Tutti i dati statistici più significativi e recenti ci dicono che la crisi economica e sociale che ha investito l’Italia e gli altri paesi ad ordinamento capitalistico, continua a precipitare verso esiti sempre peggiori per la classe operaia, le masse popolari ed il ceto medio proletarizzato: nel nostro paese, la produzione industriale langue, la disoccupazione ha raggiunto il 12,7%, quella giovanile è al 41%, mentre la disuguaglianza sociale cresce, con il 10% della popolazione che possiede metà della ricchezza nazionale ed il restante 90% l’altra metà.
Di fronte a tale situazione, i comunisti affermano che non si esce dalla crisi con misure parziali volte ad attenuare gli effetti della crisi, bensì con provvedimenti che intacchino i rapporti di proprietà e di potere del sistema capitalistico per avviare la costruzione del socialismo- comunismo. Per questo proponiamo:
1) L’esproprio e la nazionalizzazione dei principali gruppi industriali e bancari.
2) L’attivazione di organismi di controllo operaio e popolare nei luoghi di lavoro, per dare il potere ai lavoratori di decidere del loro destino e dell’economia nazionale.
3) L’avvio di una pianificazione economica centralizzata in grado di impiegare le risorse economiche nazionali per rilanciare lo sviluppo in base agli interessi popolari.
Ma, mentre la crisi precipita, i padroni ed i loro governi, ultimo in ordine di tempo il Governo Letta, conducono un attacco a fondo contro gli ultimi residui di democrazia rappresentativa che l’ordinamento borghese ci offre. Si fa un gran parlare di “ riforma elettorale “ e si propongono “ riforme “ la cui sostanza è la riduzione della rappresentanza in Parlamento a due o tre forze politiche che rappresentino gli interessi dei diversi settori della classe borghese, organizzando il consenso popolare a sostegno del capitalismo. Sbarramenti all’accesso, premi di maggioranza in nome della “ stabilità di governo “ vanno in tale direzione. I comunisti contrastano decisamente tali soluzioni e si battono per una vera democrazia:
1) Sistema elettorale proporzionale puro, senza sbarramenti e premi di maggioranza, nella transizione verso il potere popolare.
2) Diffusione, su tutto il territorio nazionale, in ogni luogo di lavoro, di organismi di controllo popolare sulle decisioni fondamentali della vita sociale ed economica, per fare corrispondere la parola “ democrazia “ al suo significato più profondo di “ potere del popolo “.
Per una vera alternativa politica e sociale
Ricostruiamo e rafforziamo il PARTITO COMUNISTA
CONTRO IL CAPITALISMO, PER IL SOCIALISMO- COMUNISMO!!
06 febbraio 2014