di MOWA
“Siamo coloro che impastano, eppure non abbiamo pane, siamo coloro che scavano il carbone, eppure abbiamo freddo. Siamo coloro che non hanno nulla, e stiamo venendo a prendere il mondo” (Anastasios-Pandeleïmon “Tassos” Leivaditis poeta greco, 1922-1988)
Ci sono moltissimi paesi nel mondo che hanno un tasso di sviluppo economico molto basso e tanti altri, ancora, che sono più poveri di questi e la causa sembra essere sempre la stessa: il capitalismo. Ebbene sì, un capitalismo che si articola e autoriproduce tra i meandri delle leggi fatte su misura nei vari paesi con le stesse ed identiche regole di disparità sociale: cinismo e disumanità.
Un capitalismo che, in barba ad ogni norma di buon senso, ha prodotto tra le popolazioni una cultura di supina accettazione di regole immorali come se fossero quotidiana normalità ma che, in realtà, sono un’autentica rapina del lavoro altrui, della predazione della natura e molte altre barbare nefandezze.
Popolazioni che considerano normale e taumaturgica la produzione capitalistica al punto di chiudere gli occhi di fronte ad esperienze (seppur ricche di contraddizioni) di paesi che osano sfidare gli ostacoli socio-economici imposti dai massocapitalisti di ogni dove con una risposta collettiva; tramite un piano di lavoro del paese basato, quindi, sulla necessità di risposte collettive contro l’individualismo imperante che è, invece, imposto nel modello occidentale. Modello, quest’ultimo, che si è dimostrato, invece, un “colosso” con i piedi d’argilla nella vicenda della tutela della salute pubblica durante la pandemia.
Una pandemia che ha obbligato tutte le popolazioni della Terra a ragionare su quanto sia impari la lotta individuale per la salute e che devono essere date, invece, risposte collettive.
Una forzata sinergia tra le popolazioni che nel frattempo rimette all’ordine del giorno la cultura comunista per la tempestività e l’efficacia della risposta al virus di un paese come la Repubblica Popolare cinese (popolazione: 1,398 miliardi) contro le vergognose giustificazioni degli “opulenti” massocapitalisti occidentali come Stati Uniti d’America (popolazione: 328,2 milioni), Germania (83,13 milioni), Gran Bretagna (64,11 milioni), Francia (67,06 milioni), Israele (9,053 milioni), ecc…
Un Paese, quello della Cina, che ha il triplo della somma degli abitanti di quelli menzionati e che la dice lunga nella risposta immediata ed efficace alla pandemia che tradotto vuol dire che l’applicazione del sistema complessivo politico comunista ha le carte in regola sulle “stupide” battute fuori luogo di chi ideologicamente vorrebbe sostenere il contrario.
Infatti, il virus, che non guarda in faccia nessuno, tanto meno l’estrazione sociale (vedere Trump, Johnson, Bolsonaro…), ha sbugiardato i sostenitori di quell’individualismo massocapitalistico che hanno perorato per decenni e che è stato la causa dei ritardi nelle risposte sanitarie perché quelle flotte di sciocche figure, al pari dei negazionisti, sono corree dei decessi avvenuti in questi pochi mesi nei vari Stati. Ciniche figure che hanno lucrato sulla situazione tragica in periodo di pandemia come successo nella Regione Lombardia.
Perché, allora, ostinarsi a inseguire la stupidità dando fiducia (anche elettorale) a costoro quando ci sono altre strade più comode e confortevoli?
Qui non si tratta di fare come la vedova di Betulia, Giuditta, che tagliò la testa del generale Oloferne (che era rimasto colpito dalla sua bellezza) per sconfiggere gli Assiri ma comprendere quelle che sono le potenzialità della vera classe sociale produttrice del bene comune che può diventare protagonista del futuro del pianeta.
Se i cinesi hanno realizzato un Paese come aveva detto il poeta greco “Siamo coloro che non hanno nulla, e stiamo venendo a prendere il mondo” non si capisce perché gli altri popoli non possano seguire lo stesso esempio. Sicuramente avremmo tutti da beneficiarne, Terra compresa…
Foto di copertina di Andrea Piacquadio