da Angelo Ruggeri
Il “diritto di pace”, in quanto punto focale di una concezione del diritto attributiva ai popoli del potere di “autodeterminazione”, conferma il ruolo antagonistico della “sovranità popolare”. Che assurge a fondamento di una “autonomia sociale e politica” necessaria a garantire il perseguimento di obiettivi “emancipatori” contro il potere oppressivo/repressivo delle forze sociali dominanti. (Salvatore d’Albergo)
Con il sovvertimento di ben 49 articoli della Costituzione si cancella il diritto “di” pace (per capirci: l’opposto del diritto che vige in guerra) che riguarda l’uguaglianza e la giustizia sociale senza cui non c’è “pace” possibile né in ambito nazionale né in quello internazionale.
Se si rompe e sovverte la Costituzione, su cui si fonda il Patto di civile convivenza tra gli italiani e il diritto “di” pace sancito dopo la guerra e la sconfitta del nazi-fascismo, non possono aspettarsi e non può esserci pace: non c’è pace senza uguaglianza e giustizia sociale.
Rompere la Costituzione delle Repubblica antifascista e di democrazia-sociale “fondata sul lavoro” e sul diritto “di” pace, è come una dichiarazione di guerracontro la nuova élite, cioè operai, contadini, “plebei” e ceti popolari che hanno fatto la Resistenza antifascista e sui cui valori hanno fondato la nostra democrazia e la Costituzione sul diritto “di” pace ovvero di uguaglianza e giustizia sociale, non solo politica e non solo formale ma sostanziale.
Allegati a questo:
- l’inserto-monografia (a cura di A. Ruggeri e S. d’Albergo) sul diritto “di” pace, in Devianza&Emarginazione n. 6, del 14 giugno 1985 (qui in basso la sua presentazione) (Ecco cosa e il diritto DI pace – S. d’Albergo e A.Ruggeri-1 pdf)
- la proposta di legge del Comitato di Tradate per il controllo democratico degli atti del governo e l’attuazione della sovranità popolare, pubblicata sulla rivista Diario 15 (COMITATO PER IL DIRITTO DI PACE PROPOSTA DI LEGGE TRADATESE-1 pdf)
- il verbale dell’incontro tenuto a Roma presso il Gruppo della Sinistra indipendente sulla proposta di legge per un “Referendum politico di tipo deliberativo” (verbale incontro presso gruppo sinistra indipendente-1 pdf)
DEVIANZA&EMARGINAZIONE n. 6 anno IV – 14 giugno 1985, Editiemme
Trimestrale del Centro studi e ricerche sulla devianza e l’emarginazione – Direzione e redazione Corso Plebisciti 6 Milano Direttore-Giuseppe De Luca
Pagine copertina. Inserto.
Monografia – a cura di Angelo Ruggeri e Salvatore d’Albergo
Diritti e poteri sociali-civili del diritto “di” pace (cioè) per la giustizia sociale, l’uguaglianza e la libertà nella piena attuazione della democrazia sociale e antifascista propria del diritto “di” pace canonizzato nella nostra costituzione repubblicana del 1948.
Notazioni: gli articoli sono frutto di lavoro in simbiosi – anche di critica con l’imbelle pacifismo-pacifista del “Coordinamento Nazionale dei comitati per la pace” – tra S. d’Albergo e Angelo Ruggeri e della discussione su “Pace sviluppo e democrazia”, mossisi all’unisono e in polemica, anche, con la “proposta di modifica dell’art. 80 della C.” (fatta da P. Ingrao e sostenuta Fabrizio Clementi del Comitato di Roma) che ha portato alla “rottura” col Comitato di Roma e alla contrapposizione col “Coordinamento nazionale” da parte del Comitato del tradatese e del Coordinamento di Varese che hanno promosso iniziative di segno opposto, come, ad es. le proposte:
a) di CORSIE PREFERENZIALI PER LE LEGGI DI INIZIATIVA POPOLARE (anziché e all’opposto delle corsie preferenziali per i Decreti del governo),
b) la proposta di legge di iniziativa popolare per il “CONTROLLO POPOLARE PREVENTIVO GLI ATTI DEL GOVERNO” e “l’ATTUAZIONE DELLA SOVRANITA’POPOLARE”
c) l’istituzione e la promozione con Legge di un “REFEREDUM POLITICO DELIBERATIVO” (a proposito del quale alleghiamo il Verbale dell’incontro tenuto a Roma tra gli On. membri della Commissione affari costituzionali della Camera, Gianni Ferrara e Pier Luigi Onorato con Salvatore d’Albergo, Fabrizio Clementi e Angelo Ruggeri del Comitato per la pace del tradatese promotore della proposta di legge), ovvero contro e all’opposto del c.d. “referendum consultivo” che nega la sovranità popolare, con cui il popolo anziché sovranamente decidere e deliberare , come spetta a chi è sovrano, è chiamato a dare una semplice opinione a qualcun’altro che si ritiene o si considera, evidentemente, il vero “sovrano“ o “più sovrano” del popolo.
