“Pictoline” è una popolare piattaforma in Internet che “propone semplificare le notizie di (…) attualità sotto forma di illustraziioni” (1).
Giunge, ogni giorno, a milioni di persone attraverso le reti sociali (2), e a migliaia di lettori di quotidiani digitali che riproducono le sue illustrazioni e caricature (3).
Pochi giorni fa “Pictoline” ha presentato una breve animazione, in formato GIF, dal titolo “Perché gli USA hanno un carcere a Cuba?” (4).
In essa, leggiamo che la base navale di Guantanamo esiste perché, “dopo l’indipendenza (di Cuba) entrambi i paesi (Cuba e USA) firmarono l’Emendamento Platt”, per cui il governo cubano “accettò affittare la baia di Guantanamo agli USA, in modo perpetuo, in cambio di 2000 monete d’oro l’anno”(5).
Non c’è da stupirsi nel leggere questa sciocchezza storica -ripetizione della propaganda ufficiale USA- se si considera che la fonte per l’illustrazione è il noto giornale di destra “The Washington Post”.
L’Emendamento Platt che menziona -ricordiamo- non fu un accordo “firmato da entrambi i paesi.” Fu un piccolo testo, composto da 8 articoli, aggiunti alla prima Costituzione della Repubblica di Cuba, nel 1901, per imposizione del governo USA, che aveva occupato militarmente l’isola dal 1898. L’Emendamento Platt concedeva a Washington il diritto a re-intervenire militarmente nel paese in qualsiasi momento così come occupare terre “per carboniere o stazioni navali”. Solo accettando questa appendice alla Costituzione cubana, gli USA avrebbero ritirato le loro truppe (6).
L’Assemblea Costituente di Cuba non “accettò affittare la Baia di Guantanamo agli USA”, come dice l’illustrazione, ma fu costretta a ciò dalla forza militare (7).
L’animazione comprende una seconda sciocchezza storica, nello stesso tono da propaganda “anche se Fidel Castro non voleva gli statunitensi nell’isola -leggiamo-, quando giunse al potere permise loro di rimanere per timore di essere invaso”.
Ma come Fidel Castro “gli permise rimanere”? Il Governo cubano richiese la restituzione del territorio appena due mesi dopo il Trionfo della Rivoluzione, il 5 marzo 1959 (8). Da allora, ha respinto la riscossione di qualsiasi quantità per un presunto “affitto”. E ha denunciato, ripetutamente, l’illegalità della Base Navale, invocando l’articolo 52 della Convenzione di Vienna del 1969, che dichiara abolito un trattato se si è utilizzato, per esso, la forza o l’intervento militare (9). Il Governo cubano ha utilizzato tutte le vie possibili, legali e politiche, nella sua denuncia.
Pochi giorni prima, la stessa piattaforma Pictoline pubblicava un’altra illustrazione, intitolata la “Breve storia del conflitto tra USA e Cuba”, che individua, con precisione, l’origine e la causa dello stesso (10). “Tutto è iniziato -leggiamo- con il trionfo della Rivoluzione cubana e l’arrivo di Fidel Castro al potere” che “espropriò diverse imprese USA”.
Grazie alle divertenti ed innocenti illustrazioni di Pictoline, migliaia di persone ora sanno che il colpevole del contenzioso Cuba-USA non fu la superpotenza che aveva sei decenni di dominio neocoloniale su un piccolo paese povero e arretrato (11). L’istigatore della lotta fu quest’ultimo, a cui un giorno si ribellò contro tanto furto e sfruttamento. E anche rivendicare un pezzo del suo territorio rubato sessanta anni prima.
Per inciso, se la fonte informativa per la prima illustrazione è stato il quotidiano conservatore “The Washington Post”, sapete quale fu di questa seconda? Il Council on Foreign Relations (12), uno dei centri di consulenza della politica estera della Casa Bianca (13).
Così è come milioni di persone, nel mondo, soprattutto giovani, sono informati, in forma piacevole, leggera, spensierata e innocente circa la vera storia del conflitto Cuba-USA.
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación TV
Traduzione di Francesco Monterisi
10 Mar 2016