Foto: Roma piazza della Libertà 10
Un funzionario del Sisde: “La Fidrev faceva un lavoro preziosissimo… perché era tutto finto…. Le automobili venivano comprate sotto il nome di società di copertura…”
A parlare non è un poliziotto qualunque, di quelli che muoiono in servizio sparati dai brigatisti e dai loro complici. A dichiarare queste cose nel 1993 è Pasquale De Rosa, che nel gennaio 1978 era stato nominato responsabile dell’Ufficio Amministrazione e Logistica del Sisde. Da bravo organizzatore, aveva subito razionalizzato le cose, trasferito alcune società di copertura, rinnovato il parco macchine, collaudato la rete.
La Fidrev, dice il 6 ottobre 1993 ai membri della commissione amministrativa incaricata di far luce sui fondi neri del Sisde, faceva falsi bilanci e falsi verbali di false assemblee che non c’erano mai state. Fra l’altro dice: “Venivano presi in carico beni mobili e immobili, venivano presi in carico dagli organi amministrativi del Servizio… Per esempio il parco macchine: le automobili venivano comprate tutte sotto il nome di una società di copertura”. Dopo essere stata domiciliata in Piazza Navona 49, dove erano anche la Gradoli SpA e la Caseroma srl e dove saranno domiciliate di lì a poco anche la Gus srl e la Gattel srl (tutte e quattro proprietarie di appartamenti in via Gradoli 96, dov’era la famosa base brigatista scoperta il 18 aprile 1978), la Fidrev viene trasferita in Piazza della Libertà 10.
Per questo, dottoressa Tintisona, quando il Signor Patrizio Bonanni – titolare di una società di copertura dei Servizi, rogitata da un notaio di fiducia dei Servizi, transitata in una sede dei Servizi che ospitava società di copertura dei Servizi (Piazza Navona 49) e domiciliata finalmente in un palazzo dei Servizi (Piazza della Libertà 10), amministrata da una società dei Servizi (la Fidrev) che amministra le società dei Servizi – dichiara di non aver niente a che fare con i Servizi, Lei non dovrebbe concludere che “non risultano collegamenti con i Servizi”. La smentisce il dottor Pasquale De Rosa, che dal gennaio 1978 era responsabile dell’amministrazione e della logistica dei Servizi, suo superiore di grado ed esperto del funzionamento dei Servizi.
Dunque il signor Patrizio Bonanni – quello che parcheggia la macchina dei Servizi targata Roma T50354 al posto del furgone del fioraio Spiriticchio – non è credibile, nemmeno quando afferma di non ricordare se l’appartamento di via Fani 109 (in cui sostiene di aver abitato) l’aveva in affitto o glielo aveva ceduto qualche amico. Forse non è credibile nemmeno quando dice che Kiria era il nome del cane di famiglia: con la poca memoria che ha, non ricorda nemmeno di essere un fiduciario dei Servizi. E’ in piena crisi d’identità, ed è proprio un dramma pirandelliano, il suo.
Ma la tragedia è nostra, dottoressa Tintisona. Perché se la Fidrev amministrava sia le società di copertura dei Servizi proprietarie del covo di via Gradoli 96 sia società di copertura dei Servizi presenti in via Fani 109, ciò significa che lo Stato era presente prima, durante e dopo. E che i Servizi erano padroni del territorio, che controllavano palmo a palmo, curando la logistica del sequestro Moro e aiutando i brigatisti e i loro complici prima, durante e dopo. Certo, la rete stanziale non ha i compiti operativi dei reparti speciali, ma si limita a posizionarsi zona per zona, e a stendere la sua maglia, controllando il territorio come le caserme dei carabinieri. Normalmente, le caserme sono semplicemente depositi di attrezzature e riserve di materiali, ma, quando la situazione lo richiede, ospitano i reparti d’assalto che arrivano da fuori o forniscono loro un supporto.
Un supporto per fare cosa, dottoressa Tintisona? Per preparare il campo ai brigatisti assassini e ai loro complici, che ammazzano gli uomini della scorta di Moro e crivellano con 17 colpi l’agente Iozzino. Un suo collega, dottoressa Tintisona, morto in servizio, ammazzato come un cane da assassini aiutati dai Servizi.
Si fermi un attimo, dottoressa Tintisona, prima di concludere che “non risultano collegamenti con i Servizi”. Non permetta che l’agente Iozzino sia ammazzato di nuovo.
(continua)
Le fonti dello staff di iskrae