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Il conflitto fra governo statale e federale sull’immigrazione: il Texas sfida Biden
Domenico Maceri
Nel 2010 lo Stato dell’Arizona approvò una legge anti-immigranti che autorizzava la polizia locale e statale ad arrestare individui sospettati di essere negli Usa illegalmente. Due anni dopo la Corte Suprema con un voto di 5 a 4 dichiarò la legge dell’Arizona illegale poiché le questioni di immigrazione sono sotto l’autorità esclusiva del governo federale. Adesso i repubblicani in Texas hanno fatto la stessa cosa con una legge simile che però si è scontrata con le autorità federali. L’amministrazione di Joe Biden ha fatto un ricorso di emergenza alla Corte Suprema per bloccare la legge SB 4 del Texas. Anche in questo caso la legge statale è stata bloccata anche se la Corte Suprema ha lasciato la decisione alla Corte del Quinto Circuito che discuterà il caso tra breve. In caso di sconfitta il governatore del Texas Greg Abbott farà ricorso alla Corte Suprema sperando di ottenere un risultato migliore dell’Arizona nel 2012.
Con ogni probabilità il Texas ne uscirà sconfitto anche se non si sa con certezza poiché la Corte Suprema adesso è formata da 6 giudici nominati da presidenti repubblicani e 3 da democratici. Comunque vada Abbott ci guadagna poiché mantiene vivo nella mente degli elettori la questione dell’immigrazione che per i repubblicani è utile dal punto di vista politico. Legalmente però quando gli Stati cercano di impossessarsi di affari esteri emergono parecchi problemi al livello internazionale ma anche nazionale. La legge sull’immigrazione del Texas, SB 4, usurpa il potere federale di gestire i migranti. Conferisce alle forze dell’ordine statali il potere di fermare, arrestare, e deportare individui senza diritto di essere nel territorio del Texas. Il governo messicano ha già dichiarato che non accetterà migranti deportati dal Texas, asserendo giustamente, che non possono affrontare diverse leggi di una varietà di Stati. Richiedono giustamente di interagire con il governo federale Usa.
La SB 4 potrebbe avere effetti ulteriori negativi perché le forze dell’ordine texane potrebbero confrontarsi con cittadini dello Stato nei casi in cui chiederebbero documenti a individui sospettati di trovarsi nel Paese senza autorizzazione. In casi di equivoci un cittadino arrestato ingiustamente avrebbe ricorso alla giustizia. In poche parole la legge aumenterebbe la discriminazione verso i latinos e altri residenti stranieri in Texas. Aumenterebbe anche l’insicurezza di questi individui i quali si sentirebbero timorosi di essere fermati dalla polizia semplicemente per il loro aspetto fisico.
Abbott non vede questi problemi perché dopotutto per lui non si tratta solo di questione giuridica ma bensì politica. Il governatore del Lone Star State intende mantenere l’idea del caos al confine per fare piacere a Donald Trump, il candidato repubblicano alle presidenziali di novembre. Infatti, Abbott ha già fatto moltissimo per caldeggiare la questione dei migranti facendone trasportare diversi gruppi in autobus a città metropolitane come New York, Chicago e in California.
Gestire questi migranti richiede risorse ma non coglie appieno la loro influenza. L’America ha bisogno di lavoratori per continuare a mantenere un’economia vibrante. I contributi e l’importanza dei migranti all’economia sono stati confermati anche da Jerome Powell, presidente della Federal Reserve Bank, in un’intervista al programma 60 Minutes della Cbs. Powell ha reiterato che la ripresa economica statunitense è dovuta ai migranti i quali durante la pandemia erano stati tagliati fuori dall’entrare nel Paese per paura dei contagi.
L’America ha bisogno di lavoratori in molti settori come ci confermano i numeri dei permessi di lavoro emessi nel settore agricolo. Solo 70 mila permessi furono erogati nel 2013 ma adesso i numeri hanno oltrepassato i 300 mila. Non sono sufficienti ma queste non sono considerazioni nella mente di Abbott che come la destra in generale vuole solo trattare i sintomi con la mano dura di impedire gli ingressi e di deportarli anche con leggi tutt’altro che costituzionali.
La legge SB 4 non entrerà in vigore anche perché le forze dell’ordine in Texas sono contrarie. Gli sceriffi di Maverick County, Bexar County e il capo di polizia della città di Dallas hanno già dichiarato la loro opposizione. Hanno già abbastanza da fare e non hanno nessuna intenzione di agire da agenti della guardia alla frontiera.
La SB 4 o altre leggi statali non risolveranno la situazione dei migranti perché gli Stati non dovrebbero intromettersi in area fuori della loro competenza. Una legge che avrebbe migliorato anche se non risolto la questione completamente era quella approvata alcuni mesi fa dal Senato. Si trattava di una legge bipartisan che Biden aveva promesso di firmare. Sfortunatamente la Camera non l’ha sottoposta al voto perché Trump aveva dato chiari segnali di opposizione. Mantenere vivido il polverone dei migranti rappresenta un asso nella manica per la sua rielezione.
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Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California. Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della National Association of Hispanic Publications.
Foto di Mizzu Cho