolarmente, sono state le dichiarazioni di Obama a far capire che le informazioni sui presunti piani di attacchi terroristici sono state ottenute partendo dalle intercettazioni fatte dai servizi d’intelligenza, ai indirizzi di posta elettronica ed ai messaggi dei leaders di Al Qaeda.
Nel mezzo delle critiche sul ciber spionaggio degli Stati Uniti, questa dichiarazione, detto chiaramente, “puzza di bruciato”.
Legittimare il ciber-spionaggio Senza apportare prove nè dati concreti, solo con l’argomento della intercettazioni nella posta elettronica e nei messaggi di Al Qaeda, gli Stati Uniti hanno fatto suonare l’allarme degli attentati terroristici.
Ma l’allerta è giunta proprio quando l’estensione e l’efficacia del ciber-spionaggio denunciato dall’ex analista della CIA, Edward Snowden, sono state condannate da una buona parte del Congresso e della società statunitense, senza contare il resto del mondo.
L’ordine di chiudere una ventina di ambasciate di fronte ad un presunto piano terrorista sembra proprio un tentativo per legittimare l’oscuro affanno di spiare ogni accesso ad Internet ed ogni chiamata telefonica.
Va giustificata agli occhi della gente la vergognosa vigilanza, anche se per questo si deve gridare: “Chiudete la porta che arriva Al Qaeda!”( RR/ Traduzione Granma Int.)
L’Avana. 10 Agosto 2013