Moro Aldo, ex presidente Dc assassinato dalle Br nel 1978
di MOWA
Nei giorni scorsi abbiamo letto sui quotidiani di un fenomeno, a noi italiani per nulla sconosciuto, e cioè quello di una “rivelazione” (l’ennesima sconcertante “rivelazione”) sul sequestro, da parte delle Brigate Rosse, dell’onorevole Aldo Moro.
Ad anni di distanza, il caso dell’omicidio di Aldo Moro e della sua scorta da parte delle Brigate Rosse (organizzazione con un ruolo, ormai sempre più chiaramente, di servizio al potere) riesce a stupire ancora, infatti, sono state ritrovate 17 registrazioni inedite che non sono mai state accuratamente visionate. (sic!)
Ovviamente non potevano mancare i “segreti dei numeri” come diceva un post di Walter e Andrea Montella, del 6 luglio 2010, che affermava: “Il simbolismo è usato dalla massoneria abbondantemente all’interno del sistema mediatico per favorire la veicolazione ai “fratelli” dei progetti politici ed economici che i vertici dell’organizzazione hanno deciso di sostenere. Tra le figure simboliche più importanti troviamo la squadra, il compasso, il triangolo, la piramide, il pentagono, la stella nel cerchio, i numeri 3, 5, 11, 13, 17, 18 e 33.“
Tutto ciò è precisato ancora meglio nel saggio dello stesso Andrea Montella dal titolo eloquente “Fatti della politica e della storia dove la Massoneria tramite il linguaggio simbolico e dei numeri manifesta ai “fratelli”, anticipatamente o in tempo reale, chi li ha determinati” nel quale, seppur succintamente, vengono spiegate e messe in relazione la tecnica dei “vasi comunicanti” tra la politica tradizionale ed i vari attori occulti.
La necessità, come pensiamo sia avvenuto in quest’altro caso, di farsi “riconoscere“, nella tradizione di tutte le consorterie di potere, diventa determinante se non indispensabile in un guazzabuglio di notizie che potrebbero fuorviare dai veri scopi prefissati dagli oppressori.
Se pensiamo, poi, che questa sconvolgente notizia è seguita da altre tre:
a) arresto/rilascio Cesare Battisti in Brasile;
b) Papa Francesco dichiara che, forse, non porterà a termine il suo pontificato: che si senta “minacciato“?
c) la revisione (golpe?) costituzionale da parte dei “non eletti ma nominati” che siedono in Parlamento;
ci ritroviamo con l’amaro in bocca per come il potere sia, sempre più, compromesso da soggetti che con la democrazia nulla hanno da spartire e che, per il bene di quest’ultima, prima o poi, dovrebbero essere bloccati.
In Italia siamo sicuramente in ritardo in quanto manca (e quello che c’era – PCI – è stato disintegrato dalla reazione) il soggetto politico capace di catalizzare le energie però, non mancano gli anticorpi in grado di bloccare la deriva autoritaria e oligarchica che si sta sempre più profilando nel nostro paese.
Per non commettere gli errori del passato (anche recente) dobbiamo essere capaci di distinguere tra gli affabulatori prezzolati che portano a compiere azioni nichilisticamente violente e quelli in buona fede per non arrivare a trovare all’interno di organizzazioni politiche “cattivi maestri” al servizio del capitale.
Esperienza questa che, negli anni passati, vergò una pagina nera della Repubblica italiana nata dalla Resistenza al nazi-fascismo, con azioni compiute da soggetti che furono fortemente funzionali alla stabilizzazione dello status quo, come, ad esempio, Berardino Andreola, Mario Merlino, Toni (Antonio) Negri, Aldo Bonomi, Sergio Segio e la consorte Susanna Ronconi.
Questi soggetti non possono certo permettersi il lusso di cambiare (o di “smettere”) in quanto il loro ruolo non è stato solo funzionale al sistema capitalistico ma, complementare all’ideologia azionista, sul modello mazziniano, che nulla ha avuto (o avrà) da spartire con il comunismo al di là delle denominazioni che si sono dati o delle riviste che hanno in internet.
Questi “cattivi maestri” non sono, quindi, nella condizione di modificare i propri obiettivi perché hanno sposato la causa del potere e tutta la loro vita gira intorno a ciò, checché ne dicano coloro i quali continuano ad invitarli a radio, televisioni, quotidiani, ecc. facendo, così, un danno incommensurabile a coloro i quali cercano di trovare soluzioni ragionevoli per questo paese.
Lo spartiacque tra chi vuole un paese democratico (che non è antitetico al comunismo, anzi…) e chi vuole un paese autoritario è (e sarà sempre) chi si prodiga (e si prodigherà) a tutelare la Costituzione integrale e antifascista, come si sono già pronunciati diversi costituzionalisti partendo da Salvatore d’Albergo sino ad arrivare a Lorenza Carlassare passando da Massimo Villone.