di MOWA
«Noi rifiutiamo che a pagare siano i soliti, gli operai, le masse popolari. E riteniamo che se sacrifici devono essere, e tutti in maniera proporzionata vi devono contribuire, debbono contribuire a raggiungere determinati traguardi, non a far tornare indietro il Paese» (ENRICO BERLINGUER)
Bisogna premettere che la cosa più importante in assoluto è la tutela della salute delle persone tutte, soprattutto a fronte della pandemia che ci si trova a dover affrontare da diversi mesi, e che, per questo, sarebbe opportuno abolire i brevetti dei vaccini, proprio per un bene collettivo più alto che non è, dunque, l’interesse delle varie multinazionali farmaceutiche.
In quest’ottica, importante è seguire, da parte di tutti, le disposizioni di legge sull’uso delle mascherine, il distanziamento sociale, la limitazione della circolazione o manifestazioni che possano inficiare lo sforzo di debellamento della forma virale. Per realizzare questo deve esserci collaborazione su tutti i fronti da parte dei vari soggetti in campo, ma domenica tutto ciò a Milano è stato, bellamente, disatteso da coloro che hanno scorazzato per le vie della città e si sono radunati in piazza del Duomo.
In questa tragica situazione i partiti della cosiddetta seconda (o terza?) Repubblica sono quanto di più deleterio si possa avere per la democrazia, non solo perché sono il prodotto artificiale di una lobby massocapitalista ma, anche, per i danni che arrecano ai valori costitutivi con continue rappresaglie culturali che minano le fondamenta della stabilità del Paese.
Sono sin troppo evidenti e sotto gli occhi di tutti le schizofreniche posizioni dei vari partiti che – a turno – passano da un versante all’altro della politica tanto da creare non solo malumore tra i cittadini ma, anche, instabilità comportamentale di chi cerca di seguirli in quel zig-zagato percorso, sempre che ve ne sia uno serio.
Uno degli ultimi esempi di questa schizofrenia politica è stata la citata manifestazione dei trentamila in piazza del Duomo a Milano dopo la vincita dello scudetto di una squadra di calcio. Chi prima voleva il “liberi tutti”, nonostante la pandemia da Covid, è passato sul versante opposto, accusando il Sindaco di eccessivo permissivismo verso i tifosi neroazzurri (che con il loro comportamento attentano alla salute pubblica). L’opportunista politico si è dimenticato di dire che l’ordine pubblico spetta al Prefetto il quale ha dato una sua valutazione. Opinabile, certamente, decisamente opinabile, ma pur sempre una valutazione e che così ha agito per evitare incidenti (con probabili scontri di piazza) con i tifosi. Ma spingere l’attenzione mediatica su determinati fenomeni che non sono quelli dei bisogni sociali delle persone (come lavoro, sanità, istruzione, ricerca…) potrebbe trasformarsi in un boomerang e, infatti, alcuni giornalisti si sono accorti che alcune persone presenti nella piazza appartenevano al suo schieramento politico e, come un fulmine hanno tergiversato sull’argomento.
L’aver criticato i trentamila dissennati scesi in piazza a Milano non è stato per tutelare la salute di chi si trovava ad essere più fragile di fronte all’emergenza Covid ma per calcolo elettoralistico che non darà, probabilmente, una mano al parlamentare (forse, milanista “incarognito” per lo scudetto ad altra squadra) perché buona parte dei tifosi erano, quasi, sicuramente parte della platea ideologica del suo schieramento e sentendosi bacchettati cercheranno altri porti.
Un ex ministro dell’interno che, ora, si trova sul tavolo della Magistratura per reati pesanti come il sequestro di persona che lo ha fatto scendere nei sondaggi e ha fatto avanzare altri candidati.
Un ping-pong politico che non salva praticamente nessuno degli attuali partiti che temono solo una cosa: che le persone per bene si riapproprino del loro futuro e ritornino ad essere protagoniste del loro destino, dei loro sogni, sgombri da nebbie fatte di proclami avulsi e privi di sensato pragmatismo.
Questo è il motivo per cui si trovano politici disposti a giocare sul tavolo della politica al rialzo, quel +1, che viene in un “amen” rimangiato appena si accorgono che sta sfuggendo di mano e potrebbe diventare autonomia culturale e, soprattutto, consapevole e determinante forza di un reale e sincero democratico cambiamento del Paese…
Foto di Lisa Keffer