Invito alla pubblicazione… iskrae
A.I.E.A. OdV Associazione Italiana Esposti Amianto Ban Asbestos Network www.associazioneitalianaespostiamianto.org A.I.E.A. VBA Sede legale: Matera, Via E. De Martino, 65 – cell.: 340.7882621
Prot. N° 01/2022 /M.D. & A.I.E.A. VBAe-mail: info@associazioneespostiamiantovalbasento.it Matera, lì 09 giugno 2022 COMUNICATO STAMPA Martedì 7 maggio, nel Tribunale di Matera, c’è stata una udienza riguardante la morte di tanti lavoratori che hanno svolto la loro attività lavorativa presso l’azienda ETERNIT sita nella Val Basento a Ferrandina Scalo. Le organizzazioni che hanno chiesto l’intervento della Magistratura penale sono state: Medicina Democratica (MD) e Associazione Italiana Esposti Amianto (AIEA), molto presenti nella Regione Basilicata, maggiormente operative con lo “sportello salute” a Matera e “parte civile” nel procedimento penale. La principale motivazione sostenuta dalle Associazioni di volontariato è rappresentata dal forte bisogno di assistere alla condanna di tale azienda che, non solo, non si è mai preoccupata della salute dei propri dipendenti ma ha, perfino, inquinato tutto l’ambiente circostante depositando abusivamente un centinaio di sacconi pieni di amianto e suoi manufatti ai bordi della SS Basentana, tralasciando oltre 600 sacconi di amianto friabile tipo crisotilo e si dice, anche, un centinaio di sacchetti di crocidilite abbandonati all’interno del capannone, e molti manufatti all’esterno. I sacconi contenenti amianto a margine della Basentana sono stati rimossi solamente dopo una richiesta di rimozione coatta inoltrata da AIEA VBA al Ministero dell’Ambiente e alle autorità territoriali. Ignorare la estrema pericolosità delle fibre di amianto testimoniata, prima di tutto, dal gran numero dei dipendenti defunti, rappresenta l’assenza di qualunque forma di civiltà ed impegno all’interno della società in cui si vive, nello stesso tempo, nonostante l’ambiente di lavoro fosse saturo di polveri i dipendenti erano presenti ogni giorno per raggiungere l’obiettivo di dare una vita dignitosa alle proprie famiglie e non pensavano di adoperarsi per smettere di vivere al più presto. In attesa dell’udienza si notava, in modo evidente, che i testimoni erano tutte donne-vedove, c’era una sola giovane donna ed un solo uomo (figli di operai defunti); ovviamente tutte si conoscevano e parlavano sempre dei propri congiunti, di quanto avevano patito dalla scoperta di primi sintomi, dallo sviluppo delle malattie, dal girare per molti ospedali e dal continuo venir meno di queste figure essenziali nella famiglia. L’udienza ha avuto inizio molto tardi nel pomeriggio, gli avvocati della difesa dichiaravano di aver urgenza di non perdere i mezzi per raggiungere i propri studi, il magistrato ha calmato ogni forma di lamentela così ha avuto inizio l’ascolto dei testimoni convocati dagli avvocati di MD e AIEA. Questo è stato il momento più commovente e triste; ogni donna ha raccontato brevemente la propria terribile esperienza, tutte hanno ricordato il ritorno dal lavoro del proprio congiunto, le mogli, e qualche volta anche le figlie, battevano la tuta del lavoro da cui si sollevava una nuvola di polvere, tutte fibre di amianto, dopo deposito in una vaschetta di acqua, quindi il lavaggio in lavatrice. Tutte evidenziavano tristezza e tracce di lacrime, tutte hanno concluso con la data di morte. Non ci sono state molte domande da parte degli avvocati di difesa, c’è stato molto silenzio. Gli avvocati si sono dichiarati d’accordo nel sentire i propri consulenti tecnici nella prossima udienza, la Giudice, affermando che si doveva evitare la prescrizione, ha fissato la prossima udienza per il 25 ottobre 2022, quando tutta la giornata sarà dedicata solo a tale procedimento.
