di MOWA
Nei giorni scorsi sono stati ritrovati, esattamente in un’intercapedine “di un sottotetto del Policlinico di Milano, alcuni documenti delle Brigate rosse che fanno riferimento, in particolare come è stato confermato da fonti qualificate, all’ avvocato ed ex deputato della Dc Massimo De Carolis, gambizzato nel 1975”.
E’ doveroso fare dei chiarimenti su chi fosse/sia Massimo De Carolis, che, strumentalmente e inopportunamente, tentava di passare per vittima ma … era un iscritto alla loggia massonica P2 nonchè promotore della “Maggioranza silenziosa” che aveva funzioni anticomuniste, ma su questo torneremo brevemente più tardi.
Diverse e di non facile interpretazione sono le cose che, probabilmente, dovranno essere chiarite dagli inquirenti, tra le prime:
- quei documenti sono stati depositati da diverso tempo oppure sono stati messi in quel luogo in tempi più recenti?
- se sono davvero lì da diverso tempo perché la scelta di quel luogo specifico?
- cosa successe in quegli anni che può ricondurre al luogo del ritrovo?
- se, invece, sono stati depositati in tempi recenti a chi si vuole “mandare un messaggio”?
La cosa che balza subito all’occhio e lascia perplessi è la collocazione geografica del nascondiglio in cui i documenti sono stati ritrovati.
Il nascondiglio si trova:
A circa 350 metri (4 minuti a piedi) dall’ingresso principale (dai 100 ai 150 metri dalle diverse uscite laterali dell’ospedale) della sinagoga della Comunita’ Ebraica Di Milano di via Guastalla 19.
A circa 550 metri dalla chiesa di Santa Maria della Pace, situata in via San Barnaba 40, sede della luogotenenza, per l’Italia Settentrionale, dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Ordine a cui erano iscritte persone come monsignor Marcinkus o Bruno Contrada ex numero 2 del Sisde.
A circa 550 metri dall’edificio sede storica dell’Umanitaria che ha come fondatore Prospero Moisè Loria, un massone che “Wikipedia, nella sua citazione, pudicamente omette di ricordare[…] ma in rete se ne trovano inconfutabili tracce, insieme con più recenti collegamenti della Società Umanitaria con la massoneria.”
A circa 500 metri dal Tribunale di Milano che aveva (ha) un via vai di migliaia di persone tra cui molte forze dell’ordine in abiti sia civili che in divisa.
A circa 700 metri (10 minuti a piedi) dall’abitazione del medico Giovanni Maria Pedroni, personaggio di punta dell’organizzazione del“ Noto servizio” o c.d. “Anello”, che, spiega a pag. 33, il libro di Stefania Limiti “L’ANELLO DELLA REPUBBLICA”:
“…come medico ‘dedicato’, non curò raffreddori, ma gli toccò di ‘ricucire la pancia di parecchia gente’, evidentemente alle prese con tante sporche operazioni, grandi e piccole. Ne fa cenno anche la fonte ‘Giornalista’:
Esisterebbe anche una pattuglia di ‘manovali’ addetti ad eseguire azioni anche pericolose e illegali: i due più fidati sarebbero due fratelli, proprietari di un negozio di fotocopie in via Larga a Milano di fronte agli Uffici Comunali.
Per le azioni di depistaggio erano poi necessari amici tra i magistrati:
E’ certo che in tanti anni il gruppo si è organizzato su scala nazionale e dispone di legami in tutti gli ambienti. Anche negli ambienti della Magistratura. Proprio pochi giorni addietro l’Adalberto Titta confidava ad un amico di avere ‘arruolato’ un giovane sostituto procuratore della Repubblica di Milano, un certo dott. De Santis.”
E, dulcis in fundo, a circa 1000 metri (12 minuti a piedi), dalla Caserma Medici del 3° Battaglione Lombardia dei Carabinieri di via Lamarmora 29; una delle più attrezzate ed organizzate del territorio del Nord-Ovest d’Italia.
Il ritrovamento, dei documenti delle BR, avvenuto pochi giorni fa nell’ospedale Policlinico di Milano, fa riaffiorare alla memoria le bugie di Mario Moretti quando, il 28 giugno del 1973, mise “in atto un’azione dimostrativa volta a conquistare consensi nelle fabbriche del nord, sequestrando Michele Mincuzzi, ingegnere dell’Alfa Romeo di Arese, specializzato in organizzazione del lavoro” ma “sbagliò” il disegno della stella a cinque punte sulla rivendicazione sostituendola con quella ebraica di Davide. Tanto grave l’errore che, anni dopo, Alberto Franceschini, capo storico delle Br, sollevò dubbi su Moretti, arrivando “… ad ipotizzare che quella stella a sei punte fosse un messaggio di Moretti agli israeliani, ai quali stava dimostrando di essere in grado di padroneggiare l’organizzazione.”
