di MOWA
“Lottavamo contro lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, per il diritto allo studio, per quello alla casa, per la democratizzazione dell’informazione, della magistratura, della medicina e della psichiatria, dell’esercito e dei rapporti tra le persone e di genere. Ci risposero con la repressione e le bombe, intimorendo e criminalizzandoci, coinvolgendo e scatenando gli squadristi.” [ Luca Visentini, Sognavamo cavalli selvaggi, pag. 150 ]
Si è all’ennesima settimana di “reclusione forzata” nelle proprie abitazioni in quelle Regioni italiane (oggi tutt’Italia), interessate al problema COVID-19 e si ha tutto il tempo per riflettere su cosa stia succedendo intorno sia a livello nazionale che internazionale; riflessioni che (magra consolazione) ci aiutano, però, a mettere insieme – come un puzzle – alcune delle dichiarazioni (più o meno pubbliche), documentazioni… dei vari organi ufficiali su come si debba contrastare la nuova emergenza virale. Sembrerebbe un autentico cataclisma, sia emozionale che infrastrutturale.
Perché, in queste poche ore, vengono alla ribalta quali sono state le “pecche” di chi ha sostenuto politiche iper-liberiste sul versante pubblico tanto da mettere alla frutta, anche, il sistema sanitario (che ha difficoltà a coprire l’emergenza) e a scoprire, suo malgrado, di aver fatto una pessima analisi oltre che di essere vittima (castigato da qualche volontà superiore?), di quel male virale dal nome quasi medicale: COVID-19.
Emerge dagli archivi dei giornalisti che in 10 anni sono stati tagliati in Italia la bellezza di 37 (dicasi: trentasette!) miliardi alla sanità pubblica. Un decurtamento del finanziamento pubblico che ha portato ad una “perdita di oltre 70.000 posti letto negli ultimi 10 anni, con 359 reparti chiusi, oltre ai numerosi piccoli ospedali riconvertiti o abbandonati…” che, ora sarebbero stati utilizzati al posto delle privatizzazioni o dei reparti fatti con le tende fuori dai nosocomi.
Emergono, anche, dal professor Francesco Cappello altri aspetti poco chiari e subdoli su queste strane forme virali che lasciano ulteriormente sbigottiti di quanto siano cinici questi “capitani” delle multinazionali che vengono elogiati sulle copertine delle testate giornalistiche (soventemente loro) come filantropi di un bene umanitario – ma mai provato realmente.
In questo disordine mentale tra caos su chi comanda e/o chi decide all’occidentale (ancorchè italiano) saltano fuori anche i refrattari influencer iperideologizzati anticomunisti che con manichea disinvoltura lanciano una frecciatina al sistema politico cinese che, però, sta sì contenendo la spirale virale, ma lì sono obbligati dal “regime” ad eseguire mentre qui si invita a dare seguito alle ordinanze… Sembrando, tutto ciò, una caricatura teatrale, come dire: “so di essere uno sciocco ma non esageratamente sciocco” e, quindi, meno dannoso. Una reattanza occidentale tutta da capire che ha la stessa valenza di chi scrive sui muri: “scemo chi legge”, ma qui si parla di vite umane.
Una domanda, però, in questo marasma di informazioni, viene quasi spontanea:
“Ci si può fidare, a fronte di una serie di indagini (o processi terminati con condanne), di quei medici che sono appartenenti ad obbedienze (non democratiche) come la massoneria i quali non hanno (o avuto) sensi di colpa nel condividere scelte di campo di piani eversivi, stragisti, separatisti… come quelli inseriti nella lista della P2?”
Senza contare, poi, delle dichiarazioni dei “fratelli” come il notaio Pietro Marrapodi, (depositario di tanti segreti della massoneria e dei suoi legami con la criminalità organizzata) il quale rilasciava al magistrato Agostino Cordova, curatore della maxi-inchiesta sulla massoneria, dichiarazioni del genere:
“Gli appartenenti alla loggia Logoteta sono circa ottanta; nella lettera che ho inviato per conoscenza a questa Procura ho indicato il dottor Roberto Rechichi. Attuale venerabile della Loggia, medico a Reggio Calabria. Foti è un altro medico pure fratello, con carica di primo sorvegliante […] Io non sono a conoscenza di fatti specifici di natura criminale che attestino una devianza delle regole massoniche. Mi baso su dati giornalistici… ”
O dei pericolosi rapporti del medico (“ma anche mafioso palermitano e assai inserito nell’ambito dei cappucci e grambiulini” [1]), Giacchino Pennino?
Ci si domanda, allora, quale salute possono garantire certe persone?
[1] Claudio Cordova, GOTHA – il legame indicibile tra ‘ndrangheta, massoneria e servizi deviati, ed. PaperFIRST, pagg. 282-285