VI SEGNALIAMO un bellissimo sceneggiato televisivo scritto con la supervisione della famiglia Impastato che rivisita la vicenda di Peppino il militante di Democrazia Proletaria di Cinisi ucciso dalla mafia e per anni calunniato dai depistaggi messi in atto dall’allora capitano dei ROS dei Carabinieri Antonio Subranni (il GIP nel 2018 ha riconosciuto il depistaggio operato dal generale Subranni, dichiarando però prescritto il reato di favoreggiamento).
Nella vita di Peppino Impastato s’intrecciano due storie, quella di un ragazzo che sfida il padre e la mafia e quella della madre, che dopo la morte del figlio combatte per avere giustizia. «Lo ha ucciso la mafia» ripete subito, dal 9 maggio 1978. S’intitola “Felicia Impastato” il film di Gianfranco Albano in onda venerdì 22 maggio su RaiUno.
Un film bellissimo, emozionante, senza retorica, che attraverso la figura di Felicia, fiera e determinata (interpretata da Lunetta Savino, con rara sensibilità) ripercorre le tappe della vicenda di Peppino, ucciso per mano mafiosa. Nessuno dà credito a Felicia. Solo il magistrato Rocco Chinnici (Antonio Catania) le crede, riprende in mano le carte, cerca i riscontri. Lo capisce anche la mafia che quel servitore dello Stato non è disposto a mollare per arrivare alla verità. Il 29 luglio 1983 Chinnici viene ucciso in un attentato, ma la sua passione civile ha contagiato Francesca Imbergamo, studentessa di Giurisprudenza che diventa magistrata. E’ lei a riaprire i faldoni, a riannodare i fili. Sono due donne a chiedere giustizia e a ottenerla: il 25 ottobre del 2000 Felicia Impastato entra nell’aula di tribunale per guardare in faccia, in videoconferenza, il boss Gaetano Badalamenti, condannato all’ergastolo.