di Gianni Barbacetto
Il progetto di portare Ibm nell’area Expo fa fatica a decollare. Ma i protagonisti vogliono forzare i tempi e dicono: “L’Accordo di programma va firmato prima delle elezioni”. È quanto emerge da un report riservato che sintetizza gli esiti di un incontro al vertice avvenuto il 25 gennaio (e che il Fatto quotidiano ha potuto leggere). Il tema dell’incontro era la “verifica dello stato di avanzamento del progetto” Ibm Watson, che punta a far arrivare nelle aree Expo la sede europea della multinazionale Usa per la raccolta e l’elaborazione dei dati sanitari globali.
Alla riunione hanno partecipato il segretario generale del ministero dello Sviluppo economico Andrea Napoletano, un dirigente di Invitalia (l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti di proprietà del ministero dell’Economia), il direttore relazioni istituzionali di Ibm Alessandra Santacroce e i rappresentanti della Regione Lombardia Giovanni Leo e Marco Cozzoli. Napoletano, che aveva convocato la riunione, ha sostenuto che per far avanzare il progetto per ora non c’è molto da fare, perché la parola è passata alle Autorità (il Garante della privacy e quello Antitrust), “che devono esprimersi sulla legittimità del percorso” e “sono indipendenti”.
La Privacy deve valutare se è ammissibile che siano dati a Ibm tutti i dati sanitari degli italiani, a partire da quelli della Lombardia, come promesso nel 2016 dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, in cambio dell’arrivo di Ibm Watson nell’area Expo. L’Antitrust deve decidere se è legittimo che l’accordo con Ibm sia stato fatto senza gara e senza dare pari opportunità ad altre aziende. Invitalia ha fatto una proposta per sbloccare il progetto senza aspettare le decisioni delle Autorità: sottoscrivere l’Accordo di programma con Ibm “a prescindere dalla disponibilità dei dati, rimandando a un accordo successivo” tra Ibm e Regione Lombardia quell’aspetto.
I rappresentanti della Regione hanno “fatto presente che”, nonostante “la promozione dell’Accordo di programma spetti al ministero dello Sviluppo”, la Regione “ha già attivato l’interlocuzione con il Garante della privacy e con il Dipartimento politiche comunitarie”. Poi però hanno detto chiaramente che “un accordo di programma senza la messa a disposizione dei dati sarebbe del tutto privo di contenuti”. E su questo “punto anche Ibm ha concordato”.
E allora come procedere? Il ministero ha promesso di organizzare al più presto “un incontro con tutti i soggetti coinvolti (Antitrust, Privacy, Dipartimento politiche comunitarie) con l’intento di arrivare a una condivisione del percorso”. Obiettivo: preparare “l’Accordo di programma da sottoscrivere prima delle elezioni, sostenendo che si tratterebbe di atto di ordinaria amministrazione”.
Conclusioni: “Non si è registrata nessuna sostanziale novità di avanzamento”. Il ministero ha sì preso in mano le redini della vicenda, ma “è emerso nuovamente il tentativo di ributtare la palla in campo regionale rendendo Regione Lombardia capofila del progetto e demandandogli tutti gli adempimenti compreso l’eventuale fallimento del progetto”. Nota positiva, secondo l’estensore del report: “Ibm ha invece apprezzato la chiarezza e l’apporto finora dato da Regione Lombardia”.
Pubblicato il 14 febbraio 2018