di MOWA
All’interno dell’abitazione di Ugo Mattei, in una cornice scenica tra l’evocazione di un paesaggio ruspante di contadini della bassa padana di fine ’800 e la più moderna musi-videoteca, si sono dati appuntamento, intorno ad un tavolo di legno massiccio, alcuni “personaggi” per parlare (a loro dire) di come cambiare l’Europa e quali prospettive darsi. L’incontro si è tenuto sotto un titolo, leggermente, inquietante: #TalkReal: Cattivi maestri – Si può cambiare l’Europa?
Nell’occasione il conduttore, Lorenzo Marsili, co-fondatore e direttore della European Alternatives (citiamo dal loro sito “organizzazione transnazionale che promuove la democrazia, l’eguaglianza e la cultura oltre i confini nazionali”), nonché promotore dell’iniziativa di cui sopra, divulgata anche dalla testata giornalistica il manifesto, presentava i suoi ospiti: Toni Negri, indicato come “controverso teorico dell’Autonomia e oggi tra i più noti intellettuali mondiali”, Sandro Mezzadra, “professore all’Università di Bologna e animatore del collettivo Euronomade”, Ugo Mattei “giurista e personalità chiave del movimento per i beni comuni”, Laura Pizzirani “attrice e attivista del Teatro Valle”, e Guido de Togni “ricercatore e attivista”.
Siamo rimasti sgomenti ed increduli, nel costatare che a quel tavolo sedeva un convitato di pietra come Toni Negri; quello stesso Negri che distrusse diverse generazioni portandole alla lotta armata e che delineò una prospettiva di annichilimento del socialismo sia in Italia che nel mondo attraverso il suo agire politico. Per tale condotta, infatti, Negri venne, giustamente, condannato, penalmente, dai tribunali italiani ma, ahinoi!, aiutato a rimanere libero, dalle patrie galere, dai liberal-radicali che lo fecero diventare, addirittura, parlamentare, posizione che gli consente, ora, di beneficiare di una lauta pensione.
Incuriositi dalla presenza di cotanta “controversa celebrità” e da quell’incipit, simile ad una seduta d’analisi di gruppo, ci siamo accinti a vedere ed ascoltare tutta la sequenza del filmato che ha deluso sia in analisi che in progettualità… ma, forse, non ne avevamo capito fino in fondo le finalità.
Di quella seduta (ma potremmo sbagliare) abbiamo percepito, però, un sottile tratteggio politico che rilanciava l’insorgenza dei cittadini, visti i continui richiami alla rivoluzione francese (teste tagliate incluse) o al protagonismo spontaneo-individualistico delle organizzazioni nichilistico-anarcoidi degli anni passati ma null’altro di più.
Abbiamo, udito e, quindi, constatato, che il condannato Toni Negri, benché abbia esaurito le energie fisiche vista l’avanzata età anagrafica, non cessa mai di svelare (a quelli attenti) la sua ritrosia nei confronti dell’unico partito (PCI – time 32′ 40″) che ha saputo far crescere in civiltà e progresso sociale un paese come l’Italia, che stava andando alla deriva e che, invece, divenne un riferimento politico-economico mondiale. Un PCI che ha saputo dare lustro al nostro Paese, visti gli elogi internazionali alla nostra Costituzione del ’48, voluta così sociale da Togliatti e che, oggi, tanti replicanti negriani (time 31′ 18″) stanno distruggendo portandoci alla situazione che abbiamo sotto gli occhi e che stiamo vivendo.
Invitiamo gli occupanti del Valle, ma anche questi dell’ European Alternatives, ad andare a leggere con attenzione tutti i passaggi dell’articolo “Biografia di Toni Negri (prima parte) Potere Operaio, Superclan – Uomini, culture, tecniche dell’eversione imperialista ” potrebbero scoprire, in realtà, un intellettuale al servizio e funzionale al capitale, tanto che, anche nel filmato, lui stesso arriva ad ammettere di non essere contro il capitale (“anticapitalista” – time 20’ 32” ), che parla di costruire in Europa una “forza di sinistra” e, badate bene, non comunista, che parla di “sabotaggio” al posto di costruzione, citando a vanvera Lenin e poi negando l’alienazione prodotta dal rapporto con il capitale (time 20’ 59”)… Infatti, Toni Negri, parla di movimenti e non di partiti come forza organizzata capace di “modificare lo stato di cose esistente” perché non è mai stato marxista, infatti, il suo curriculum vitae parla da solo…
Quindi se non vogliamo ricadere in mano ai cattivi maestri (e non come battuta sarcastica) non dobbiamo dare spazio ad uno che lavora per l’imperialismo e non viceversa.