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Alla Redazione di Europa.
Su “Gli errori dei maggioritari” denunciati da Bodrato, considerando che il maggioritario così come gli sbarramenti che i falsi proporzionalisti vogliono introdurre sul modello del sistema di Bonn, inducono all’astensionismo l’elettorato popolare che rifiuta di dare fiducia a vertici maggioritari interpreti di un nuovo trasformismo: ravvisabile nel fatto che comunque un nucleo ristretto di TALI VERTICI “OCCUPA” UN POSTO DI PRIVILEGIO NEL “PALAZZO”, INCURANTi del fatto che quella che tali vertici chiamano “sconfitta” è invece una fuga dalla lotta operata da tali vertici e venga fatta pagare interamente e solo ai GRUPPI SOCIALI PIU DEBOLI NEL NOME DI QUALI, SOLO VERBOSAMENTE TALI VERTICI POLITICI della c.d. “sinistra” DICHIARANO DI PARTECIPARE AL “GIOCO” PARLAMENTARE.
di Angelo Ruggeri*
“Non più idee, ma sedie dove appoggiare il c…”(Padre Giuseppe Pirola, a proposito della “sinistra” antimarxista e dei suoi giornali che si sottotitolano “comunista”)
I fatti e la storia ormai da un “ventennio” (come il fascismo) dimostrano che la verità non si decide a maggioranza e che chi è rimasto minoranza o anche uno solo, appunto, può avere ragione e ragione da vendere come ne ha Bodrato. Sono fatti incontestabili che si è creato un modello oligarchico peggiore di quello dei tempi di Tangentopoli e, proprio come alcuni avevano previsto, è il prodotto del maggioritario che non a caso i partiti democratici antifascisti avevano subito sostituito con il proporzionale dall’indomani della Liberazione e costruito una Costituzione che ha come riferimento e base della democrazia il proporzionale.
Troviamo grave che Onida (penoso poi che come tanti prof. si buttino in politica, oltretutto in questa politica, candidandosi a sindaco di Milano:”non più idee, ma sedie dove appoggiare il c…”: e sì caro Pirola è proprio come dicevi tu) che fino a circa il ’91 aveva sostenuto sul piano della teoria che il maggioritario era anticostituzionale – come hanno continuato a dire altri costituzionalisti -, abbia poi smentito se stesso sul piano politico. La prova che il maggioritario è anticostituzionale è che da 15 anni si parla di adeguare la Costituzione al sistema maggioritario e tutti sanno che il maggioritario è il sistema più partitocratico, al punto che il capo del governo si identifica col capo partito che vince anche senza una maggioranza dei voti, tagliando alla base il pluralismo con l’abbattimento del 5% come fa anche il sistema di Bonn, che non si può continuare a mistificare come “proporzionale”. Partitocrazia senza più i partiti, quali quelli previsti dall’art. 49 C.: i partiti e non il sistema elettorale dovevano essere riformati democratizzandoli, allargando la democrazia, garantendo la base come nell’art. 49, riducendo i poteri dei vertici che invece sono stati decuplicati oligarchicamente col maggioritario.
Erano non profeti ma semplicemente più consapevoli coloro che nel ‘90-’91 hanno scritto:”col maggioritario come in USA le istituzioni di supporto diretto dello Stato non sono più i partiti organizzati come canali democratici della società ma diventano le corporazioni di interessi e clientele. In Italia questo significa che conterebbero solo le persone che contano come Raul Gardini, Berlusconi, ecc… (così come oggi possono finire per contare i Profumo o i Marchionne o i Montezemolo, ecc.) che a loro volta sono centri di potere e di aggregazione di interesssi,, clientele, poteri spesso occulti, che entrano in politica disprezzando la politica…” (Milano 1991, documento del “Movimento per il rilancio della Costituzione”, di cui la compianta Laura Conti fu una fondatrice, in: “Dall’abbattimento della proporzionale al rafforzamento dell’esecutivo e del suo capo?” – Atti del convegno ‘Ires e Centro culturale “Il lavoratore” e Cgil Lombardia).
Già allora c’è stato, come lo stesso Bodrato, chi ha visto e detto il giusto, altri non hanno capito o hanno mentito e continuano a farlo ancora oggi anche dalle pagine del Manifesto e di Liberazione. Ma è ancor più grave che oggi non ci sia nessuno a sinistra che proponga decisamente il proporzionale, senza sbarramenti elettorali che in Germania come in Italia e ovunque hanno gli stessi effetti di quando si votava col suffragio censorio: la soglia da superare per entrare in Parlamento, come nell’800 col censo si escludevano i ceti inferiori:
1) o perché è come se non votassero in quanto i loro voti sotto la soglia di sbarramento vengono cancellati dalla rappresentanza;
2) o perchè contemporaneamente si induce alla progressiva autoesclusione dal voto – con l’astensionismo – un elettorato popolare che, escluso dall’arena politico-istituzionale, rifiuta di dare fiducia ad un sistema nel quale i processi di democratizzazione risultano sviliti da parte dei vertici delle formazioni politiche diventate interpreti di un nuovo tipo di trasformismo.
UN TRAFORMISMO RAVVISABILE NEL FATTO CHE UN NUCLEO RISTRETTO DI TALI VERTICI “OCCUPA” UN POSTO DI PRIVILEGIO NEL “PALAZZO”, INCURANTE CHE LA SCONFITTA, IN TERMINI REALI, SIA SOLO E INTERAMENTE POSTA A CARICO DEI GRUPPI SOCIALI, IN NOME DEI QUALI SOLO VERBOSAMENTE TALI VERTICI DICHIARANO DI PARTECIPARE AL “GIOCO” PARLAMENTARE.
A fronte del fatto che non c’è un soggetto politico-sociale che proponga e si batta coerentemente per il suffragio proporzionale senza contraffarlo con la manipolazione degli sbarramenti, dalla destra laicista e di mercato di Pannella, invece, si torna a proporre i collegi uninominali, con adesioni anche da “sinistra” e di chi ha errato ed ora persevera diabolicamente.
Dire che così contano di più i cittadini è falso come quando la stessa cosa la si disse a sostegno dei referendum anti-proporzionale.
* – Centro ricerche socio culturali di Fenomenologia e Società