di MOWA
Lasciano amareggiate le parole della senatrice Monica Cirinnà, nella sempre più “fastidiosa” discussione parlamentare sulle proposte avanzate da alcune forze politiche, quando ha usato strumentalmente la Costituzione italiana per sostenere la sua tesi.
Infatti, la senatrice Cirinnà, con la tecnica del “un colpo alla botte ed uno al cerchio” ha sostenuto e, nel contempo, demonizzato la Costituzione quando ha declamato nel suo intervento:
“…La Costituzione è un progetto di emancipazione personale e sociale, un processo di liberazione della persona umana naturalmente inconcluso e da rinnovare continuamente con spirito di cooperazione solidale.
La Costituzione è stata scritta avendo in mente il passato, il presente e il futuro…”
Senatrice Cirinnà, delle due una. O la Costituzione è un progetto di emancipazione personale e sociale, oppure, un processo di liberazione della persona umana naturalmente inconcluso e da rinnovare continuamente!
Altrimenti non si capirebbe l’ennesima schizofrenica valenza positiva che dà nel capoverso successivo:
“La Costituzione è stata scritta avendo in mente il passato, il presente e il futuro”.
Potremmo credere che la senatrice Monica Cirinnà, in alcuni frangenti, sia a favore della Costituzione italiana così com’è pensata dai suoi padri costituenti e, in altri momenti, no, forse adottando la furbizia di “due pesi, due misure”.
Perché, se la senatrice, imprenditrice di società agricola, fosse favorevole alla Costituzione del ’48 non si capirebbe il suo ruolo ed il suo essersi schierata con i Suoi rottamatori che ne prevedono lo snaturamento e/o eliminazione di parti importanti o, peggio ancora, di forte predominio di alcune figure istituzionali sovvertendo lo spirito bilanciatore e democratico sin qui dimostrato dalla Carta dei princìpi.
Sì, senatrice!
Perché i suoi sodali vogliono altro
“l’art.12 del disegno di legge Boschi viene trasformato l’art. 72 della Costituzione, introducendo di soppiatto il dominio del governo sul Parlamento, affermando che «il Governo può chiedere alla Camera dei deputati di deliberare, entro cinque giorni dalla richiesta, che un disegno di legge indicato come essenziale per l’attuazione del programma di governo sia iscritto con priorità all’ordine del giorno e sottoposto alla pronuncia in via definitiva della Camera dei deputati entro il termine di 70 giorni dalla deliberazione». Ricalcando il potere, introdotto dal fascismo nel 1925, di determinare la formazione dell’ordine del giorno della Camera in nome del primato del capo del governo sull’assemblea parlamentare; passaggio legislativo che ha determinato la nascita della dittatura fascista, dove tutto il potere era in mano al capo del governo, cioè del Dux.”
Tanto si fa uso, a sproposito, del buon nome della Costituzione che saltano fuori discorsi di nominati e non eletti che nulla hanno di attinente con essa.
Se si fossero applicati, per capire la Costituzione del 1948 nella sua completa struttura, avrebbero compreso come Essa ricalchi un susseguirsi, in itinere, di eliminazione dei processi di alienazione scaturiti, come direbbe Marx (sostiene Chiara Volpato – Prof. di Psicologia sociale all’Università di Milano-Bicocca) nei Manoscritti economico-filosofici, dal rapporto dell’umanità
“del lavoratore nel sistema capitalista, dove il lavoro non è più una libera attività consapevole, quindi di una manifestazione di umanità, ma un’imposizione esterna, che priva il lavoratore dei suoi prodotti. Se il lavoro non è più un fine, in cui si realizzano bisogni e desideri umani, l’uomo si sentirà libero solo svolgendo funzioni quali mangiare e procreare, espressioni della sua parte animale, mentre si sentirà una bestia in quella che dovrebbe essere la manifestazione della sua umanità ‘ciò che è animale diventa umano, e ciò che è umano diventa animale’.” [1]
Perché cambiare, allora, la Costituzione italiana?
“Le riforme costituzionali rompono, distruggono questo impianto e creano le premesse per una nuova forma di dispotismo che elimina definitivamente quella forma di stato, unica al mondo, di democrazia economico-sociale, grazie alla quale si ponevano le premesse per intervenire in maniera efficace, condizionandone gli indirizzi, sugli istituti storicamente determinati del capitalismo, vale a dire la proprietà privata e l’impresa. Un drammatico ritorno al passato in cui viene ad annullarsi l’integrazione tra eguaglianza formale ed eguaglianza sostanziale.” (Dr. Angelo Ciampi – Docente presso il Dip. L. della ZHAW – Pubbliche relazioni con istituzioni scolastiche del Canton Ticino – CH)
Se si fossero applicati di più, questi nominati (e non eletti) parlamentari, avrebbero preteso di legiferare più seriamente sull’oggettivizzazione sessuale proposta dai media (di proprietà in stragrande prevalenza dei massocapitalisti) che vengono poi mutuate dagli attori sociali.
Avrebbero compreso, questi nominati (e non eletti) parlamentari, che questo “prodotto” mediatico penalizza maggiormente le donne con modelli stereotipati. Penalizza le bambine in quanto “sessualizzate” e “le donne adulte innaturalmente bloccate”.
Ricordate il documentario Il corpo delle donne, di Lorella Zanardo, dove il corpo femminile viene continuamente oggettivizzato?
E parlare di oggettivizzazione vuol dire forma particolare di deumanizzazione, cioè strumento, merce.
Un significato profondo, preciso e molto comune nelle culture borghesi.
Molte ricerche sull’esposizione mediatica ai modelli dominanti idealizzati e irraggiungibili del corpo portano gli adolescenti a rivelare l’abbassamento dell’autostima.
