Foto: Yves Felix Marie Guillou
di MOWA
Si fa fatica a rimanere razionali davanti ad episodi di efferata violenza nei confronti di persone inermi come in Spagna ma, purtroppo, la situazione ci impone di rimanere il più lucidi possibile.
Si riscontra, in questi episodi, nonostante le notizie riportate dai giornali, una strana sensazione di deja vu col passato, non nella stretta analogia operativa, ma nella conclusione tecnica, che tenta di provocare disordine sociale.
Azioni che sembrano apparentemente sconclusionate e non connesse tra loro ma che hanno diverse similitudini, in particolare, con quelle degli anni ’70-’80. Attori e date diverse, ma scopi e fini, probabilmente, analoghi. Persino gli incendi appiccati nei boschi sembrano frutto dell’azione simile a quelle fatte in passato dal contingente clandestino Exército de Liberatação de Portugal (ELP) legato a Guérin-Serac alias Yves Felix Marie Guillou.
Vedendo cosa succede in questi ultimi anni in alcune aree del globo e vedendo il video dell’intervista a Thierry Meyssan tornano alla memoria gli obiettivi che si erano posti alcune strutture illegali (e a copertura di altri servizi segreti statali), come l’Aginter Press, dove un documento Notre action politique, ritrovato (sequestrato nel 1974) nella sede di Lisbona in Rua das Praças n. 13, recitava così:
“Noi pensiamo che la prima parte della nostra azione politica debba essere quella di favorire l’instaurazione del caos in tutte le sue strutture del regime. È necessario cominciare a minare l’economia dello Stato per giungere a creare confusione in tutto l’apparato legale. Questo porterà a una situazione di forte tensione politica, di paura nel mondo industriale, di antipatia verso il governo e verso i partiti. In questa prospettiva deve essere pronto un organismo efficiente capace di riunire attorno a sé gli scontenti di ogni classe sociale al fine di aggregare una vasta massa per fare la rivoluzione.
[…]
A nostro avviso la prima azione che dobbiamo lanciare è la distruzione delle strutture dello Stato sotto la copertura dell’azione dei comunisti e dei filocinesi. Noi, d’altronde, abbiamo già elementi infiltrati in tutti quei gruppi; su di loro dovremo videntemente adattare la nostra azione: propaganda e azioni di forza che sembreranno fatte dai nostri avversari comunisti e pressioni sugli individui che centralizzano il potere a ogni grado. Ciò creerà un sentimento di antipatia verso coloro che minacciano la pace di ciascuno e della nazione.”
In altri documenti dell’organizzazione clandestina l’esplicitazione era, ancora, più evidente:
“Noi abbiamo, dentro tutte le università italiane, dei gruppi di studenti che possono agire nei campi dove sarà necessario agire.”
Tanto pericolosi i progetti dell’organizzazione clandestina da essere formulati, nella sentenza-ordinanza N.2643/84A R.G.P.M. – n.721/88FR.G.G.I. del 1995 sull’eversione stragista degli anni ’70 del giudice Guido Salvini, in questo modo:
“…Tale documento era un vero manifesto programmatico della strategia della tensione e in esso, fra l’altro, si leggeva che, oltre all’infiltrazione vera e propria nei gruppi ‘filocinesi’, dovevano essere attuate azioni di propaganda apparentemente opera degli avversari politici e tali da aumentare il clima di instabilità e creare una situazione di caos”. [pag. 226]
Infiltrazione tanto riuscita che coinvolse, più o meno consapevolmente, collaboratori a diversi livelli come lo svizzero Gérard Bulliard (collaboratore retribuito dal Sid – dal 1966 – come “Fonte Bill”), segretario generale del Parti communiste suisse marxiste-leniniste, rinominato in seguito Parti populaire suisse, “Fonte Bill” che si adoperò nell’opera di infiltrazione ed incontrò, anche, Ugo Duse fondatore della Lega dei comunisti marxisti-leninisti e Mario Quaranta. Si scoprono “legati” all’Aginter Press il segretario di Pino Rauti il giornalista Armando Mortilla, Giano Accame, Giorgio Torchia, Michele Rallo e monsignor Georges Roche, superiore dell’Opus Cenaculi.
Due giornalisti ed un fotografo (Incerti, Ottolenghi e Raffaelli) de L’Europeo firmarono uno stupendo articolo su cosa fosse e cosa si prefiggeva quell’organizzazione clandestina (che è, stranamente, scomparsa nel nulla insieme ai suoi capi) di cui riportiamo i punti salienti:
“L’Aginter Press di Guérin-Serac [il cui vero nome è Yves Felix Marie Guillou ndr] era: 1) un’agenzia di stampa e di propaganda per la diffusione di idee e di programmi nazisti in tutto il mondo, in particolare in Europa e in Africa […]; 2) un’agenzia di reclutamento e di addestramento professionale di mercenari, terroristi, e sabotatori per portare il disordine e il caos ovunque, allo scopo dichiarato di minare le fondamenta dei governi democratici […]; 3) una centrale di spionaggio ufficialmente legata ai servizi segreti portoghesi [PIDE ndr] e, tramite questi, a quelli degli altri paesi occidentali […]; 4) il cervello e il luogo di incontro di quell’organizzazione internazionale che ha tirato le fila dell’eversione in questi ultimi anni […]; 5) il centro strategico per operazioni di intossicazione politica e provocazione, e per l’attuazione di una vera e propria guerra rivluzionaria.”
Tutto ciò, sembra un’allarmante cinica preparazione dell’attualità tanto da sconvolgere gli analisti seri su cosa stiamo vivendo. Cose che vengono riconfermate nei propositi nell’incontro con alcuni agenti della Cia e industiali dal componente francese dell’Aginter Press, nel 1975, Jean-Denis Raingeard de la Blétiere ed emersi nella lettera scritta ad un cugino:
“Su un piano politico internazionale, hai il riconoscimento immediato, in settantadue ore al massimo, di Guatemala, Costa Rica, Gabon e Kuwait, poi, in otto giorni, di Brasile, Spagna, Sudafrica, Cile, Svizzera, Marocco, in un mese di Francia, Germania, Belgio, Italia più diversi paesi dell’America del Sud e dell’Africa, e infine, in due mesi, degli USA e di diversi paesi asiatici”.
Quante volte abbiamo sostenuto che alcuni “casi strani emergono ogni qual volta si verificano episodi che hanno una sorta di “equivocità” politica. Cosa non insolita del potere è dare risalto positivo ai soggetti che dovranno ‘infiltrarsi‘” e a “dimostrazione del grado di infiltrazione e dell’ovvio inquinamento delle idee sono i documenti che vengono fuori, dopo anni, nei vari processi che ci sono stati e che rivelano quello che diciamo da sempre sulla necessità della conoscenza e della relativa vigilanza su chi ci avvicina prima di ritrovarsi in tutt’altra direzione da quella auspicata.”