________________________________________rot. N° 04 /2019 /A.I.E.A. VBA e-mail: info@associazioneespostiamiantovalbasento.it ALLA MATERIT DI FERRANDINA L’AMIANTO “CADEVA COME FIOCCHI DI NEVE AL SOLE”
LO STABILIMENTO MATERIT – La Materit s.r.l. era una società del Gruppo Fibronit, con Sede Legale in Milano, 20122, via San Martino n. 57, e sede Amministrativa in Casale Monferrato (AL). Lo stabilimento Materit, è tutt’ora situato nell’area industriale del comune di Ferrandina Scalo –MT, dove venivano prodotti, dal 1972 al 1989, manufatti di cemento-amianto (M.C.A.) come tubazioni di varia lunghezza, lastre ondulate per coperture, colmi, manicotti e pezzi speciali, utilizzati e diffusi nel territorio sia per uso edilizio che agricolo. Il cemento-amianto, è stato brevettato nel 1901, fibrocemento denominato e registrato dal suo inventore: Eternit – con riferimento al latino aeternitas, “eternità”. L’ETERNIT è una mistura di cemento e fibre di amianto la cui concentrazione varia dal 10 al 16% per conferire ai manufatti elevata resistenza alla trazione, alla corrosione, alla temperatura ed usura, uniti ad una notevole leggerezza utile alla realizzazione di strutture portanti più snelle. Nel campo agricolo venivano realizzate tubi e condotte per l’acqua di irrigazione sfruttando le caratteristiche dell’amosite e della crocidolite che, aggiunte all’impasto base di cemento e amianto crisotilo, conferivano ai tubi e alle condotte il rinforzo alla tenuta di circonferenza. Negli anni sessanta, ricerche mostrarono come la polvere di amianto, provoca asbestosi e una grave forma di cancro: il mesotelioma pleurico. Eternit e Fibronit continuarono tuttavia a produrre manufatti sino al 1986, con drammatiche conseguenze per la salute degli operai e non solo. La struttura e la resistenza del minerale de quo sono state le caratteristiche che ne hanno determinato l’intensivo utilizzo industriale, allo stesso tempo le fibre di amianto, se inalate dall’uomo, possono essere causa di gravi patologie neoplastiche quali l’asbestosi polmonare, il mesotelioma e il carcinoma polmonare. Tutte le attività eseguite presso la Materit, comportavano l’esposizione alle fibre di amianto e venivano normalmente svolte senza protezioni personali specifiche per le vie respiratorie ed adeguati sistemi di captaggio ed abbattimento polveri. Il rischio non è stato oggetto di opportuna valutazione, il personale operativo non era informato sulla pericolosità della polvere e delle fibre di amianto, non era vigente il controllo sull’effettiva utilizzazione delle cautele minimali costituite dai DPI, non erano predisposte strutture per il lavaggio del corpo o delle tute da lavoro. La polverosità delle lavorazioni d’amianto, importava rilevante diffusione di fibre nell’aria l’assenza di qualsivoglia sistema di abbattimento delle polveri (macchine ispiratrici e idranti da utilizzare per bagnare i materiali) determinava, e non può essere negata, la tossicità su tutto l’ambiente di lavoro. La situazione sin qui descritta è ormai conosciuta anche dalle autorità competenti sia locali che regionali e statali: in Val Basento, infatti, da anni si sta verificando un’alta incidenza di morti per patologie asbesto correlate e non vanno sottovalutate le circostanze che i tempi di latenza di dette malattie variano dai quindici ai quarant’anni e che il tasso di mortalità delle neoplasie correlate all’amianto e ai suoi derivati è in continua crescita e che il picco deve ancora essere raggiunto. I casi di patologie asbesto-correlate riscontrati riguardano non solo i soggetti ex dipendenti Materit, che operavano all’interno dei comparti industriali, ma anche altri soggetti esposti direttamente pur non essendo dipendenti Materit ma solo collaboratori occasionali alle dipendenze di varie ditte appaltatrici. Altri ancora hanno subito un’esposizione indiretta all’amianto: si guardi ai familiari addetti, ad esempio, al lavaggio delle tute dei dipendenti o a chi risiede a poca distanza dai corpi di fabbrica Materit. L’omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro dei responsabili Materit, che si sono succeduti nel tempo, hanno causato un concreto pericolo, tuttora sussistente, per l’incolumità pubblica non solo dei dipendenti ex Fibronit/Materit ma anche degli abitanti di Macchia di Ferrandina e delle zone limitrofe. Nel frattempo molti degli 86 operai che hanno lavorato in quell’ambiente