Condanne del gup di Milano per un gruppo vicino alla cosca “Ruga-Loiero-Metastasio”. Le pene più alte per i figli del boss Loiero
MILANO Condanne per un totale di circa 210 anni di carcere e la confisca di 1 milione e 150 mila euro in contanti, di un lingotto in oro da oltre un chilo e di una villa con due box a Trezzano sul Naviglio. Si è concluso così, davanti al gup Giusy Barbara, il processo con rito abbreviato nei confronti di un’associazione di narcotrafficanti composta prevalentemente da calabresi vicini al clan di ‘ndrangheta dei “Ruga-Loiero-Metastasio” e che a Milano aveva una delle principali piazze di smercio di un tipo di cocaina purissima denominata “Z1” importata da Olanda e Brasile. Tra le 24 pene inflitte la più bassa è di 2 anni e 8 mesi mentre le più alte riguardano Vincenzo Loiero, 18 anni e mezzo, e i suoi fratelli Giovanni e Cosimo, entrambi 18 anni, e Raffaele, 16 anni e 4 mesi. I quattro, accusati di essere alla guida dell’associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, sono figli del boss Nicola. Uno di loro è pure già stato condannato per mafia. Il giudice ha poi assolto 10 persone, accolto il patteggiamento di una, e ne ha rinviate a giudizio 12 (tutte con ruoli minori). Per loro il processo si aprirà il prossimo 12 dicembre alla sesta sezione penale del Tribunale. Per tre indagati il procedimento è sospeso perché sono irreperibili. Tra i condannati nel procedimento relativo solo a reati di droga, ci sono esponenti di diverse famiglie delle Calabria come i Morabito, i Bruzzaniti o i Crea.
Il gup Barbara, che depositerà le motivazioni entro 60 giorni, ha condannato anche Andrea Giorgi (8 anni e 4 mesi), originario di San Luca e che per gli investigatori sarebbe parente di alcuni degli autori della strage del 2007 a Duisburg, in Germania.
L’inchiesta, che ha portato a una serie di arresti, è partita nel maggio 2011 dopo l’incendio dell’auto di uno spacciatore che aveva un debito per una partita di cocaina. Dal rogo della vettura in zona Garibaldi, a Milano, i carabinieri hanno ripercorso tutta la filiera fino a individuare l’organizzazione. Nel giugno 2012 era stato scoperto a Settimo Milanese un deposito/raffineria con 180 chili di “polvere bianca” e 230 chili di sostanze da taglio. Allora finì in cella Cosimo Andrea Scarano, 38 anni, detto “U baruni”, il quale con le sue dichiarazione ha dato un notevole contributo alle indagini, spiegando che il traffico di cocaina sarebbe avvenuto tra il 2008 e il 2012. Il gruppo, secondo le rivelazioni del pentito poi accertate dalle indagini, si muoveva tra Milano, Settimo Milanese, Trezzano sul Naviglio e Monasterace e avrebbe piazzato la droga anche a Roma, Piemonte, Campania oltre che in Calabria. Nel 2016 sono state eseguite sei ordinanze di custodia cautelare in carcere, delle quali tre nei confronti di Vincenzo, Cosimo e Giovanni Loiero. Altre persone coinvolte nell’inchiesta erano già detenute per altre vicende. Qualche mese fa la Dda milanese ha chiesto il processo per una cinquantina di imputati.
08 Ottobre 2017