di MOWA
Scorrendo tra le varie notizie “utili” che appaiono in internet ci siamo imbattuti in una, scritta da Alessandra Corica, che riguarda la salute e tratta del comportamento dei narcisisti.
Si legge di quali siano gli effetti di tale patologia sulle persone che ne sono affette e si viene “attratti” dalla descrizione:
“Seducente ma incapace di amare.”
Nell’articolo Corica arriva ad affermare che:
“Una dose di narcisismo fisiologico è presente in ognuno di noi ed è sana, perché aiuta l’individuo a relazionarsi con il mondo, avendo consapevolezza di sé e di chi lo circonda.”
Sin qui ci si rilassa, va tutto bene ma, proseguendo nella lettura, ci si imbatte in alcune affermazioni che fanno riflettere perchè, se rapportate oltre alle classiche relazioni di coppia ad un contesto più ampio, come ad esempio all’establishment politico-economico, fanno intravedere la pericolosità della patologia.
Infatti, per riconoscere un “narciso” si dice che:
“Il narcisista è convinto di essere superiore, di meritare successo, bellezza e potere. «Richiede attenzione continua e ammirazione e non si mette mai in gioco o in discussione, anzi: ha reazioni rabbiose o di forte umiliazione dopo una critica (nei casi patologici più rari, può arrivare a comportamenti violenti)», spiega Iossa Fasano. «Il narciso non riesce a relazionarsi in modo sano perché manca di empatia e tende a sfruttare gli altri per i propri interessi. È dotato di un’alta capacità seduttiva, collegata all’ansia di piacere: per i maschi narcisisti questo porta al tentativo di affermare la propria identità attraverso la conquista, con fenomeni di dongiovannismo (leggi: il collezionista di donne, mentre nelle donne narcisiste si accompagna a mire di affermazione personale, puntando a uomini di potere, che diano garanzie economiche e sociali» (leggi: se sedurre diventa una mania). LE CAUSE DEL NARCISISMO. L’insicurezza e la paura di non essere accettati sono alla base del narcisismo. Quando è patologico, nella maggioranza dei casi le ragioni sono da ricercare nell’infanzia, per esempio un trauma durante i primi anni di vita, come l’abbandono da parte dei genitori o un lutto. ”
Vi sembrerà strano che si sia arrivati a parlare di una cosa che, apparentemente, è lontana da quelle che sono le dinamiche della politica tradizionale ma, se si guarda con più attenzione e in profondità a quelli che sono i gesti, gli sguardi, l’impostazione delle battute e della voce di alcuni leader politici, si potrebbe scoprire che non siamo lontani dal sostenere che le implicazioni in merito siano forti.
Infatti le somiglianze del comportamento di queste persone con tale patologia non è dissimile e lo possiamo vedere in alcune vicende che hanno coinvolto, da “noi”, (ma non solo) nel passato o nel presente, Presidenti del Consiglio o Presidenti di Stato, politici locali o nazionali, funzionari di stato o dirigenti d’azienda (sia pubblica che privata), religiosi o laici, sindacalisti o padroni, tutti con forte propensione a questa sintomatologia.
Anzi, per alcuni di loro, si potrebbe dire di più… E cioè che sono affetti, probabilmente, da “narcisismo maligno”, in quanto manifestano tutti i sintomi del manipolatore perverso: “il ricatto affettivo e le minacce, la colpevolizzazione, le bugie e le lusinghe, la denigrazione, l’invadenza, le spalle al muro, la dipendenza indotta”.
Quante volte, vi siete trovati a dover sentire di persone che hanno subito ricatti (a casa come al lavoro, alla sezione di partito o sindacale) da parte di questi manipolatori perversi che volevano un proprio tornaconto personale?
Quante volte avete assistito a sceneggiate dove il manipolatore attribuiva le cause dei problemi all’altro e proponeva come unico mezzo l’interruzione della relazione?
Quante volte siete stati o avete assistito ad apprezzamenti da parte del narciso-perverso per scoprire poi che le lusinghe erano finalizzate solo ad ottenere qualcosa e quindi non mosse da sincero affetto e generosità?
Quante volte siete stati protagonisti, sia in prima persona che come spettatori, di denigrazioni fatte col fine di minare l’autostima attraverso la restituzione di un’immagine negativa di sé per poi finire col farla propria?
Quante volte avete avuto a che fare con chi vuole prendere il posto dell’altro e intromettersi nelle decisioni senza prendere in considerazione un punto di vista diverso?
Quante volte avete assistito, durante un dialogo, a manipolazioni delle parole col solo fine di far passare la persona come incoerente e dalle idee poco chiare?
Quante volte abbiamo avuto modo di incontrare persone che cercano di depotenziare, minare l’autonomia e l’indipendenza dell’altro mettendo in luce le debolezze e gli errori?
Purtroppo, spesso, ognuno di noi si è imbattuto in situazioni analoghe e ciò è la riprova che quanto sostenuto da Francesca Fiore nel suo articolo “il manipolatore perverso: come riconoscere il narcisista maligno” è molto più diffuso di quanto si creda e che se queste situazioni non sono contenute potrebbero arrecare danni alla salute personale, in primis, e, in seconda battuta, a cascata nella società nel suo complesso.
E la sete di potere e le conseguenti guerre per conservarlo che provocano morti ingiustificate, finalizzate solo al bene personalissimo di qualcuno non sono, forse, dimostrazioni di questa sintomatologia?
Proviamo a darci una risposta e vediamo se non sia il caso di rimediare in modo collegiale.