di MOWA
“L’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari.” (Antonio Gramsci)
La faccia di alcuni politici, presentata in televisione, è indescrivibile, o meglio, forse si potrebbe far vedere ma sarebbe, solo, per apostrofarli in malo modo e dato che non si vuole cadere nella stessa classe di incivili ci si astiene.
Cotanta espressione la si è avuta il giorno 1 luglio, alla trasmissione pubblica “Agorà Estate 2020” dove era presente (via skype) un esponente leghista che rimproverava un suo collega, di altro partito (M5S e al momento con carica di sottosegretario agli affari esteri e cooperazione internazionale), perchè, a suo dire, non si schierava apertamente a favore degli abitanti di Hong Kong che sarebbero vessati dalla Cina comunista e rimasti l’unica “area democratica” di quel Paese. Inutili le spiegazioni del sottosegretario agli affari esteri che cerca di far ragionare il “collega” spiegando che contano i decenni di storia di quel popolo e che sarebbe importante che gli altri Stati se ne facessero una ragione, invece, tutti gli interlocutori presenti alla trasmissione (leghista, conduttore, ecc.) sono schierati sulla definizione di “regime” e, quindi, per traslazione ideologica sull’idea di un paese totalitario.
Inutile dare informazioni a costoro su come si sviluppi quel paese e quanti siano i partiti perché c’è un vizio preconcettuale e quindi sarebbe come dare le perle ai porci sull’esito autocritico ma, per onestà intellettuale, si vuole indicare quanto già postato sul sito dal professore Andrea Catone dove, a pag 7 e 9, si sostiene correttamente :
“...aggressiva è la posizione dell’amministrazione USA su Hong Kong, dove fomenta e sostiene movimenti secessionisti e anticomunisti e ora mobilita il suo apparato mediatico per attaccare il Congresso nazionale del popolo cinese per la formulazione di una legge sulla sicurezza nazionale per Hong Kong.” […]
“La presidenza di Trump è stata caratterizzata – facendo la tara di alcune oscillazioni ed esternazioni che contraddistinguono teatralmente il personaggio – dal porre la Cina come avversario, e poi nemico principale, contro il quale ha iniziato nel 2017 una dura guerra commerciale. Tale guerra, pur in un percorso a zig-zag, è stata in crescendo, ha provocato grandi disordini nei mercati mondiali e ha sostanzialmente avviato un percorso a ritroso nella globalizzazione e nelle catene produttive internazionali. I tre anni della presidenza Trump che precedono la pandemia di Covid-19 hanno visto progressivamente aumentare gli attacchi economici alla Cina, ma non solo. Si è intensificata l’azione di propaganda mediatica anticinese, gli USA hanno fomentato i movimenti anti RPC a Hong Kong, hanno diffuso menzogne sulla “repressione degli uiguri”, hanno operato,insomma, come avevano ben imparato a fare nel periodo della “guerra fredda”, quando il presidente USA Ronald Reagan definì l’URSS “impero del male”.”
Poco importa per questi ondivaghi politici televisivi se, poi, Catone ribadisce:
“sulla base dell’efficienza del sistema sanitario pubblico. La situazione peggiore è negli USA, dove la sanità è essenzialmente privata e finalizzata al profitto capitalistico: qui i dati esistenti rivelano profonde disuguaglianze per razza, soprattutto per i neri americani”
perché la loro bugia del “regime comunista” deve rimanere pressante nelle teste di quegli spettatori che non hanno tempo di documentarsi e smentire le baggianate. Ricordiamo il bel servizio giornalistico fatto da “Le Iene” rispetto alla diffusione del Covid-19 giusto per precisazione agli untorelli televisivi.
Ci si vuole però soffermare sulla dichiarazione del leghista su Hong Kong perchè preoccupa e non smentisce le originarie posizioni bossiane di quel movimento (poi, partito) che aveva la pretesa “licenza” di chiedere un’Italia federata: ovvero separare il Nord dal Sud… Isole comprese come fosse la pubblicità di un prodotto merceologico.
Si deve desumere che il progetto di smembrare il Paese è stato, solamente, accantonato e non abbandonato del tutto. Oppure, citando Pasquino, sono i rimasugli di un senilismo partitinocratico che riaffiora ogni qualvolta i reali potenti che li comandano, li bacchettano sulla nocche delle mani con l’intento di simulare una contrapposizione ad altri, che non esiste ma da far sembrare genuina ai più degli spettatori televisivi.
Perché l’aver assaggiato una gestione più che trentennale (tra Regioni, Comuni e Governi…) con questi accattoni del potere per il potere, ci ha “regalato” scarsa sanità (dove i deceduti e i contagiati dal covid-19 sono lì a testimoniarlo) per una privatizzazione forsennata, una scuola e ricerca che non ricevono investimenti cospicui e all’altezza di tale serio senso e che non hanno saputo frenare le fughe di cervelli all’estero (le cifre parlano da sole), una caduta libera del mercato interno in generale verso altri Stati in nome di una fantomatica impostura della difesa dell’impresa e non dei lavoratori e del Paese nel suo complesso sono lì a scoraggiare ogni sostegno alle puerili piccinerie di chi caldeggiava una “nazione” che non è mai esistita come la Padania. Si scopre, però, che dopo aver portato il Paese intero ad un calvario economico-finanziario e con le ginocchia sui ceci, oggi, tornano alla carica, difendendo un lembo di area geografica senza sapere che solo una minoranza della popolazione (quella ricca che ha speculato sui poveri del mondo) vuole rimanere con le prescrizioni coloniali anglofone mentre gli altri no.
Ma inutile dirlo perché la menzogna di tali asintòtici politici tende, come nella scienza, ad avvicinarsi sempre più a qualche cosa senza mai raggiungerla.