sono morti, quasi tutti gli altri riportano lesioni e patologie asbesto-correlate, di sicuro tutti vivono un’esistenza sospesa fra controlli medici e il sospetto di essere già condannati. Il sito, ad oltre 30anni dalla chiusura effettuata dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri a causa della mancanza di una discarica autorizzata per lo smaltimento dei propri rifiuti, presenta condizioni di rischio per la salute pubblica e l’ambiente, a causa della contemporanea presenza di amianto, polveri di asbesto e silicio residui della precedente lavorazione, fanghi e liquami, in centinaia di big-bag contenenti rifiuti pericolosi. L’azienda fu posta in liquidazione e i lavoratori furono messi in cassa integrazione. Da quel momento si attende ancora la fine della bonifica. Sull’intero comprensorio vige la potestà del Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Matera. Il sito in questione presenta numerose analogie con lo stabilimento Fibronit sito nel comune di Broni (Pavia) e con lo stabilimento Fibronit di Bari. Tale sito individuato come SIN non è stato bonificato e costituisce ancora una grande pericolosità per la salute come si legge nel verbale dell’indagine ambientale INAIL effettuata dal Dipartimento Sicurezza degli impianti dell’INAIL nei giorni 3 e 4 novembre 2016, verbale acquisito al MATTM al prot. N. 1848 del 30.01.2017. Le telecamere del Tg2000, il telegiornale di Tv2000, sono riuscite ad entrare per la prima volta all’interno dell’area di circa 77 mila metri quadri. Un’inchiesta curata dalla giornalista Caterina Dall’Olio che ha fatto emergere la pericolosità di questi ‘big bags’, grandi sacchi pieni di amianto soprattutto allo stato friabile, il più nocivo e mortale: 18 giugno 2018
19 giugno 2018
Le fibre di amianto presenti nell’area del sito industriale per anni si sono disperse nel territorio circostante e nelle acque del fiume Basento adiacente allo stabilimento, la stessa acqua, lungo il percorso del fiume, era ed è impiegata per irrigare i campi. L’amianto, insieme con altre sostanze inquinanti sicuramente entrava e potrebbe continuare ad entrare, direttamente nel ciclo alimentare di tutto il territorio. I problemi di bonifica della Materit s.r.l. hanno inizio ufficialmente nell’ottobre 1994 quando la Regione Basilicata prende atto della presenza di amianto stoccato nel piazzale dello stabilimento e ordina ed autorizza la società a procedere allo smaltimento. Dopo svariate autorizzazioni allo stoccaggio provvisorio, e svariate proroghe, di fatto, la bonifica non è mai arrivata a conclusione.
Sul fronte giudiziario Il processo ha avuto inizio grazie all’incessante e complesso lavoro di indagine della Procura della Repubblica di Matera e aveva portato alla richiesta di rinvio di giudizio da parte del sostituto procuratore della Repubblica Rosanna DEFRAIA I dirigenti imputati avevano omesso di adottare idonei sistemi di sicurezza degli impianti, di dotare i lavoratori di idonee protezioni individuali e di aver omesso la corretta informazione a tutti i dipendenti sul rischio derivante dalla manipolazione ed esposizione all’amianto. Si è tenuta il 10 gennaio 2020, l’udienza di apertura del dibattimento del processo “Materit”, nel quale sono imputati cinque ex dirigenti dell’omonimo stabilimento di Ferrandina Scalo, accusati di aver cagionato malattie professionali e decessi causati dall’esposizione all’amianto agli ex lavoratori del sito industriale.Il processo ha avuto inizio grazie all’incessante e complesso lavoro di indagine della Procura della Repubblica di Matera. All’udienza, il Giudice del dibattimento, dott. Roberto Scillitani, ha rigettato le richieste di giudizio abbreviato condizionato avanzate dai difensori di tre dei cinque imputati e, dopo l’apertura del dibattimento e le richieste istruttorie, ha fissato la prossima udienza per il 24 febbraio p.v., per l’escussione di alcuni dei testi dell’accusa. Il 24 febbraio 2020, dopo le udienze preliminari con l’accoglimento delle parti civili costituitesi, tra cui l’AIEA e Medicina Democratica, si è tenuta la prima udienza istruttoria del processo penale contro i dirigenti della ex Materit di Ferrandina Scalo -MT, con l’audizione dei primi testimoni, tutti ex operai della fabbrica affetti da malattie professionali. La prossima udienza si terrà il 23 marzo, per l’escussione di altri testi.
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