di MOWA
Ci fanno notare, alcuni nostri lettori, di come ci abbiano fatto vivere “…un venticinquennio della nostra storia – dal 1969 al 1994 con prodromi negli anni Sessanta (vedi le vicende anche oscure del terrorismo altoatesino) – contrassegnato dal susseguirsi di stagioni attraversate da lunghe scie di sangue con stragi, attentati, tentativi golpisti e destabilizzanti, terrorismi “bianchi”, “rossi” e “neri”, la recrudescenza della violenza mafiosa, ecc…” per, poi, interrompersi “in una fase precisa di questo percorso” discettando in seguito sul fatto che si era arrivati ai primi anni Novanta e per concludersi con “il sostanziale processo di liquidazione dell’assetto costituzionale nato dal Dopoguerra”.
Un percorso, questo, poco sinuoso ma che ha ottenuto, per coloro che l’hanno pianifcato, un risultato fatto di rinunce occupazionali e sacrifici di coloro che, invece, hanno creduto e credono ad uno sviluppo democratico del Paese ma che sono stati indotti a convergere, purtroppo, su argomentazioni fuorvianti come lo sono le beghe scimiottate sui media del tipo: scontrini dei parlamentari, Isoardi in casa che stira, le auto blu dei ministri, i verbi sbagliati dei parlamentari, ecc. sino ad arrivare a tifare per un segretario di partito invece di entrare nel merito del programma, e non rendersi conto, dunque, che questa è, solo, una delle fasi della predazione di un sistema democratico che vogliono scardinare.
Questa è una fase, conseguenza di altre ma che ne precede una ben peggiore quella dell’ulteriore cessione di beni pubblici (sia sotto forma di liquidità spiccia – es. Cassa Depositi e Prestiti – che di aziende) a soggetti multinazionali, quali potrebbero essere i vari super finanzieri avvoltoi (alla Soros), che, aiutati dagli attuali governanti italiani, stanno portando al collasso i meccanismi di stabilità economica del Paese.
Si badi bene che, rimanendo sull’esempio di Soros, molti dell’attuale Governo o di quelli precedenti, benché urlassero al “popolo” le loro considerazioni sulle responsabilità dello stesso sulla crisi economica stanno giocando la carta sporca che li porta, nella realtà, invece che a liberarsene ad aiutarlo ad acquisire più autorevolezza sulle scelte future di questa striscia di terra; cosa, d’altronde, che stanno facendo su altri fronti come quello europeo dove, contrariamente alle strillonate pubbliche contrarie, porteranno a cariche rilevanti, nel prossimo “Governo di sistema”, un Mario Draghi ormai in scadenza sui banchi europei. E, così facendo, di quinquennio in quinquennio, si da altro tempo alle economie capitaliste di predare e guadagnare altri soldi e tempo in attesa di ulteriori periodi di miglior favore.
Oggi, come in molti altri paesi, in Italia non diventa indispensabile, per condizionarla, fare un golpe intervenendo con carri armati come siamo stati abituati di vedere in alcune realtà mondiali nei periodi scorsi ma, come scritto sul libro del falco antidemocratico Edward Luttwak, Strategia del colpo di Stato. Manuale pratico si possono usare altri mezzucci quali crisi finanziarie, eliminazione (sia materialmente fisica – Aldo Moro insegna – e inquinandone la credibilità con false notizie della vita privata…) di uno, o più soggetti, che potrebbero intralciare il processo di acquisizione di quel bene a chi è interessato.
Abbiamo sotto gli occhi di tutti i giorni i disastri di natura politico/economica degli attuali (come dei precedenti) governanti e, andando a ritroso di ben venticinque anni di storia, possiamo comprendere che, se siamo circondati istituzionalmente da incompetenti, arrivisti, individualisti, ignoranti, presuntuosi, ballisti, misogeni, bulli, malavitosi, massoni…, lo dobbiamo al fatto di aver sottovalutato il problema o di essere rimasti indifferenti alla disintegrazione dell’unica forza organizzata, capace di costruire una cultura realmente antagonista al sistema capitalista (e non scimiottata da molti centri sociali) come lo era il P.C.I. da Togliatti-Gramsci ad Enrico Berlinguer, non guardando a quello che sarebbe stato il processo degenerativo che, pian piano, si sarebbe formalizzato in divenire; non si era calcolato che una società privata di adeguati e attrezzati anticorpi non poteva far altro, come d’altronde ha fatto, che, ahime!, accelerare la sua sottommissione ai grandi monopoli e diventare una triste parodia di zombie viventi.
Il fatto sintomatico è che i reazionari, ancora oggi (come in passato), agiscono, pressochè, indisturbati nelle piazze o si presentano alle elezioni dimostrando il consistente aiuto (anche economico) del grande capitale alle loro organizzazioni, prendendo in giro così i loro stessi aderenti sulla loro distanza dai poteri forti, quando, in realtà, sono un tentacolo della piovra (come la mafia…) e, a dimostrazione di ciò, abbiamo le coraggiose inchieste fatte da magistrati o da alcuni solitari giornalisti a cui dobbiamo molta gratitudine ma che non è sufficiente a recuperare il tempo perduto dai diritti sociali persi.