#Cile L’Istituto Nazionale per i Diritti Umani ha lavorato duramente durante i giorni di mobilitazione, non solo nella regione metropolitana, ma in tutto il Cile. In questo modo, ha raccolto un gran numero di denunce contro il coprifuoco decretato dal governo di destra filostatunitense di Piñera.
Ad esempio, l’NHRI è stato in grado di registrare “storie di detenuti spogliati forzatamente, abusi fisici e verbali, percosse, ritardi da parte della polizia nel portare i detenuti alla stazione di polizia, mantenendoli nei furgoni con scarsa ventilazione e sovraffollati, per lunghe ore”.
Fino a martedì gli arresti erano 1.601, tra cui 185 bambini e adolescenti e 331 donne, i feriti erano 269. Il fattore comune tra questi è che le lesioni sono state causate da pallini di piombo e/o da lacrimogeni.
Nudità e violenza contro i minori
Finora l’NHRI ha presentato 30 azioni legali per casi di violenza causata da agenti dello stato.
Uno di questi casi è quello di Eliazer Flores Cáceres, che ha perso il bulbo oculare. Ha ricevuto un lacrimogeno nell’occhio destro venerdì nel centro di Santiago. Riferisce di essersi recato nel centro di cura dove è stato curato ed è stato ricoverato immediatamente.
Un fatto che è stato anche ripetuto ed è stato osservato dai funzionari dell’NHRI, è che gli agenti di polizia, dopo aver arrestato un gruppo di persone, per un presunto saccheggio, gli hanno spruzzato direttamente in faccia il gas urticante al pepe, oltre a lanciare una bomba lacrimogena all’interno della cella in un’altra stazione di polizia a Santiago del Cile.
Sono stati segnalati vari abusi nella dodicesima stazione di polizia di San Miguel dove un gruppo di adulti, giovani e minori sono stati portati dalla polizia civile in una stanza senza telecamere. Lì, secondo i rapporti ricevuti dall’NHRI, uno dei bambini è stato preso a pugni nello stomaco, lasciandolo senza fiato.
Viene anche registrato l’arresto di un giovane che aveva partecipato alla protesta circa un’ora prima vicino alla stazione di polizia: la denuncia sostiene che è stato denudato e picchiato, mentre un altro è stato preso a calci in faccia.
Anche uno zio con suo nipote sono stati fatti denudare in una stazione di polizia per poi assumere delle posizioni particolari col proprio corpo senza vestiti (sentadillas).
Violenza a sfondo sessuale contro le donne
Insieme a questi casi, attira l’attenzione la violenza a sfondo sessuale contro le donne nelle stazioni di polizia, contenuta nelle storie trovate in diverse denunce presentate dall’Istituto.
Una di queste è quella della donna delle iniziali C.N.L.P., il cui incubo è iniziato quando domenica era in un supermercato nel comune di Peñalolén. La vittima è stata arrestata da agenti della scuola di Telecomunicazioni dell’esercito cileno per la sua presunta partecipazione a un crimine di rapina in un luogo disabitato con un gruppo di circa 50 persone. La donna afferma di essere stata messa a terra con le mani immobilizzate dietro la schiena, usando legature di plastica, dopodiché gli hanno puntato alla testa l’arma di servizio e l’hanno messa con la faccia in terra sulla spazzatura, dicendole che se si fosse mossa, le avrebbero sparato. Poi hanno iniziato a toccarle il corpo con il fucile minacciando di penetrarla con l’arma.
Oltre a ciò, si informa che ciò accadeva in presenza delle altre donne detenute, anch’esse immobilizzate e con la faccia a terra, mentre i funzionari dell’esercito le prendevano in giro e le filmavano, eseguendo registrazioni audiovisive di ciò che succedeva.
https://www.elciudadano.com/…/la-amenazaron-con-pene…/10/23/