d) attuare una nuova fase del rapporto tra governanti e governati, dando riscontro effettivo alla mitologica, vecchia e mistificata “certezza giuridica”, che fittiziamente dà per presunta – solo perché pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale – la conoscenza da parte del popolo delle leggi nel campo sempre più vasto di intervento del governo in materia economica, industriale, sociale, di disciplina dei prezzi o del lavoro ecc. , che avviene tramite i c.d. “comitati interministeriali” Cipe, Cipi, Cip (che non sono altro che due, tre o quattro ministri che si riuniscono e deliberano tra loro e travisano la disciplina costituzionale sostituendosi alla sovranità del popolo unico sovrano).
Tale travisamento va superato introducendo l’obbligo del governo di presentare, prima ancora di emanare le decisioni, il relativo schema di proposte sia alle Commissioni parlamentari sia alle Regioni sia ai Comuni che debbono dare effettiva conoscenza ad ogni gruppo sociale dei provvedimenti che si preparano ad incidere sui loro diretti interessi: al fine sia di attivare la procedura di partecipazione e controllo dal basso, dal sociale, dal territorio, da parte delle forze sociali; sia per rendere possibile grazie alla preventiva conoscenza, l’attivazione dal basso di procedure volte a rimuovere o a sospendere gli atti promulgati dal governo.
e) tutto quanto indicato sopra si pone in coerenza ed attuazione del “diritto DI pace” (ben altro e diverso che non il “diritto alla pace” sostenuto dal pacifismo e pacifisti imbelli che come gli stessi Testimoni di Geova, pensano alla pace come fine a se stessa, credendo che possa esserci pace anche senza uguaglianza e giustizia sociale, accettando con ciò anche palesi forme di oppressione e ingiustizia che schiacciano i molti a favore dei ricchi e pochi possidenti e padroni del potere economico e di impresa, o le terrificanti manifestazioni dell’imperialismo, della violenza e della guerra anche dell’imperialismo nazi-fascista, contro cui allora, non si dovrebbe combattere, ma “pacifisticamente”, pacificarsi, in nome di un diritto “alla” pace di tipo “trascendentale, non del al di qua ma dell’aldilà, escatologica, religiosa e cinica, propriamente del tipo di quella “predicata dai Testimoni di Geova o anche dal “religioso” Fabio Lotti coordinatore dei comitati per la pace (eterna).
Da questa monografia, invece, emerge che la pace riguarda la “Questione sociale” e politica e queste sono strettamente connesse – come del resto nella Carta dell’ONU e nella nostra Costituzione – con l’affermazione e l’attuazione dei valori di giustizia sociale, di democrazia e libertà possibile solo nell’indipendenza e nell’uguaglianza tra e all’interno dei popoli. Si che lavoratori e popoli occidentali e del Nord, sono uniti e debbono essere e sentirsi uniti ai popoli orientali e del Sud del mondo, in una comune lotta di pace che li accomuna, in una lotta che è per l’emancipazione e la liberazione di uomini e popoli di ogni latitudine e longitudine della Terra.
“Produrre cultura non significa solo fare scoperte originali, significa specialmente diffondere criticamente delle verità già scoperte, conoscenze ed esperienze di lotta teorica e pratica già fatte, “socializzare” per cosi dire, e pertanto farle diventare basi di azioni vitali, elementi di coordinamento (tra l’ieri e l’oggi, n.d.r.) e di organizzazione e di ordine e direttiva intellettuale e morale” (GRAMSCI), indispensabile: “per fare un partito tutto da rifare con uomini nuovi e ideologicamente contrari al cretinismo parlamentare, a favore e pro-nesso-SOVRANITA’ POPOLARE-PARLAMENTO, come e per il lavoro politico quotidiano” (D’ALBERGO)