di MOWA
“Mai epoca fu come questa tanto favorevole ai narcisi e agli esibizionisti. Dove sono i santi? Dovremo accontentarci di morire in odore di pubblicità.” (Ennio Flaiano)
La spudoratezza di alcune persone, che dovrebbero, invece, avere un quid intellettivo elevato tanto da ritenersi equilibrate, non ha confini e, spesso, viene alimentata dall’uso (ma sarebbe meglio dire: abuso) dei social.
La dimostrazione plastica di quanto sia vera questa affermazione è dovuta a quanto pubblicato, e veicolato su twitter qualche giorno fa, da un noto personaggio che postava l’immagine agghiacciante della scritta, modificata, dell’ingresso del campo di concentramento nazista che umilia e mortifica ogni elaborazione di pensiero positivo visto che era, in origine, “Arbeit macht frei” sul cancello di Auschwitz.
Circostanza questa che induce qualche ulteriore riflessione su chi veicola (visto il background personale) certe immagini e, soprattutto, quale prerogativa si aspetti nella circolazione di tali immagini.
Una di queste circostanze potrebbe essere di carattere patologico e si potrebbe ascrivere nelle varie forme di narcisismo e, quindi, giusto per il gusto di essere citati e ricordati….
Un’altra, potrebbe essere, quella della marcata insicurezza di sé tanto da essere soggetto a cambiare spesso la posizione delle proprie idee in misura opportunistica.
Un’altra, ancora, potrebbe essere, invece, la profonda convinzione di avere un “ruolo”, una “missione”… per la quale i diversi interventi nelle varie formazioni politiche, religiose… di cui ha fatto parte (presente e passato) siano, solo, un canale per “condurre”, un po’ presuntuosamente, gli “eretici” e “infedeli” verso il proprio scopo illuminato. Quale?
Uno studioso, una mente che dovrebbe essere brillante, anzi lo è sicuramente, ma con una forte propensione ad una certa instabilità come si rileva dalla sua biografia su WikiPedia, tanto da essere (citazione):
“allontanato dalla Chiesa cattolica, a suo dire, per la sua passata adesione alla massoneria, che gli ha comportato anche una scomunica ipso facto ribadita anche nel 2011 dalla curia romana, dopo l’ordinazione diaconale.”
Infatti, sempre su WikiPedia:
“Meluzzi è stato membro della massoneria del Grande Oriente d’Italia sino alla conversione al cristianesimo”
A questo punto calza una domanda riguardo una così brillante carriera professionale: come valuta uno scienziato (quindi uomo di scienza) il fatto che vi siano persone che ritualizzano l’ingresso ad una organizzazione con tanto di cerimoniale con cappuccio, grembiulino, guanti, ecc., un’organizzazione che richiede fedeltà incondizionata (vita compresa) anche sopra la carta costituzionale?
Ci piacerebbe sapere, dall’esimio studioso, cosa abbia imparato (se corrisponde al vero!) dalla sua militanza giovanile nel P.C.I. e P.S.I., viste le continue piroette ideali, oppure, se l’essere iscritto a quelle organizzazioni, fosse solo, un modo per farsi pubblicità e farsi conoscere.
Foto di copertina di Camila Quintero Franco