di MOWA
Quando Renzi, nei suoi discorsi pubblici, sostiene che “gli italiani aspettavano da vent’anni questa modifica costituzionale” rivela, involontariamente, una delle date importanti in cui organizzazioni (occulte) hanno avuto la responsabilità nella richiesta della modifica autoritaria dell’establishment politico-istituzionale, ovverosia la massoneria con la P2 (allora) in testa.
Una sinergia a favore del “cambiamento” da parte di varie componenti che vanno da quelle degli opinionisti a molti giuristi, dai media ai politici, dai partiti della destra a quelli della sinistra, dalle organizzazioni corporative padronali ai sindacati… sino ad arrivare al nostro vicino di casa che, assillato ossessivamente da stress comunicativo unidirezionale, rifiuta ogni ragionamento su cosa vorrà dire la deforma costituzionale.
Una deriva autoritaria, come sosteneva il costituzionalista Salvatore d’Albergo, dove verrebbe assegnato al Presidente del Governo di turno, il potere (dell’art. 12 della modifica costituzionale) di chiedere alla Camera di deliberare un disegno di legge, indicato come essenziale per l’attuazione del programma di governo, entro 60 giorni dalla richiesta (come se fosse un “decreto”) in un meccanismo istituzionale determinato con metodo discriminatorio (e non paritario) tra Governo e Parlamento.
Meccanismo, quindi, sbilanciato a favore del Governo e di una forte riduzione della funzione della Camera che perderebbe la valenza di essere la rappresentante dell’elettorato facendo venir meno l’articolo 1 della Costituzione (che diverrà subalterna ai desideri dell’esecutivo), che recita:
“… La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Quindi, quando quelli a sostegno del sì (Renzi in testa) dichiarano che verrebbe modificata solo la seconda parte della Costituzione sanno benissimo di mentire.
Provate ad immaginare cosa vorrebbe dire, nella pratica, quell’art. 12 della modifica costituzionale.
Provate ad immaginare le ricadute sul versante delle leggi sul lavoro, sull’utilità sociale (compresi gli aiuti alle calamità naturali come terremoti, inondazioni ecc.) se il Governo dovesse esercitare negativamente questa opzione.
Immaginate che tipo di pressione clientelare ne nascerebbe se passasse la deforma costituzionale della Boschi-Renzi pur di vedere riconosciuta la propria causa (politico- economica) scavalcando le guarentigie democratiche.
Ci troveremmo di fronte ad una dipendenza fortissima da un quadro politico che avrebbe consensi in base alle elargizioni fatte passare attraverso quell’art. 12.
Tutto ciò, avrebbe un nome che si è sempre combattuto: clientelismo, però, questa volta, legalizzato.
Se, poi, questo lo sommiamo a come verranno designati i componenti del Senato, non più con l’elezione popolare ma per nomina dell’establishment, c’è da far rabbrividire persino i paesi che hanno avuto esperienze dittatoriali…
Adesso si capiscono le esortazioni di Renzi a rottamare il vecchiume, quando spacciava agli ingenui (o ignoranti), come vecchiume, la vera novità rivoluzionaria: la nostra Costituzione sociale e progressista nata dalla Resistenza al nazifascismo.