di MOWA
Nell’articolo precedente (Dens dŏlens 20) venivano indicati alcuni nomi di sindacalisti appartenenti al Collegio dei Delegati della Società Umanitaria. A questo proposito, nell’articolo, si interrogava la CGIL chiedendo motivazioni e la si invitava a rispettare il proprio lo Statuto che vieta tassativamente di avere a che fare con la massoneria.
Col passare dei giorni all’articolo venivano aggiunti dei commenti che riportavano altri particolari (http://www.webalice.it/raffaele.simonetti/archives/segnalazioni2011_07.html#I20110712) che lasciano di stucco per la disinvoltura con cui questi sindacalisti si manifestano in codesta struttura e per quanto questa società Umanitaria ha fatto per la Camera del Lavoro. Il bollettino massonico “Erasmo – notizie del Grande Oriente d’Italia” a pag. 35 recita: “[…]Tra Ottocento e Novecento la Massoneria è al centro della vita economica della città. La Banca Commerciale Italiana, fondata a Milano dal “fratello” Giuseppe Toeplitz, si inserisce in una vasta ragnatela finanziaria costituita da logge europee e americane. Parallelamente, e in nome di quel progresso sociale da sempre auspicato dai “liberi muratori”, la Massoneria milanese dà un contributo determinante alla nascita della Camera del Lavoro. Tuttora esponenti della CGIL e membri del Grande Oriente d’Italia siedono fianco a fianco nel consiglio di amministrazione della Società Umanitaria, il lascito più importante di quella stagione di fervore massonico.”
Lascio, comunque, la possibilità di visionare la pagina in questione con l’immagine riprodotta qui sotto.
Le domande a questo punto sorgono, come un fiume in piena, e coinvolgono le politiche che, in questi anni, hanno portato questa gloriosa sigla sindacale ad assumere atteggiamenti fortemente “collaborativi” con i diversi governi che si sono succeduti e che hanno penalizzato il mondo del lavoro con perdita di diritti sino alla continua revisione del sistema pensionistico …E se tutto questo non fosse casuale ma dovuto alla presenza al suo interno di queste strane figure? Sono solo congetture, ma a questo punto è lecito farle.
I lavoratori iscritti al sindacato dovrebbero chiedere che queste “anime belle” (come diceva Plotino) siano messe in condizione di non nuocere, in quanto produttori di arretratezza culturale e sudditanza oligarchica tipica del potere borghese ma, soprattutto, antitetica alla richiesta di evoluzione ed emancipazione dei plebei, pena l’estromissione dalle varie forme organizzate … e mi sembra che questo stia già avvenendo.
A questo punto, se la CGIL non estrometterà costoro per incompatibilità darà un pessimo segnale ai lavoratori che leggeranno questa cosa come la realizzazione del famoso “Piano di Rinascita democratica” della P2 di Licio Gelli che si prometteva come obiettivo di: “[…] c) i sindacati, sia confederali CISL e UIL, sia autonomi, nella ricerca di un punto di leva per ricondurli alla loro naturale funzione anche al prezzo di una scissione e successiva costituzione di una libera associazione dei lavoratori; […] 2) Partiti politici, stampa e sindacati costituiscono oggetto di sollecitazioni possibili sul piano della manovra di tipo economico-finanziario. La disponibilità di cifre non superiori a 30 o 40 miliardi sembra sufficiente a permettere ad uomini di buona fede e ben selezionati di conquistare le posizioni chiave necessarie al loro controllo.”
Quindi se dovessero rimanere all’interno nonostante l’accorta norma statutaria vuol dire che la CGIL non è più in condizione di difendere i lavoratori perché inficiata da poteri diversi da quelli per cui è nata! E costoro cosa sono disposti ancora a fare dato che hanno già mentito allo Statuto del sindacato, pur di rimanere sulle poltrone della CGIL?
Auguri a quei lavoratori che cercano ancora di difendere la democrazia all’interno di quella che era, è (?) e sarà (?) la CGIL.
da: http://iskra.myblog.it/2011/07/18/dens-dolens-21-quesiti-per-la-cgil/