Nessuno ci toglie dalla testa che il passaggio dal revisionismo storico al revanscismo sia breve… e, per arrivare a ciò i reazionari (sempre asserviti al potere), hanno utilizzato tutti i mezzi necessari per realizzarlo, andando per gradi. E, facendo cassare le analisi storicamente attendibili come dimostrato nella ricerca del video (vedi sotto) comprato dalla RAI e mai andato in onda.
Gli artefici del revisionismo si sono serviti della comunicazione come giornali, radio, televisione… (e complice le ultime riforme scolastiche) per annichilire la curiosità delle persone, e in particolare dei giovani, comprimendo la voglia di apprendere con la dovuta criticità almeno delle rudimentali basi storico-culturali, educandole ad un preoccupante nozionismo. Oltretutto, deformato dal revisionismo.
Ne sono testimonianza di ciò, le serie e crescenti manifestazioni di intolleranza verso gli altri e verso tutto quello che è diverso dal nostro vivere quotidiano. Un autentico prodotto di anni di inoculata involuzione su falsità storiche.
Uno schema che i reazionari hanno sempre usato, trasferendo il pensiero dal cervello alla pancia che una volta passato per l’intestino retto non lascerà nulla di consistente per il futuro se non uno scarto maleodorante. Dimostrazione, di tanta scempiaggine, l’abbiamo avuta nell’aver fatto diventare atto pubblico (non corretto e, quindi, storicizzato) in Parlamento che Ruby era la nipote di Mubarak.
Lo stesso è avvenuto per le foibe dove, persino le autorità statali si sono dimenticate e uniformate sull’ideatore (e massimo artefice) de il giorno del ricordo, tal Roberto Menia, della cosiddetta destra triestina e più tardi “responsabile” nell’avventura di Futuro e libertà per l’Italia con Fini.
Infatti, non furono nemmeno ascoltate le voci autorevoli di storici, come ad es., Giuseppe Aragno, Angelo Del Boca, Angelo D’Orsi, Eric Gobetti, Alessandro (Sandi) Volk, Alessandra Kersevan (vittima, tra l’altro, in questi giorni, di intimidazione durante una conferenza)… con la Lettera Aperta al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca alla vigilia del 10 febbraio “Giorno del Ricordo”, dell’anno scorso in cui osservavano che:
Con la legge 92/2004 che ha attribuito medaglie della Repubblica immeritate, che ha istituito un giorno di solennità civile nazionale il 10 febbraio, che ha introdotto anche nelle scuole racconti del passato parziali e incompleti, si è generato un revisionismo storico del tutto inaccettabile. I soggetti vengono considerati in modo rovesciato rispetto alla realtà storica, in definitiva facendo dell’aggressore, l’Italia fascista, la vittima, e dell’aggredito, le popolazioni dell’ex Jugoslavia, il carnefice.
Nella scuola della Repubblica vanno fatte ricostruzioni storiche corrette, ben più documentate e complete di quanto è stato negli ultimi dieci anni in occasione del 10 febbraio.
Alla vigilia del 10 febbraio alle autorità scolastiche e a Lei stessa sig. Ministro dell’Istruzione Università e Ricerca chiediamo: che nelle scuole rievocazioni e iniziative sui fatti e i temi oggetto della legge 92/2004 non siano lasciate in modo esclusivo alle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, alle quali in questi anni sono stati dati consistenti finanziamenti pubblici, ma vedano coinvolti anche studiosi, storici, associazioni culturali, istituti storici, ecc., impegnati nel dibattito e nella ricerca in merito; che vengano non più sottaciuti ma adeguatamente fatti conoscere i crimini dell’Italia fascista nei Balcani e in Jugoslavia (con morti delle popolazioni jugoslave non solo precedenti i morti delle foibe madi numero di più ordini di grandezza superiore a questi); che venga proiettato l’istruttivo al riguardo film documentario inglese della BBC «Fascist Legacy» acquistato dalla RAI; che vengano ricordate e commemorate le tante migliaia di soldati italiani, i quarantamila soldati italiani, che in Jugoslavia l’indomani dell’8 settembre ’43 scelsero di combattere come partigiani insieme con la Resistenza Jugoslava contro il nazifascismo e in ventimila morirono in questa guerra di liberazione transnazionale, così riscattando l’Italia dall’onta in cui il fascismo l’aveva gettata
L’Italia ha bisogno di riprendere un percorso serio, fatto sull’onesta della ricostruzione storica di come andarono realmente le cose, per non trovare fanatizzati per le strade in balia di un furore omicida… E, ci pare dalle cronache quotidiane, che il passo non sia più così lontano.
MOWA
Il Cuore Nel Pozzo CASO DI REVISIONISMO MEDIATICO