di MOWA
In uno dei “desideri”, non scritti, della “follia egocentrica” di un professionista dello spettacolo (attore) non c’è miglior cosa, per passare alla storia, che morire mentre sta recitando sul palcoscenico.
Un “desiderio”, tra l’altro, che non ha logica, non, quanto meno, secondo i precetti del buon senso visto che coloro a cui è successo sono, inevitabilmente, passati nel grande libro del dimenticatoio delle persone, il loro ricordo rimane, vivo, solo, non nella memoria della gente, ma in quella delle carte in quanto morti inspiegabili e quindi al vaglio della magistratura sotto il nome di “morti bianche”, dovute ad incidenti sul lavoro che, conseguentemente, attendono di passare da una lista statistica Istat ad un’altra dei decessi annuali.
Ma, sarcasmo a parte, ci sono morti sul palcoscenico che attirano l’attenzione più di altre perché hanno quel sapore di sfida nei confronti della logica e che, pertanto, attraggono il nostro interesse.
Uno di questi decessi, che cozza con la logica, è quello occorso al giovane 27enne attore Raphael Schumacher, morto impiccato durante la prova teatrale dello spettacolo Mort a Vendre di Maril Van den Broek, al teatro Lux a Pisa, che parlava dei drammi, delle poesie, delle lettere, dei racconti legati al tema della Grande Guerra.
Una prova teatrale fatta alla presenza di alcune persone che non si sono accorte, purtroppo, per tempo del triste evento e che, forse (ironia macabra della sorte), in cuor loro si saranno, al momento, compiaciute per il realismo della scena.
A noi, l’accaduto dispiace, ma sarà compito del magistrato approfondire cosa sia realmente successo in quegli istanti e trarne le dovute deduzioni, partendo, sicuramente, dal perché non sono stati usati gli accorgimenti scenici a tutela dell’attore come in ogni finzione teatrale che si rispetti.
Ci interessa molto, però, l’antefatto, quello che precede l’evento e come mai, alcuni giorni prima, siano comparse sulle pagine di facebook del teatro, TheThing Promozione Eventi, alcune simboliche rappresentazioni esoteriche, fotografie di quadri raffiguranti in successione oraria, rispettivamente:
a) in un gioco tra bianco e nero, due triangoli equilateri di diversa dimensione, sovrapposti l’uno all’altro e speculari, con al centro l’occhio (onniveggente e massonico di Hiram?) e racchiusi in un cerchio dove sono iscritti altri triangoli, in cui sotto la punta dell’angolo inferiore una lacrima bicolore.
I due triangoli principali potrebbero rappresentare quello acquoso, il femminile (orientato verso l’alto) e l’altro, focoso, il maschile (rivolto verso il basso), insieme, rappresentano un conchiuso sistema dualistico. Dietro, altri giochi geometrici di triangoli che potrebbero descrivere il Cubo di Metatron dove si inscrivono altri cinque solidi (che gli esoterici chiamano platonici) l’uno dentro l’altro, e ciascuno di essi contiene in sé una copia più piccola della forma originale – un cubo dentro un cubo, un ottaedro dentro un ottaedro e così via. Nel “Fiore della Vita”, invece, la sua forma è chiamata anche “Sesto giorno della Genesi” poiché ottenuto dalla ‘rotazione’ di sei cerchi o sfere, corrispondenti ognuna ad un giorno della Creazione.
b) l’anatomia di un cuore. Il cuore che, secondo gli esoterici, rappresenterebbe il generatore di un campo energetico “più ampio e potente di tutti quelli generati da qualsiasi altro organo del corpo, compreso il cervello all’interno del cranio.”
c) quattro cervi che all’interno delle vistose corna intessono fili con disegni geometrici. I giochi dei fili all’interno delle corna dei cervi, secondo gli esoterici, potrebbero far parte della Geometria Sacra “… matrice che si trova alla base del nostro essere e rivela l’ordine divino presente in ogni aspetto della nostra realtà.”
d) teschio umano (tatuato). Il teschio, che si trova in ogni loggia massonica, sta ad indicare la vittoria dello spirito sul corpo oltre a saggezza e conoscenza.
Tutte simbologie che richiamano, dicevamo, l’esoterismo e la massoneria come, già, qualche attento internauta ha rilevato su alcuni siti. Anzi, in rete, qualcuno si domanda come mai abbiano lasciato riaprire i battenti dell’attività teatrale benché vi sia stato un morto di mezzo.
E’ un po’ come voler sostenere la tesi di una disgrazia accaduta sul luogo di lavoro non includendovi, forse, delle indagini, rispetto ad altre variabili su quanto, in alcuni ambiti, l’impiccagione e la vita rappresentino simbolicamente. Si dovrebbero togliere, quindi, dalle dichiarazioni quelle della madre che esclude la volontà al suicidio del figlio, in quanto sereno, dunque, se, come dicono gli psicologi, il vero scopo del suicidio non è tanto il morire ma il volersi liberare dal dolore lancinante che ha invaso la propria vita, allora è da ritenersi, probabilmente, fuori luogo questa ipotesi.
A questo punto, forse, rimangono da analizzare le rappresentazioni simboliche, un preavviso di altro?
Cosa esattamente?
Lugubri presagi che coinvolgono poveri e innocenti vittime di aspetti follemente segreti come mascherate ritualizzazioni per ottenere altro?
Che abbia ragione, quindi, il commento di “LaVeritàBrucia”, a “il fatto Quotidiano”, quando sostiene che “L’attore era critico della NATO e del governo renzi e dell’Europa. Vergogna un altro assassinio dei massoni”?
E, si sa, che la Toscana non è solo terra di massoneria ma, anche, di importanti basi militari statunitensi e spesso queste realtà vanno a braccetto come sostenuto, con convinzione di causa, dall’ex magistrato Ferdinando Imposimato
“…che la Nato venisse usata anche come strumento di interferenza nella politica interna dei paesi che ne facevano parte tra cui l’Italia venne dalla scoperta che molte basi Nato avevano ospitato spesso riunioni di terroristi e massoni. La potenza della massoneria americana in Italia era tale che riuscì a impiantare, agli inizi del 1961, ben cinque logge in altrettante basi Nato. Artefice della penetrazione massonica americana in Italia fu Frank Gigliotti, uomo dell’Oss e fondatore della CIA, con James Angleton. Insignito del grado di gran Maestro onorario a vita, membro emerito del Supremo consiglio italiano del Rito Scozzese e rappresentante per l’Italia alla Conferenza di Washington, Gigliotti ottenne il riconoscimento da parte dei fratelli italiani delle logge Nato, presenti nelle basi militari americane di stanza in Italia: la B. Franklin di Livorno, la Aviano in Friuli, la H.S.Truman presso il comando di Bagnoli, a Napoli, la Colosseum di Roma, frequentata dal corpo diplomatico e militare dell’ambasciata americana, la J.L. McClellan a San Vito dei Normanni in Puglia, le due logge della Ftase, comando operativo della Nato per il sud Europa, cioè la “Verona American Lodge” nella città di Giulietta e la “G. Washington” a Vicenza, dove aveva sede la V Ataf. (G. Rossi e F. Lombrassa, “In nome della Loggia” edizioni Napoleone, Roma, 1981, pagina 20).”