di MOWA
“Il bene non ha che una forma, il male ne ha mille.” (Honoré de Balzac)
Un Governo, che si stà squagliando al sole per le contraddizioni e le fesserie distribuite a manciate sui poveri italiani, mette, ora, e, ancora una volta, a dura prova le persone perbene che dovranno districarsi nei meandri dell’acquitrinosa palude nella “quale” dovranno scegliere tra questi partiti della seconda e terza repubblica alle eventuali prossime elezioni.
Una sfida, se ci si pensa bene, non indifferente per non dire titanica, viste le precedenti esperienze di questi outsider della politica perché, si scopre che spesso sono cambiate le casacche ma non le dinamiche di molti politici che si autodefiniscono, più o meno, nuovi.
E le povere persone perbene, sono passate inorridite e/o sbalordite dalla forte ingerenza del partito di maggioranza assoluta di una volta, la Democrazia Cristiana (caduto, con tutta la sua costellazione di satelliti, per le indagini su “Tangentopoli”), fino ai partiti della seconda e terza repubblica, nuovi arrivati (che hanno governato per decenni) ma che avevano, già, al loro interno il germe del peccato e, infatti, appena la magistratura indagò ci furono schiere di indagati e arrestati. Nomi di insospettabili eccellenze, per non dire di grido.
Qualcuno, in preda alla delusione ed alla disperazione per aver scelto, ahinoi!, male i propri referenti istituzionali si rifugiò nella negazione di quanto commesso o, pensando fosse una soluzione salvifica, si proiettò in altre parrocchie compiendo, invece, lo stesso errore.
Un inanellamento di errori che tormenta, gli elettori che, non hanno, probabilmente, compreso che non sono le novità a modificare la politica ma la sostanza dei contenuti e il modo con cui si formano le organizzazioni che potrà dire se quella sarà una scelta vincente o meno e, dunque, si troveranno a dover ripercorrere, strade impervie ed in salita per vedere appagata la loro sete di giustizia sociale.
Un paragone storico (incontrovertibilmente a favore degli ultimi) che ha segnato le sorti in positivo del nostro paese (e non solo) lo abbiamo già avuto, un partito che ha saputo dare stimolo collettivo e partecipativo ai cittadini responsabilizzandoli verso la cosa pubblica, facendo conquistare emancipati diritti, che ha fatto discutere e crescere culturalmente intere generazioni, aumentando senso civico ed etico, che è stato in grado di spegnere i bollori di chi voleva il “tintinnar di sciabole” nelle istituzioni conservando e facendoci vivere in pace per quasi mezzo secolo… Un partito: il Partito Comunista Italiano (P.C.I.), odiato dai potenti e insultato (con fandonie mai realmente dimostrate e, anzi, archiviate dalle varie inchieste), perché con salde e fedeli radici nella Costituzione e lo sguardo rivolto ai diritti di tutti.
Forse, per non andare incontro all’ennesima delusione (che potrebbe essere una delle ultime possibilità, viste le graduali e pericolose modifiche legislative andate in vigore in questi ultimi anni), sarebbe il caso che si ri-organizzasse quel vasto movimento di massa che esisteva e che, oggi, si “rifugia” in quel 47% di non elettori, perché i sistemi autoritari colmano i vuoti lasciati da altri.
Si riempiano questi spazi vuoti coi valori della democrazia e del progresso, dove le parole d’ordine siano ancora: pace, lavoro e democrazia, nel rispetto ed attuazione della Costituzione voluta dai padri costituenti.