di Domenico Marino
Cos’è la libertà? Gran bella domanda vero…?
Io credo che mai ci potrà essere una definizione letteraria precisa ed esaustiva. Libertà può essere tutto e può essere niente; poiché sicuramente dipende molto dal sistema socio-politico di riferimento.
Ad ogni modo sarebbe utile cercare di dare una definizione che superi l’astrazione e la forma cosi che possa ritornare utile nella vita di tutti i giorni.
A tal proposito per me la libertà è poter fare ciò che è bene e non tanto ciò che ci piace altrimenti la libertà finirebbe con lo scadere nel libertinismo.
Vedi i nostri tempi, vedi la nostra società.
Nella nostra parte “piccola” di mondo ci sono milioni di sedicenti libertà, una per ogni singolo essere umano, che cozzano forzosamente l’una contro l’altra e la cui misura è l’ego (individualistico) del singolo sempre più alienato dalla società in cui vive.
A Cuba, ad esempio, sono liberi dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo; sono liberi da tempi di lavoro estenuanti; sono liberi dalle tasse; sono liberi dal profitto ad ogni costo; sono liberi di avere un ecosistema libero dall’inquinamento; sono liberi di avere una istruzione e una sanità gratuita di alti livelli; liberi di avere una casa, piccola o grande che sia, libera da mutui; sono liberi dall’invadenza e dell’assoggettamento politico-economico delle banche e delle multinazionali; sono liberi dall’influenza del capitale straniero; sono liberi di godersi il tempo libero socialmente e non attraverso i social-network; liberi di fare l’amore “liberamente”; sono liberi dalla guerra.
Noi da parte nostra invece cosa abbiamo di più, cosa abbiamo da offrire nell’ambito fascinoso, quanto abusato sempre più spesso, delle libertà?
Forse la libertà di scegliere governi sempre uguali, a prescindere dagli schieramenti fittizi in campo; la libertà di poter dire quello che ci passa per la testa anche se poi nessuno – soprattutto i governi – terrà in conto quello che diciamo; la libertà dell’iniziativa privata che sfrutta il lavoro altrui ed elimina la funzione sociale dell’impresa; la libertà di perdere i diritti acquisiti con le lotte sociali prima della caduta del muro; la libertà di avere centinaia di giornali tutti in mano ai potenti e che mentono spudoratamente per fare i loro interessi; la libertà di drogarci e andare a puttane; la libertà di andare nei supermercati e scegliere tra miliardi di prodotti che si chiamano in mille modi ma che poi sono prodotti tutti, con gli stessi scarti, dalle stesse multinazionali in tutto il mondo; liberi di fare code chilometriche per “accattarci” gli ultimi modelli di smartphone o playstation. Siamo liberi di avere internet senza limitazioni per poter sguazzare e rintronarci nel “mare magnum” della pornografia a basso costo.
Come sono belle e assortite le nostre libertà vero? Siamo Liberi, liberi, liberi… ma da che cosa? Cantava Vasco.
In fondo per il nostro sistema la libertà non è altro che la possibilità di potersi scegliere le proprie schiavitù.
Davvero pretendiamo che Cuba diventi come noi?
“L’uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi.” (Eric Fromm)