Foto: L’agente di scorta Iozzino steso a terra colpito a morte nell’agguato-sequestro, del 16 marzo 1978, ad Aldo Moro di via Fani.
Sono stati chiesti all’ENPAF, l’ente proprietario di tutto il palazzo all’incrocio fra via Fani e via Stresa, dove avvennero la strage della scorta e il rapimento di Aldo Moro, gli elenchi degli inquilini dell’epoca. Ma i contratti d’affitto non sono reperibili: “Il carteggio è andato distrutto per allagamento”.
Una bella sfortuna, questa. Per verificare le dichiarazioni di chi sostiene che si trovava sulla scena del crimine perché abitava lì, all’epoca, ci vorrebbero i contratti d’affitto. Ma l’ENPAF dichiara che non ci sono più, causa allagamento: di 52 appartamenti, si è salvata la documentazione solo per 6. Una bella sfortuna. Così non sarà più possibile stabilire se e per quanto tempo Tullio Moscardi visse in via Fani 109. Secondo i ricordi della signora Maria, lei e Tullio avevano avuto in prestito quell’appartamento da una coppia di amici del marito, di cui non ricorda il nome. La soccorre la dottoressa Tintisona che nella sua relazione rivela che, nonostante l’allagamento, è stata escussa l’intestataria di un contratto di locazione di uno degli appartamenti di via Fani 109, che ha ricordato che lei e il marito avevano ceduto l’appartamento di cui avevano la disponibilità ad una coppia di amici del marito di cui non ricorda il nome. All’inizio degli Anni Ottanta poi l’appartamento era stato liberato e la signora ci aveva messo il proprio figlio Andrea Billau.
Dunque l’individuazione dell’appartamento in cui avevano abitato Tullio Moscardi e la sua signora sembra data solo dalla coincidenza del periodo di utilizzazione dei locali, visto che la signora Maria non ricorda il nome dei coniugi che prestarono l’appartamento e la madre di Andrea Billau non ricorda il nome della coppia a cui fu prestato. Così almeno riferisce alla Commissione Moro la dottoressa Tintisona, primo dirigente della Polizia di Stato e ufficiale di collegamento fra questa e la Commissione: l’appartamento fu ceduto “dal settembre 1977 ai primi anni 80”, le date sono coerenti con le dichiarazioni rese all’epoca, e i conti tornano, assicura.
Peccato che Tullio Moscardi, da vivo, nella deposizione resa davanti al giudice istruttore Francesco Amato il 23/11/1979, avesse detto testualmente: “Mi riporto integralmente a quanto dichiarato alla P.G. dopo che la S.V. mi ha dato lettura del relativo verbale, ma preciso che erroneamente è stato scritto ‘civico 106’. Io volevo riferirmi al numero civico n. 109 dove all’epoca era sita la mia abitazione come domicilio effettivo”. [prima Commissione Moro, XLIII vol. III fasc.]. Se Moscardi nel 1979 non abitava più da tempo in via Fani, le dichiarazioni riportate dalla dottoressa Tintisona non sono coerenti con quanto risulta agli atti. Sembrano tese a dilatare il periodo di permanenza del Moscardi nell’appartamento di via Fani per allontanare il sospetto che la breve durata di quella domiciliazione possa essere messa in relazione con la preparazione e l’organizzazione del blitz. Eppure quel sospetto rimane. Perché bisogna sapere che Moscardi, ex arruolatore di sabotatori nel battaglione Nuotatori / Paracadutisti della Decima Mas e organizzatore della prima rete Stay Behind, è quel signore che parcheggia la Mini da dietro la quale sbucano due persone che sparano in via Fani. Moscardi aveva continuato ancora, dopo la guerra, frequentando il suo comandante Nino Buttazzoni, a far parte di quel gruppo di irreducibili che aveva la base a Roma in via Panisperna. Il sospetto che sia ancora in servizio e faccia parte della rete stanziale dei gladiatori presenti in via Fani e dintorni anche in quella mattina del 16 marzo 1978, è dunque legittimo, dottoressa Tintisona. E qui non si tratta di chieder conto di una rata condominiale non pagata. Perché vede, dottoresa Tintisona, quelle due persone che sparano da là in fondo ammazzano l’agente Iozzino, che era un suo collega, ed è morto in servizio. E dalle foto che ce lo mostrano a terra, con le braccia spalancate come un Cristo, ci chiede ancora di scoprire la verità.
(continua)
Le fonti dello staff di iskrae