di Paolo Carsetti, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
Nel 2011 ci siamo mobilitati in massa per salvare l’acqua e i servizi pubblici dalla privatizzazione e abbiamo vinto.
Da allora, ogni governo ha tentato di cancellare quella vittoria e consegnare l’acqua ai grandi capitali finanziari. Non ci sono riusciti, si sono sempre scontrati con un risultato referendario chiaro a favore dell’acqua pubblica e con migliaia di cittadine e cittadini determinati a difenderlo.
Ora l’attacco viene dal Governo Renzi, mascherato dalla generica operazione di ‘razionalizzazione’ delle aziende partecipate dagli enti locali contenuta nello Sblocca Italia e nella legge di stabilità.
Da un lato si strangolano i Comuni con i tagli dei trasferimenti, dall’altro s’incentiva l’affidamento dei propri servizi alle grandi multiutilities, permettendo loro di utilizzare al di fuori del patto di stabilità le cifre ricavate dalla cessione di quote pubbliche delle società partecipate.
Ciò si configurerebbe come una reale regressione ai primi del novecento quando a gestire l’acqua e i servizi pubblici erano pochi monopoli privati.
Quella che si sta tentando è, quindi, una privatizzazione tramite ricatto: si chiede ai Sindaci di mettere in vendita i beni comuni primari per consentire loro di mantenere un livello minino di funzionamento ordinario dell’ente locale.
Anche in funzione di ciò appare sempre più evidente il procedere di alcuni processi involutivi delle istituzioni e come dietro questo si celi il tentativo di liquidazione della stessa democrazia rappresentativa e di delegittimazione delle stesse istituzioni democratiche, provocando di fatto una svolta autoritaria e una perdita, anche formale, del loro controllo da parte dei cittadini.
In questo nuovo scenario diversi sono i soggetti interessati a investire nei servizi pubblici locali, ma il regista sembra unico, ovvero Cassa Depositi e Prestiti, attraverso finanziamenti diretti (3 miliardi di euro già investiti nel triennio 2011–2013) o con i propri fondi equity FSI (500 milioni a disposizione per favorire le fusioni territoriali) e F21 (già attivo nei servizi idrici, nella distribuzione del gas, energie rinnovabili, rifiuti, in autostrade, aeroporti e tlc). Il tutto con interessanti joint venture con capitali stranieri, a partire dal colosso cinese State Grid Corporation of China.
È dunque necessario respingere questo nuovo attacco ai beni comuni e per questo diviene urgente attivarsi, a partire dalla sottoscrizione della petizione Il Governo Renzi vuole la privatizzazione dell’acqua: fermiamolo!, e costruire insieme una campagna contro le privatizzazioni e i monopoli privati, per una gestione pubblica e partecipata dell’acqua e dei beni comuni.