di MOWA
Fantastico. Ci sono altri pianeti simili al nostro e l’ultimo scoperto è stato chiamato Kepler 452b. Questo è quello che in questi giorni gli scienziati della NASA ci hanno comunicato attraverso i media.
Sembra che sia un pianeta con molte caratteristiche simili a quelle della nostra Terra e, dimensioni a parte (è una volta e mezza più grande), ha un’area abitabile: una zona Goldilocks (Pianeta Riccioli d’oro), ovvero “un’area abitabile” di un sistema stellare.
A questo punto bisogna porsi una serie di domande.
Come mai si va alla ricerca di altri mondi abitabili?
Per conoscenza scientifica e basta oppure vi sono altre finalità come, ad esempio, la colonizzazione?
Questi altri pianeti, una volta che se ne appuri, l’abitabilità per gli esseri umani saranno accessibili a tutti o solo a pochi eletti (con i soldi), come, d’altronde, avviene già oggi per alcuni viaggi spaziali?
Poniamo queste apparenti semplici domande perché la cultura liberal-borghese spinge verso l’uso delle cose siano esse intellettuali o materiali per precise, e selezionate, persone e non come bene collettivo.
E possiamo sollevare una prima osservazione sulla segretezza degli studi nel campo specifico in mano ad élite multimiliardarie e con la preclusione alla partecipazione di moltissimi paesi.
Questa cosa ci spinge a supporre che, per gli scienziati che si sono prestati a questa visione del mondo, una volta sfruttati per i loro studi scientifici, non ci sarà scampo perché, a loro volta, saranno selezionati (come si fa per le carni più gustose e pregiate del manzo) avendo, come contropartita dei loro studi per società private, un bel calcio nel di dietro venendo scaricati come carne avariata.
Sembra banale dirlo ma è opportuno ricordare a questi scienziati che lavorano del proprio genio intellettuale per società private che non hanno finalità sociali né indirizzo collettivo che il loro scenario futuro sarà, ahimè, quello sopra descritto.
Un esempio, che apparentemente non sembra centrare con quanto stiamo dicendo lo vediamo con la medicina in due paesi diversi come gli USA e Cuba. Nel primo, benché ci facciano credere che sia democratico, la medicina non è gratuita e per tutti come nel secondo.
La medicina negli USA (modello per eccellenza di liberal-borghesismo) è dominata da società private a differenza di Cuba dove tutto è pubblico. Idem per l’istruzione.
Anche la ricerca negli USA (a differenza di Cuba) è in mano a multinazionali private che decidono il bello e il brutto tempo sia nell’ambito della salute che dell’istruzione. E molto altro ancora…
Cuba, infatti, a differenza degli USA, sta ottenendo, nonostante l’embargo di oltre mezzo secolo voluto, prevalentemente, dagli imperialisti statunitensi, meritati riconoscimenti internazionali sia sul versante della ricerca (non ultima quella sul cancro) e della salute pubblica che nell’ambito dell’istruzione (altissima percentuale universitaria).
Capite allora le domande di cui sopra. Perché appagare la curiosità degli esseri umani è più che legittimo ma ad una condizione, insindacabile, che sia a beneficio collettivo e non per pochi eletti. Altrimenti c’è il rischio di perseverare nella cultura che abbiamo, giustamente, combattuto che era quella di come si definirono e fecero i nazisti del Terzo Reich con altri esseri umani.
Anche se, gratta gratta, nella cultura nazista si scoprono troppe similitudini, per non dire affinità, con il pensiero liberal-borghese… D’altronde chi fu a sovvenzionare finanziariamente il culto del superuomo nazista?
Ecco la necessità di spingere gli esseri umani (di ogni dove e latitudine) indirizzandoli verso la consapevolezza di una promozione sociale e pubblica delle industrie farmaceutiche (sia di ricerca che produzione) indicando che la salute non deve rientrare mai nel business ma come intelligente salvaguardia dell’evoluzione della specie.
Potremmo augurarci che prima, o poi, si arrivi a destinare zero soldi alla produzione di armi (dalle chimiche alle nucleari) per destinarle alle ricerche sui presupposti sopra indicati… Pubblici e non privati, ovviamente.