di Alberto Battaglia
ROMA (WSI) – Sono 2,5 i miliardi di asset finanziari a rischio per il riscaldamento globale, se, nel 2100, la temperatura crescesse di 2,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali; si tratterebbe di una grandezza pari all’1,8% degli asset finanziari globali. Se tale livello fosse contenuto a un incremento di soli 2 gradi, invece, il rischio ammonterebbe“solo” a 1,7 miliardi di dollari. Sono queste le stime contenute nello studio pubblicato su “Nature Climate Change”, dai ricercatori Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment presso la London School of Economics and Political Science e Vivid Economics.
Quanto alla stabilità delle stime fornite gli autori, Simon Dietz, Alex Bowen, Charlie Dixon e Philip Gradwell, avvertono, però, che essa potrebbe sbilanciarsi di molto verso danni ben maggiori: c’è infatti una possibilità su cento che l’aumento di 2,5 gradi nel 2100 possa generare un rischio pari a 24 miliardi di dollari di asset finanziari globali, il 16,9% di quelli totali. Nello scenario meno grave, quello di un rialzo di 2 gradi, invece, il rischio potrebbe toccare i 13,2 miliardi di dollari nell’1% delle probabilità.
La principale conseguenza operativa sottolineata dall’autore, Simon Dietz, è che gli sforzi economici per la riduzione delle emissioni sarebbero compensati, in termini di valore atteso degli asset finanziari, nello scenario di un aumento della temperatura contenuto a 2 gradi:
Anche tenendo in considerazione l`impatto finanziario degli sforzi per ridurre le emissioni emerge che il valore atteso degli asset finanziari è maggiore nello scenario in cui il riscaldamento non supera i 2°C. Questo significa che investitori neutrali al rischio dovrebbero scegliere di ridurre le emissioni, e ancora di più dovrebbero farlo investitori avversi al rischio.
Com’è facile immaginare la quantificazione dei rischi in prospettive temporali così lunghe pone molte incertezze e necessità cautela:
Anche se siamo i primi ad aver realizzato una stima complessiva del Climate Value at Risk attraverso un modello economico, è importante sottolineare che sussistono profonde incertezze e difficoltà nel ‘modellizzare’ il cambiamento climatico, quindi il nostro lavoro rappresenta solo l’inizio di un’importante filone di ricerca.
4 Aprile 2016