di MOWA
Quante volte ci si è trovati di fronte a situazioni in cui si discute, per un nonnulla, con amici o conoscenti e la causa scatenante è stata la comunicazione internet attraverso e-mail, whatsapp, blog, sms, Facebook, Twitter …?
Siamo sicuri della risposta: moltissime!
Gli studiosi, probabilmente, risponderebbero che le cause sono tante e diverse tra loro e che per dare una valutazione concreta, bisognerebbe considerare ogni caso a sé.
Potremmo dire che, molti esseri umani quando comunicano attraverso i social network, siano soggetti all’effetto ‘abitacolo’, proprio come gli automobilisti, all’interno del proprio automezzo, che, quando incontrano qualcuno lungo la propria strada di percorrenza, gli si scagliano contro in modo asociale, sentendosi al protetti e facendo cose che non avrebbero (quasi mai) fatto nella normalità e in situazioni de visu, come inveire animosamente con improperi o compiere gesti fuori luogo e inconsulti nei confronti di altri.
Un effetto ‘abitacolo’ che si somma a quello ‘pecora’, con l’obiettivo di riuscire a rendere ‘virali’ i propri contenuti o, solo, con lo scopo di ottenere il maggior numero di condivisioni.
Gli effetti ‘abitacolo’ e ‘pecora’ avvengono (ahime!), anche, sul versante politico, ovviamente, in misura diversa a seconda del grado di rilevanza sociale. Spesso, si assiste, quasi impotenti, a tali atteggiamenti che si riproducono sulle persone con effetto a valanga, danneggiando sia la sfera emozionale degli individui che quella della civitas che, invece, dovrebbe promuovere gli esseri umani secondo il principio della convivenza delle città-Stato.
La prerogativa di tutti questi atteggiamenti è quella di aumentare la propria, personale, claque e tralasciare, invece, i reali bisogni delle persone; tanto più se sono la maggioranza degli oppressi.
La ricerca di un successo individuale è frutto di competenze studiate ad hoc per provocare disagio diffuso e instabilità psico-sociale tanto da portare alcuni a sostenere che:
“L’effetto carrozzone o effetto bandwagon è la considerazione che le persone spesso fanno o credono in alcune cose solo perché la maggioranza della gente crede o fa quelle stesse cose. Ci si riferisce spesso in senso dispregiativo a questo effetto chiamandolo istinto del gregge, particolarmente riferendosi agli adolescenti. Si può dunque dire che c’è una tendenza nella gente a seguire la folla. L’effetto carrozzone è a causa del successo di quelle argomentazioni basate esclusivamente su opinioni molto diffuse (argumentum ad populum). In senso letterale un carrozzone è un carro che trasporta la banda in una parata. Salire sul carrozzone è dunque attraente poiché permette di ascoltare la musica senza dover camminare. L’espressione “saltare sul carrozzone” viene dunque usata nell’accezione di “unirsi a una tendenza sempre più diffusa”. Questo effetto può anche essere osservato nelle elezioni: alcuni tendono a votare quei candidati che hanno maggiori possibilità di successo, o che come tali vengono dipinti dai media, aumentando così la probabilità di essere “dalla parte del vincitore” a elezioni concluse.” (Wikipedia)
Fenomeni (‘abitacolo’ e ‘pecora’), dicevamo, che hanno devastato e devastano antiche amicizie e si sono evolute anche grazie all’uso e consumo di un ‘non-confine’ virtuale che ha dato origine a molti altri aspetti negativi di anti-socializzazione come quello dei troll.
Una definizione azzeccata, quella di troll (di derivazione mitologica norrena che sarebbero vissuti nelle foreste e descritti come umanoidi ruvidi, irsuti e rozzi), per quegli internauti che insultano tutto e tutti e che leggono le leggi a proprio uso e consumo, senza rispettarle.
Un mix di comportamenti anti-sociali molto funzionali al potere che danno il sospetto di essere volutamente utilizzati contro ogni tentativo di recupero di normalità e di aggregazione politico-sociale che invogli le persone a guardarsi sotto la dimensione dell’unione invece che della discordia con un comportamento da persone, prima ancora che civile, umano.