Israeliani che, con l’obiettivo di accreditarsi a livello mondiale sull’area Medio-Orientale, si erano resi disponibili, tramite il Mossad, a sostenere le BR fornendo loro armi per far continuare la loro azione terroristica destabilizzatrice in Italia. Infatti, nel “… dicembre dello stesso anno [1973 ndr], tramite Antonio Bellavita e Aldo Bonomi del giornale “Controinformazione” che fiancheggiava le BR, i servizi segreti d’Israele chiesero un contatto con i brigatisti. Il messaggio proveniente dal medioriente era sostanzialmente questo: «Non vogliamo dirvi che cosa fare, a noi interessa solo che voi esistiate, e noi vi diamo armi e danaro».” Per gli isrealiani, come per molti altri paesi dell’Occidente, era prioritario incidere sulla politica di consenso pubblico del PCI e, quindi, avevano la necessità di togliere questa opportunità ad un forte partito comunista.
L’intreccio politico/militare di quel periodo con la costituzione, da parte dell’Occidente (in particolare USA-GB), di formazioni anticomuniste nel mondo con varie denominazioni come Stay beind (Gladio), che avevano in modo particolare attenzione all’Italia dove esisteva il più grande partito comunista europeo è una conferma, di quanto detto precedentemente. E il “…tutto rimanda al “Field Manual”, un documento americano top-secret del 1970 che vede i terrorismi di diversi colori come un ottimo strumento da utilizzare per fini egemonici e di equilibri. Equilibri di Guerra fredda, ovviamente”.
In questo contesto politico di indirizzo anticomunista e di instabilità dell’Italia si deve anche inserire il movimento della “Maggioranza silenziosa” a cui aderirono persone (che avevano collaborato con il Giornale Lombardo diventato, poi, Corriere d’Informazione “sotto il controllo di Londra attraverso la supervisione del padre di Paolo Mieli, Renato, assegnato al Psychological Walfare Branch”) come “… Nino Nutrizio, direttore del quotidiano La Notte,” o, anche, “Maurizio Blondet, Antonio Del Pennino e Paolo Pillitteri” (socialista, quest’ultimo, diventato sindaco di Milano e cognato del condannato Bettino Craxi).
Le Brigate rosse spinte ad una autoreferenzialità tipica delle culture élitarie (massonico-borghesi) e non di massa come, appunto, quella comunista fruivano di analfabeti politici su cosa fosse il marxismo-leninismo.
I documenti ritrovati nell’ospedale Policlinico sollevano altre domande su come sia stata, sicuramente, eterodiretta la politica in Italia.
I documenti ritrovati, come l’adesivo dell’IPA, International Police Association, che aveva (ha) un ufficio a propria disposizione nel Palazzo Beccaria (sede dei Vigili Urbani, ora Polizia Locale, a 550 metri dal Policlinico – 12 minuti a piedi) di Milano e dove (nello stesso stabile) lavorava il dirigente dott. Oreste Innocenti (ex parà ?!), che era nella lista della Loggia massonica P2 (tessera 355).
Luogo di ritrovo, quello dei documenti BR, che era a poche centinaia di metri dall’abitazione di un avvocato e parente (!?) di un importante responsabile del Mossad in quegli anni.
Troppe coincidenze perchè possano essere considerate solo fortuite casualità.
Coincidenze (?) queste che gli inquirenti avranno il non facile compito di sbrogliare rifuggendo dalle facili soluzioni (depistanti?) come presentate sia dal massone De Carolis che da altri.
Se, poi, oltre a quelli politici, mettiamo in conto gli interessi economici che le organizzazioni come la P2 avevano sia nel campo sanitario che in quello delle privatizzazioni, possiamo capire che la trasversalità non manca …e, a questo punto, possiamo, anche, ipotizzare che l’agguato mortale contro il medico Luigi Marangoni non escluda che costui fosse d’intralcio anche a questi affari.
5 Comments
Interessante. Ma vorrei conoscere le fonti che indicano Adalberto Titta come medico e il suo indirizzo a Milano.
Grazie per le vostre ricerche.
Giovanni
Le fonti sono indispensabili e devono essere tutelate. Le informazioni, spesso, le si possono ottenere anche dalle liste elettorali. Le informazioni su Titta le si ricavano dall’ottimo libro di Stefania Limiti “L’ANELLO DELLA REPUBBLICA” (http://www.vuotoaperdere.org/dblog/articolo.asp?articolo=114).
MOWA
Non di Adalberto Titta si tratta ma di Giovanni Maria Pedroni.
MOWA
Carissima Iskrae.eu
il libro della Limiti è
L’ANELLO DELLA REPUBBLICA.
Complimenti per lo sforzo d’analisi.
Andrea
Avevo avuto il sospetto del malinteso sul nome. Grazie per la precisazione.
G.