I Partiti Comunisti, riuniti a Roma il 6 aprile 2013, approvano e sottoscrivono il seguente comunicato congiunto, aperto alle adesioni da parte di altri Partiti Comunisti e Operai.
Il capitalismo sprofonda sempre di più nella propria crisi economica mondiale, che è sostanzialmente una crisi di sovraccumulazione di capitale e di sovrapproduzione. Il tentativo di arrestare l’ineluttabile caduta del saggio di profitto comporta un’insostenibile distruzione di ricchezza sociale e della massa di capitale circolante. Per i lavoratori e i popoli europei questo si traduce in licenziamenti massicci, riduzione del salario in tutte le sue forme, precarietà del lavoro, azzeramento del diritto alla salute, del diritto allo studio, del diritto alla casa. In altre parole, milioni di esseri umani vengono gettati nella più cupa miseria per cercare di salvare un capitalismo parassitario e moribondo, incapace di riavviare il ciclo di accumulazione, che cerca di ritardare la propria fine rapinando quanto più può ai lavoratori, ai giovani, agli anziani, alle donne.
Nel tentativo di gestire questi processi e di assicurarsi il controllo delle fonti di energia, dell’acqua e delle vie di comunicazione, il capitalismo ricorre sempre di più all’aggressione militare ai danni di paesi sovrani, con una preoccupante escalation del confronto tra le diverse centrali imperialiste che potrebbe sfociare in tempi brevi in un conflitto di proporzioni mondiali. Per effetto dello sviluppo capitalistico diseguale, dello scoppio della crisi capitalistica e della competizione interimperialista, i lavoratori di un crescente numero di paesi subiscono una spietata aggressione economica, come dimostrano le vicende di Irlanda, Grecia, Spagna, Portogallo, Italia, Cipro, ma anche negli USA, in Germania e in Francia. L’imperialismo sfrutta crudelmente e rapina i popoli sia dei paesi che si trovano sotto la tutela dei Memoranda antipopolari dell’Unione Europea, del FMI, della BCE e degli altri organi dell’imperialismo, sia degli altri paesi, con la piena complicità delle rispettive borghesie.
Sul piano della politica interna, in tutti i paesi europei il capitalismo accentua i suoi aspetti autoritari e repressivi, riducendo e abolendo le libertà collettive e individuali: i Parlamenti e le assemblee elettive diventano sempre più aggressive nei confronti dei popoli, vengono approvate leggi elettorali restrittive che limitano, falsificano e addirittura impediscono l’espressione della volontà del popolo lavoratore, si accentuano la repressione poliziesca del conflitto sociale e il controllo spionistico di ogni momento della vita del cittadino. Questi processi si accompagnano ad un’intensa campagna anticomunista, che falsifica la storia, mettendo sullo stesso piano comunismo e fascismo, nel tentativo di legittimare la mostruosità fascista, generata dal capitalismo stesso; in alcuni paesi europei, ciò si è già tradotto nella messa fuori legge delle organizzazioni comuniste, nel divieto dell’uso dei simboli proletari e, addirittura, del lessico comunista. Per contro, il capitalismo europeo favorisce e protegge le organizzazioni fasciste e naziste, presenti ormai nei parlamenti di diversi paesi d’Europa, utilizzandole in funzione anticomunista.
In questo quadro, la socialdemocrazia e gli opportunisti del PSE occupano un posto di primo piano nella tattica politica dell’imperialismo europeo, in difficoltà perché non più in grado di governare come nel passato. La finta contrapposizione della “crescita” al “rigore”, del keynesismo al liberismo, nasconde la definitiva accettazione del capitalismo come unico orizzonte possibile, tutt’al più migliorabile in termini di efficienza produttiva e amministrativa e distoglie con falsi obiettivi il proletariato e gli strati popolari dalla vera battaglia per l’abbattimento del capitalismo, dello sfruttamento e dell’ingiustizia. Quanto alla sempre promessa e mai attuata “equità distributiva”, la realtà dimostra come il divario tra ricchi e poveri, la redistribuzione del reddito dal lavoro al capitale, la cancellazione dei diritti dei lavoratori siano stati in alcuni casi addirittura peggiori sotto i governi a guida socialdemocratica o di coalizione di centrosinistra, appoggiata dagli opportunisti del PSE.
Di fronte a queste considerazioni, i Partiti Comunisti firmatari del presente comunicato ribadiscono che:
- il capitalismo ha ormai esaurito il proprio ruolo storico e ha imboccato la via di un declino che provoca crisi e guerre;
- l’unica via praticabile per uscire definitivamente dalla crisi, evitare la catastrofe comune e affermare stabilmente i diritti vitali della persona umana è l’abbattimento del capitalismo per mezzo della rivoluzione proletaria e socialista, il rovesciamento del potere della borghesia e la sua sostituzione con il potere operaio e popolare;
- l’Europa dei Popoli non potrà che essere socialista e sorgere dalle ceneri dell’Europa del Capitale.
Si impegnano pertanto a:
- intensificare la lotta contro l’Unione Europea, la NATO e tutti gli altri organi imperialisti, vecchi e nuovi, come passo sostanziale per indebolire il fronte imperialista e favorire il processo rivoluzionario, promuovendo e concordando insieme le forme di lotta e le iniziative che riterranno più opportune ed efficaci;
- intensificare la lotta politica e ideologica contro l’anticomunismo, lo sciovinismo, i rigurgiti fascisti, la xenofobia e il razzismo, contro la socialdemocrazia, il Partito della Sinistra Europea e le altre forme di opportunismo di destra e di revisionismo in seno al movimento operaio internazionale, contro il trotzkismo;
- avviare forme più strette di collaborazione e di coordinamento politico e organizzativo tra Partiti Comunisti, orientati in senso marxista-leninista e rivoluzionario, che prevedano non solo consultazioni e scambio di informazioni, ma anche azioni comuni e l’elaborazione di strategia e tattica rivoluzionarie e attuali, che rendano più efficace la lotta della classe operaia e dei suoi alleati.
Poniamo fine al periodo di arretramento e sbandamento del Movimento Comunista Internazionale! E’ ora di “imparare a vincere” (Lenin)!
Roma, il 6 aprile 2013.
Partito Comunista di Grecia (KKE)
Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE)
Partito Comunista Operaio Russo – Partito Comunista dell’Unione Sovietica (RKRP-KPSS)
Unione dei Rivoluzionari Comunisti di Francia (URCF)
Polo di Rinascita Comunista di Francia (PRCF)
Partito Comunista Operaio Ungherese (MKMP)
Partito Comunista di Turchia (TKP)
Csp-Partito Comunista (CSP-PC) Italia.