MOWA
Emerge, finalmente, il nome dell’autore di una tra le più terribili stragi perpetrate in Italia negli anni ’60 – ’70, quella di Piazza Fontana: il militante fascista di Ordine nuovo di Verona.
Esiste, quindi, ora, un nome ed un cognome (e l’appartenenza politica militante di Ordine nuovo) dell’autore materiale della strage, di colui che ha depositato l’ordigno esplosivo nella banca (uccidendo 17 persone e ferendone 88) e che compare (come il “paracadutista“) sia nel libro del giudice che fece le indagini su piazza Fontana, Guido Salvini, dal titolo La maledizione di piazza Fontana, sia nell’articolo dell’attentissimo giornalista, Gianni Barbacetto.
L’anomalia di fronte a tanta faticosa ricerca di una verità sia giudiziaria che storica sta nel fatto che, nonostante siano passati 50 anni da quello spaventoso evento, non sia mai terminata la fase di complicità istituzionali e di compiacenti silenzi di “scriccheracarte” di “pompose” testate dei media. Testate tanto asservite da sembrare corree di cotanto malcostume per non aver detto nulla sulla clamorosa rivelazione.
Un’anomalia che equivale, se vogliamo, ad un’ammissione dell’esistenza di complicità e adesioni a quella politica che veniva portata avanti negli anni dello stragismo su pesante suggerimento dei poteri che arrivavano dall’estero come dagli USA con l’operazione Chaos che fecero scoprire (grazie a ricerche di bravi giornalisti e ad indagini) “organismi come la “Rosa dei Venti” o il “Noto servizio” detto anche “Anello” che operavano a latere delle istituzioni”.
Pesante fu la mano di alcuni Paesi stranieri con l’intromissione negli affari interni dell’Italia che, invece, cercava di trovare un proprio percorso democratico dando vita agli articoli della Costituzione e nel rispetto delle regole condivise nelle sedi istituzionali, regole spesso tradite a danno, quindi, del Paese e dei concittadini.
Pesante fu l’intromissione della NATO che aiutò, in diversi modi, molte organizzazioni della destra tanto da avere conferma sia nelle sedi giudiziarie che in quelle degli storici di come abbiano molte formazioni (es: Ordine nuovo, Avanguardia Nazionale…) realizzato caos e terrore nel paese Italia.
Una nefasta deriva politica di quegli anni che doveva bloccare a tutti i costi l’avanzare della formazione democratica del P.C.I. Una formazione politica che aveva impedito l’insediarsi di scomodi intrusi ai vertici dello Stato italiano e che ha pagato duramente sia politicamente che in risorse umane la realizzazione di altre vie ad indirizzo sociale, più vicine ai bisogni della collettività e non di pochi ricchi. Cosa che vediamo, tra l’altro, ripetersi, ancor oggi, in molte parti del globo (Bolivia, Venezuela, Cina, Cile, Ucraina, Egitto…) con la sorprendente rivelazione della presenza e sostegno di destabilizzanti organizzazioni con simpateticità con l’Occidente e afferenti alla NATO passando, in molti casi, da strutture della malavita come è (ed è) stato (es.) in Italia con la ‘ndrangheta.
È mai possibile che non vi sia un’adeguata attenzione mediatica a quella che potremmo definire la madre di tutto quello che fu il cambiamento del paese Italia e circondario?
Che i partiti odierni non ne vogliano parlare si può comprendere, perché figli illegittimi di quella stagione della strategia della tensione han dato vita alla seconda-terza Repubblica, ma che vi sia, ancora, una cortina di nebbia così fitta all’interno delle testate giornalistiche lascia comprendere quanto sia ancora lungo il percorso dell’onestà intellettuale a cui si rivolgevano i vari Falcone, La Torre, Borsellino, dalla Chiesa… e diventa impellente, organizzarsi in modo adeguato per non essere fagogitati dalle strategie inglobanti di quel tipo di “potere”.