di MOWA
“Prima regola del manuale del delinquente: farsi fotografare solo per la fotosegnaletica…” (Antonio De Curtis in arte Totò ne Antonio Buonocore)
Lo sport nazionale per eccellenza, da diversi anni a questa parte, sembra essere diventato quello del triathlon politico, un misto tra il “cambiocasacca” e il “non mollo la poltrona”. Uno “sport” faticosissimo per chi lo pratica perché comporta doti straordinariamente superlative come avere una lingua biforcuta, un fondoschiena ben strutturato e, soprattutto, una bella faccia tosta.
Partiamo, per dare un quadro dello squallore e della caduta di valori in cui si trova la popolazione, con alcuni esempi di vicende, più o meno recenti, che si articolano tra quelle che si autodefiniscono di sinistra a quelle più dichiaratamente di destra.
Abbiamo, quindi, tra gli ultimi casi di concorrenti al suddetto “sport” quello di “Massimiliano Bernardi, ex assessore di Prc a Carrara, ora consigliere comunale, che ha fatto sapere di sostenere la candidata alla guida del centrodestra alle prossime Regionali”[1], la leghista Susanna Ceccardi. Una perfetta parabola politica che entra in sintonia con quanto ipocriticamente dichiarato recentemente dal leghista Matteo Salvini: “I valori di una certa sinistra che fu, quella di Berlinguer“.
Uno “sport”, quello del triathlon politico, fatto, spesso, di sofferenze e incomprensioni ma che serve – si giustificano i protagonisti di tale disciplina – per “armonizzare” con le varie “necessità” in campo e dare continuità agli schemi anti-pregiudizievoli di chi, invece, sosterrebbe l’eccessiva rigidità culturale. E, a conferma di tali tesi vengono a galla le “virtù teologali” di costoro, come riportato nelle cronache dei giornali che lo scrivono nero su bianco. Esempio pratico. Il M5S, Lega, Forza Italia, ecc., nonostante in passato non concordassero con alcuni eccessivi poteri in forza all’Europa ora si “zerbinano” a Draghi. Un uomo (Draghi) dei poteri che ha un passato con molte ombre e tanti scheletri in quantità industriale. Infatti, oggi, se l’Europa non si può chiamare quella dei popoli è perché lui (Draghi) è stato un attivo detrattore di tale realizzazione.
Ma se tali figure nel tempo hanno avuto l’avvallo della popolazione è dovuto, principalmente, al pessimo ruolo sostenuto da una schiera di “giornalisti comprati” – direbbe l’autore del libro Udo Ulfkotte – che sono venuti meno al loro ruolo di obiettività e imparzialità come deontologicamente la professione richiederebbe ed hanno preferito essere portatori “d’acqua e […] lacchè dei servizi segreti”. [2]
A sostegno di questa tesi, ovverosia di come sia stato il corpo giornalistico appiattito ai poteri forti contro quei milioni di persone critiche su un certo tipo di Unione Europea, lo scrive sempre Ulfkotte [3] quando cita l’esempio dell’ex capo della Commissione europea (ed ex appartenente alla struttura illegale di Gladio), Jean-Claude Juncker, il quale riferiva come l’avrebbero fatta funzionare:
“Decidiamo qualcosa, poi la depositiamo nella stanza e aspettiamo un po’ di tempo per vedere cosa succede. Se non ci sono grandi grida e disordini, perché la maggior parte delle persone non capisce ciò che è stato deciso, allora continueremo – passo dopo passo fino a quando non ci sarà la possibilità di tornare indietro.”
Una schiera di scriba letteralmente al “servizio” di quei pochi riccastri che si sono venduti l’anima pur di rimanere in una nicchia di ridicoli privilegi e che appena non servono più vengono estromessi come avvenuto ultimamente ad alcuni.
Flotte intere di appassionati al triathlon politico che hanno compromesso la stabilità democratica di interi paesi, aizzato povera gente ad uccidere loro simili in guerre utili solo alle tasche di quella insulsa minoranza che usa a proprio consumo saperi e suolo di questo Mondo con il precipuo ed unico cinico scopo di fare cassa pro domo sua, infischiandosene delle necessità, delle priorità e dei bisogni delle persone e della Terra. Ecco, allora, l’impellente necessità, come popolazione, di avere una visione comune delle cose e una maggior sensibilità alle urgenze di un futuro che ormai bussa insistentemente alla porta del cambiamento positivo fatto con gente seria che sappia fare quanto concordato democraticamente e tramite un soggetto politico che ripristini regole ed obiettivi come si erano posti i comunisti del P.C.I. sino a Natta. Non ci sono altre scappattoie se vogliamo che l’evoluzione abbia un seguito per i posteri.
NOTE:
[2]
Giornalisti comprati -come i politici, i servizi segreti e l’alta finanza dirigono i mass media tedeschi di Udo Ulfkotte ed. Zambon pag. 49
[3]
Giornalisti comprati -come i politici, i servizi segreti e l’alta finanza dirigono i mass media tedeschi di Udo Ulfkotte ed. Zambon pag. 35