di MOWA
Per poter fare certe affermazioni ci domandiamo cosa mangi alla mattina, per colazione, Matteo Renzi.
Forse pane e volpe?
Probabilmente sì.
Come può pretendere di andare avanti a minacciare gli altri parlamentari o appartenenti al suo partito sostenendo che, grazie al suo operato, il paese si è stabilizzato e normalizzato e non vedere, invece, che, in realtà, si sta sgretolando tutto… persino il PD?
Tutto ciò lo porta avanti come un bambino capriccioso e viziato che di fronte alle resistenze degli adulti si trincera continuamente dietro frasi ricattatorie:
“Qui ci giochiamo la legislatura”.
Embè!
Ricorderei, intanto, al viziatello e capriccioso Renzi, che, ancor oggi, siede su quel banco senza che nessun italiano lo abbia votato (perché uno delle centinaia di nominati); suo compito, meglio dire suo dovere, avrebbe dovuto essere ripristinare la legge elettorale (ritornando al voto di preferenza, prima del pre-Porcellum/Mattarellum) così come imposto dalla Corte Costituzionale e non, invece, prodigarsi nel “sovvertire” la Costituzione in un progetto che si può chiamare, solo, con il nome di golpe.
E, per realizzarlo, in questo caso, non si sono usati, come si suol dire, i carri armati dei militari ma al loro posto interi “squadroni di figuranti” composti da tutto il peggio che la borghesia metteva a disposizione e che va dagli yes-man ai lacchè (tout court), dai senza onore agli indegni e così via. Qui, però, la storia ci viene in aiuto e ci insegna che fine facciano, poi, certi “figuranti”.
“Figuranti”, si diceva, che ora lo accompagnano e che cambieranno la casacca al primo colpo di vento come avvenne dopo il 25 aprile 1945.
Non è una boutade perché questa cosa l’hanno già fatta.
Quando?
Quando entrarono in un partito (il PCI) che aveva tradizione, cultura e metodo politico, diversi dalla DC e da moltissimi altri.
Quando, questi “figuranti”, entrarono in quel partito (anche se, molto modificato dopo il 1991) c’era ancora, nonostante tutto, una forte base elettorale (base che andava a votare e che ora è persa definitivamente) proveniente da origini sociali umili e propensa al cambiamento del paese verso un progetto socialista-comunista.
Infatti, che ci azzeccano questi “figuranti” con il vecchio corpo elettorale di quel partito che è stato portato, scientemente, all’annichilimento politico?
Questi “buttafuori” di buoni propositi stanno, con il loro capo, smantellando parti importanti della Costituzione sociale, sovvertendoLa, al punto da rendere impossibile, in un eventuale futuro, il rispristino della stessa come era in origine (1948), e, nel contempo, minando quelle che sono le basi minime dell’ordine costituito.
Il modo di agire di questi squallidi rappresentanti della frustrazione (dovuta, probabilmente, a mali narcisistici causati da irrisolti problemi con l’autorità – infatti, il “…narcisista è colui che, non essendosi potuto ben confrontare con figure genitoriali significative, non riesce ad acquisire un’identità “adulta” capace di contenere, filtrare costruttivamente le proprie pulsioni; rimane a un’identità “infantile”, estremamente dipendente da qualcuno o qualcosa…” ) stanno allarmando, giustamente, associazioni importanti come l’ANPI o costituzionalisti come d’Albergo, Villone… sino a Zagrebelsky, in quanto sono portatori di rovesciamenti dei delicati meccanismi democratico/costituzionali sin qui conosciuti e realizzati dalla Resistenza al nazi-fascismo.
Ci stanno, questi “figuranti”, scientemente portando verso un regime (questa volta il termine è appropriatissimo e fa riaffiorare la loro nevrosi a conferma di quel sinonimo conflittuale irrisolto tra principi autoritari ed esigenze istintuali) che eravamo riusciti a ricacciare nel 1953 (c.d. legge “Truffa”) e nel 1993 quando avevamo, ancora, vigore e consistenza politica tale da poter reagire adeguatamente.
Oggi bisogna ricostruire coesione con più fatica… ma non si può certo rinunciare alla democrazia per colpa di alcuni “figuranti” che sono riusciti, persino, a inserire di soppiatto nell’articolo 12 del disegno di legge Boschi (“revisione costituzionale”) la trasformazione dell’art. 72 della Costituzione, come “scoprì” ed ebbe a denunciare Salvatore d’Albergo, assegnando al governo il dominio sul Parlamento. Capite: potere al governo di chiedere all’organo del “monocameralismo” cioè alla camera, di deliberare che “un disegno di legge, indicato come essenziale per l’attuazione del programma di governo, sia iscritto con priorità all’O.d.g e sottoposto alla votazione finale entro 60 giorni dalla richiesta”.
Di fronte a cotanta antidemocratica malafede, siamo ben disposti a rifare un altro 25 aprile… e i dati di quanti siano i dissidenti a questi “figuranti” lo riscontriamo attraverso i dati di quanti siano coloro che non vanno più a votare ma che, ancora, invece, non hanno perso il loro alto senso civico e Costituzionale.
Ricordiamo a quei “figuranti” che questo è il paese reale e non lo scranno del capo… e anche qui la storia insegna.