Quante hanno esasperato il proprio peso corporeo e non si sentono bene con sé stesse?
In alcuni casi, le ragazze, insoddisfatte del loro corpo, sono portate a fumare di più. In altri casi, ancora, quando si dovrebbe parlare di benessere sessuale, bisogno d’intimità, bassi livelli di stress e autostima le ragazze si vedono come oggetti.
Nelle donne adulte, per effetto di ciò, ad esempio, si accentuano l’assertività e i comportamenti a rischio.
Ci sono studi recenti (Martins, Tiggemann, Kirkbridge e Saguy) che dimostrano (a causa di ciò) come alcuni soggetti nei paradigmi dell’accettazione del proprio corpo siano diventati più vulnerabili all’oggettivizzazione che provoca loro maggiori disordini alimentari, sindromi depressive e disfunzioni sessuali.
“L’oggettivizzazione sessuale indica la valutazione di una persona sulla base dell’utilità delle sue funzioni sessuali ‘ che vengono separate dal resto della sua personalità e ridotte allo stato di mero strumento o guardate come se fossero capaci di rappresentarla nella sua interezza’ (Bartky 1990), p. 26. Bartky ha discusso l’oggettivizzazione del corpo introducendo un parallelo con la teoria dell’alienazione di Marx: le donne a suo parere, sono sottoposte a una frammentazione analoga a quella subita dai lavoratori ai quali viene sottratto il prodotto del loro lavoro.” [2]
E chi garantisce e tutela l’altra fascia debole come i bambini?
Perché schierarsi aprioristicamente contro l’esponente dei pediatri italiani quando afferma che ci sia nella discussione della proposta di legge un rischio psicologico per i bambini in un contesto diverso da quello consuetudinario?
Non si penserà, forse, che l’esponente dei pediatri italiani, parlando dei bambini, abbia avuto una visione inconsapevole di ciò.
Crediamo, invece, che il pediatra abbia assolto la sua funzione di scienziato al servizio dei più deboli e dentro la vigente Costituzione.
Ci piacerebbe sapere, invece, dalla senatrice Cirinnà, che arriva da una terra ricca di logge massoniche, cosa ne pensa della slide n° 7 del sociologo Domenico De Masi che, parla di androginia all’ XI Convegno Nazionale del supremo consiglio del 33° ed ultimo grado del rito scozzese antico ed accettato per la giurisdizione massonica italiana in cui rivela l’ennesimo attacco alle donne?
Ci piacerebbe sapere dalla senatrice (liberal-borghese e non certamente comunista) del PD se considera l’androginia un’anomalia dello sviluppo sessuale e se in ciò non avessero ragione Karl Marx e Friedrich Engels ne L’ideologia tedesca che
“Le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti; cioè, la classe che è la potenza materiale dominante è in pari tempo la sua potenza spirituale dominante. La classe che dispone dei mezzi della produzione materiale dispone con ciò, in pari tempo, dei mezzi della produzione intellettuale, cosicché ad essa in complesso sono assoggettate le idee di coloro ai quali mancano i mezzi della produzione intellettuale. Le idee dominanti non sono altro che l’espressione ideale dei rapporti materiali dominanti, sono i rapporti materiali dominanti presi come idee: sono dunque l’espressione dei rapporti che appunto fanno di una classe la classe dominante, e dunque sono le idee del suo dominio.”
Una cosa ci lascia perplessi e sconcertati di tutti quelli che si sono lanciati verso questa battaglia parlamentare, che nessuno abbia avuto l’avvertenza di pronunciarsi sulla tutela e preservazione della Costituzione e, tanto meno, si siano sentiti in dovere di presenziare (anche come sola rappresentanza) il giorno 23 gennaio 2016 al Monumento alla Deportazione del Parco Nord Milano a Sesto S.Giovanni invece di recarsi alla manifestazione di “svegliaitalia”. Iniziativa quella al Monumento alla Deportazione che ha raccolto le associazioni antifasciste.
A dirla tutta non si sono visti nemmeno il giorno 24 gennaio, alla Loggia dei Mercanti, all’iniziativa dell’ANPI e ANED contro il raduno dei nazi-fascisti a Milano.
Antifascismo vuol dire essere contro tutto ciò che è oligarchico, di prevaricazione e/o anticapitalista.
Anticapitalista vuol dire ribaltare quelli che sono i rapporti sociali di assoggettamento dell’uomo sull’uomo esattamente come prevede la nostra Costituzione.
Perché la senatrice non pone le sue energie verso la tutela e la conservazione della Costituzione del 1948, invece, di schierarsi tra i suoi rottamatori?
La risposta a questo quesito la riassumiamo in due concetti di Angelo Ruggeri che dicono così:
“In realtà siete contro una fazione del capitale e a favore di un’altra fazione del capitale, contro una politica economica capitalistica a favore di un’altra politica economica capitalistica.
Contro un “capitalismo” ma per e al servizio di una altro “capitalismo” (sempre e comunque).
Dichiarandovi “radicali” e “alternativi” siete “radicali” e “alternativi” di che e a che cosa?”
“Voi in realtà, dal momento che non marciate anche per i valori economico-sociali della nostra Costituzione, marciate si contro l’attuale politica economico-sociale del capitalismo finanziario euro-atlantico ma per sostituirla con un altra politica economico-sociale capitalistica del capitale finanziario ed imperialista euro-atlantico.”
Note:
[1] Chiara Volpato Deumanizzazione – Come si legittima la violenza Ed. Laterza pag. 106-7 – Prof. di Psicologia sociale all’Università di Milano-Bicocca, si occupa di conflitti tra gruppi, pregiudizi, stereotipi, influenza sociale, analisi psicosociale di testi storici.
[2] ibidem pag. 108-9