di MOWA
“…il fascismo non è mai morto in questo Paese ed assume comportamenti a secondo delle protezioni di cui ritiene di poter fruire e per le difficoltà in cui pensa si trovi il movimento democratico…” (Carlo Smuraglia, il 25 settembre 2020, alla prensentazione del suo libro “Antifascismo quotidiano”)
Toccanti e lucidissime le parole pronunciate dal Presidente dell’ANPI nazionale, Carlo Smuraglia, il 25 settembre scorso durante la prensentazione del suo libro “Antifascismo quotidiano”, parole che mantengono viva la discussione tra le persone per bene su cosa voglia dire la cultura fascista e come si sviluppa, se si vuole conservare l’Italia (e non solo!) come paese democratico.
Una profonda analisi sul mimetismo, la spregiuticatezza, la sfrontatezza, il camaleontismo, ecc., del fascismo. Una cultura pericolosa – senza se e senza ma – per le democrazie e, ancor prima, per le libertà degli individui.
Un fascismo che riemerge nei momenti di crisi economica – sostiene correttamente Smuraglia – anche se non nella stessa forma precedente ma con altre sembianze e, oggi, se ne avvertono i sintomi.
Contribuiscono – insiste Smuraglia – allo sviluppo del fascismo anche quei giornalisti che scrivono, oggi, “che è un fenomeno morto” e non capiscono – per dolosa ingenuità o complicità – invece, che contribuiscono a diffondere quel revisionismo storico penalizzando la valenza dei valori dei padri fondatori della Costituzione che diedero anche la vita per poterla avere così lucidamente ampia e democratica.
Un esempio di bestialità antistorica, che si equipara a quella dei giornalisti, e, quindi, revisionistica l’abbiamo, con quell’atto ignobile della risoluzione del Parlamento europeo il 19 settembre 2019, dal titolo “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa” che arriva ad equiparare il nazifascismo al Comunismo.
Una autentica bestemmia di esponenti europei ai propri concittadini che hanno avuto padri e nonni caduti vittime della crudele cultura nazifascista (supportata economicamente dai massocapitalisti) quando, invece, furono proprio i comunisti con le loro formazioni partigiane i più desiderosi di una vera pace democratica, i primi a respingere quella barbarie. E la dimostrazione plastica di tali fatti storici furono i 27 milioni di sovietici caduti vittime – a respingimento dell’occupazione della Russia – o tutte quelle interminabili liste di nomi di oppositori, dei vari paesi invasi dai nazifascisti che cercarono (e vi riuscirono) di resistere ad una cultura che asserviva gli individui ad un processo involutivo ma tanto desiderato da quel capitalismo che li finanziava e usava i reazionari come mercenari per la pianificazione di un modello piramidale e antidemocratico. Queste furono le vere ragioni che spinsero milioni di persone a reagire ad una evidente barbarie socio-culturale altro che “la bestemmiata risoluzione europea” che andrebbe subito corretta e modificata se vi fossero esponenti seri e corretti nelle istituzioni. Infatti, ci si chiede come possano tali “ignoranti” mandare avanti un continente se non sanno come si è formato e chi furono, realmente, coloro che vollero una pace consolidata e democratica… Diano, almeno, dimostrazione di rimediare ad un errore così macroscopico, prendendo spunto dalle parole del Presidente dell’ANPI nazionale, Carlo Smuraglia:
“della cultura democratica del nostro Paese. Questo Paese non ha mai fatto i conti con il fascismo… Sul serio. I conti veri! Questo Paese non ha mai assorbito l’antifascismo che è insito… in tutta la carta costituzionale. E, anche una parte di questo paese, le sue strutture importanti, amministrative, istituzionali, ecc., non ha una cultura, sufficentemente, antifascista da contrapporsi in modo efficace. Ci sono Prefetti che hanno risposto – a chi c’è andato – che quella è una manifestazione fascista, che non ci sono leggi,… e, invece, le leggi ci sono.”
Allora, ci uniamo al coro dei democratici di questo Paese chiedendo non solo di correggere la risoluzione europea – che sarebbe già un buon segnale – ma di perseverare nella richiesta di essere in linea con la Costituzione altrimenti, come sostiene Smuraglia
“ il fascismo non è mai morto in questo Paese ed assume comportamenti a seconda delle protezioni di cui ritiene di poter fruire e per le difficoltà in cui pensa si trovi il movimento democratico…”
Non perdiamo questa opportunità se teniamo alla pace in terra di pace!
Foto: 1941, un fante tedesco cammina verso il corpo di un soldato sovietico ucciso e di un carro leggero BT-7 in fiamme nell’URSS durante i primi giorni dell’Operazione Barbarossa (Deutsches-Bundesarchiv-Archivio-federale-tedesco)