di MOWA
Ricordate la vignetta apparsa, nel 2003, su un periodico statunitense, pochi mesi dopo l’invasione americana dell’Iraq, che ritraeva due generali di fronte ad una carta geografica con la didascalia dei loro commenti “Ora che abbiamo esportato la democrazia in Iraq dovremmo fare lo stesso anche con la Florida”?
Il riferimento del generale alla Florida era dovuto alla contestazione sull’esito delle votazioni nelle elezioni presidenziali del 2000 che vedeva, come rivali, il repubblicano George W. Bush (che, oggi, ha dichiarato pubblicamente di votare la democratica Hillary Clinton) e il democratico Al Gore. Contestazione elettorale che impose al partito di Gore (che aveva ottenuto, a livello nazionale, più voti di preferenza da parte degli elettori) di rivolgersi alla Corte Suprema per fermare il nuovo conteggio che finì con l’assegnazione dei voti del collegio della Florida a Bush.
L’osservazione la facciamo in base al sistema elettorale statunitense che, di partecipato e democratico, ha poco o nulla e che, invece, accentra nelle mani di pochi le sorti di centinaia di milioni di cittadini, in pochi decidono quale politica deve essere prodotta in quel paese. Sistema elettorale che esclude, senza mezzi termini, le centinaia di milioni di persone statunitensi dalla cosa pubblica e la concentra nelle mani di solo 538 individui c.d. “grandi elettori”.
Un’altra dimostrazione che rende poco trasparenti le procedure elettorali e le contestazioni sull’esito ottenuto l’abbiamo avuta due anni dopo quel famoso 2000, con la legge “Help America Vote Act“, che ha reso la frode elettorale molto più facile con la privatizzazione del processo elettorale e l’adozione dei sistemi elettronici che non lasciano traccia cartacea.
Tanto sono bizzarre e governabili (dai poteri forti) le elezioni statunitensi che la riprova l’abbiamo avuta, qualche giorno fa, con l’intervista, rilasciata al giornalista e conduttore del programma NBC “Meet the Press”, Chuck Todd, andato in onda domenica 16 ottobre, dall’attuale vice-presidente in carica USA, Joe Biden (amico dei nazisti ucraini), che fece una dichiarazione, indiscutibilmente, rivelatrice:
“La gente non sa fino a che punto si possono cambiare le elezioni in modo fondamentale…”
Questa frase, probabilmente involontaria, lascia senza dubbi su come si governino milioni di persone senza che queste siano consapevoli di cosa voli sopra le loro teste e di come li si espropri di due fondamenti: libertà e democrazia.
Due parole al “nostro” esterofilo statunitense Renzi, che dichiara su ogni televisione, radio, quotidiano che in Italia c’è poca garanzia di continuità politica in quanto ci sono troppe elezioni e che questo è motivo per cambiare la Costituzione, gli ricordiamo che negli USA, ogni due anni senza eccezioni, vengono rieletti tutti i deputati della Camera dei rappresentanti ed un terzo dei senatori, …e, costoro, pretendono di essere gli unici ad avere la democrazia con la “d” maiuscola tanto da esportarla in altri paesi (anche con azioni di “guerra democratica”).
Anche per questo motivo dobbiamo dire assolutamente NO alla deforma costituzionale proposta dai renziani e riprenderci il diritto al proporzionale puro che ci qualificava, fino a qualche anno fa, come paese civile e patria del diritto.