Sanremo ha avuto un conduttore empaticamente simpatico ma con una strana visione della vita perché non ha, probabilmente, riflettuto un attimo (e sarebbe molto più grave se lo avesse fatto consapevolmente) di presentare un prototipo di lavoratore e, giustamente, criticato nell’articolo su il Fatto Quotidiano (riportato sotto).
Chissà perché maschio?
Un lavoratore che si è prestato a questo gioco narcisistico del “sono meglio di tutti” che l’hanno reso ridicolo e mostrato come un “avatar privo di coscienza propria” solo perché ha avuto la fortuna di aver ottenuto un’occupazione in gioventù, di non aver mai inciampato (fortunatamente per lui) in un acciacco o, peggio ancora, nella disgrazia di un male serio.
Questa pantomima mediatica, che ha fatto battere le mani agli astanti (dove in buona parte hanno corresponsabilità del disastro economico-sociale italiano) avrà fatto, sicuramente, innervosire tutte quelle categorie che si ritrovano nelle ultime stime della Commissione Ue da cui risulta un tasso di disoccupazione nel 2016 dall’11,5% all’11,7% e nel 2017 dall’11,4 all’11,6 per cento.
Senza contare, poi, altri lavoratori che hanno sofferenze sul versante della salute ( e come spesso accade riscontrate in posti di lavoro insalubri e con sempre meno tutele) e così via…
I conduttori, con equanime responsabilità, hanno dato dimostrazione di pessimo gusto offendendo l’altrui intelligenza.
Invitiamo di leggere un ottimo libro che fa un’attenta (e preoccupante) disamina di cosa sia quel carrozzone mediatico.
MOWA
Sanremo 2017, dite a ‘L’impiegato modello’ che le ferie sono un diritto
di Francesca Fornario
A Sanremo, ospite d’onore del più spettacolare evento del servizio pubblico, si è scelto di invitare «L’impiegato modello» che in 40 anni non ha mai fatto un giorno di malattia. A quale scopo? Fare sentire in colpa chi sta facendo la chemio? «L’impiegato modello» orgoglioso dei suoi 239 giorni di ferie non godute. Invitarlo perché? Per fare propaganda anticostituzionale?
Che se per caso avessimo ricordato ai lavoratori, dalla prima serata di Raiuno, che la Costituzione non solo stabilisce il diritto alle ferie del lavoratore ma anche che il lavoratore non può rinunciarvi (forte, eh? Dice proprio così: «Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi». Ferie, e pure retribuite! Che buontemponi questi padri costituzionali!)… se per caso lo avessimo fatto ve la immaginate la delusione dei precari sfruttati che quel diritto se lo vedono negato a ogni rinnovo di contratto, nei due mesi di buco, mesi di disoccupazione spacciati per vacanze? Devono aver pensato: «No, meglio l’impiegato modello che lavora gratis, vedrai che abboccano, che tanto questi credono a tutto quello che dice la televisione».
Fortuna che, come cantano quegli scansafatiche de Lo Stato Sociale, La rivoluzione non passerà in tv.
9 febbraio 2017