di MOWA
«Più una società si allontana dalla verità”, disse una volta George Orwell, “più odierà coloro che la parlano”. Beh, ecco una verità che il signor Trudeau e la signora Freeland non vogliono sentirlo, odiarlo o no: 42.000 soldati canadesi, per non parlare di 27 milioni di cittadini sovietici, sono morti durante la guerra contro l’Asse. I ricordi devono svanire, perché ora siamo arrivati a questo punto, in cui il nostro governo sostiene un regime violento e razzista a Kiev, direttamente discendente proprio da quel nemico contro il quale il Canada e i suoi alleati hanno combattuto durante la seconda guerra mondiale.» (Michael Jabara Carley, Perché il Canada difende il fascismo ucraino, 9 marzo 2018)
Anche se può sembrare un titolo eccessivamente forte si pensa che corrisponda a quanto stia accadendo nel mondo accademico degli storici per i quali la faticosa ricostruzione di determinati fatti sta assumendo la valenza di una porta girevole servita sul piatto del potere temporale che ne modifica (o quanto meno vorrebbe) funzionalmente la chiave di lettura.
Questo, purtroppo, è accaduto in questo continente con la formalizzazione della “Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa” in cui si sono andati a stravolgere i fatti del patto Molotov-Ribbentrop e le circostanze che spinsero l’Unione Sovietica ad evitare quella che, poi, si concretizzò nell’Operazione Barbarossa. Una sofferenza subita dai popoli slavi con 27 milioni di morti (solo i russi), di cui la metà civili, perché le potenze imperialiste occidentali cercarono, con il nazismo, di impossessarsi di quei territori e impedire la continuazione di un modello comunista in quanto esempio e prototipo esemplare di democrazia dal basso, che non volevano si diffondesse in altre parti del Mondo.
Dice bene lo storico, e figlio dell’ex Cancelliere tedesco Willy Brandt, Peter, quando, intervistato alla trasmissione pubblica di sabato 26 giugno, tg3 Mondo (che si trova a minuti -3′ 07” dalla fine) ha fatto un’ importante dichiarazione a favore del popolo russo e dei popoli slavi, rimettendo in ordine quelle che furono le motivazioni che spinsero i dirigenti sovietici a tali scelte che erano quelle, in buona sostanza di ritardare i piani dei nazisti contro l’URSS.
Si suggerisce, per avere ulteriore e fedele ricostruzione nel merito di quanto accaduto in quell’esatta circostanza, di leggere un bell’articolo del professore di storia all’Università di Montréal – che ha pubblicato numerosi studi sulle relazioni sovietiche con l’Occidente – Michael Jabara Carley dal titolo “La Giornata della Vittoria russa (o la storia della Seconda Guerra Mondiale che non si sente spesso in Occidente)” dove si chiariscono le motivazioni che portarono a tale conclusione. Una circostanza che “squalifica” la suddetta motivazione del Parlamento europeo e che dovrebbe essere cancellata immediatamente per palese ignoranza e incompetenza e per non portare acqua alla stupidità revanscista.
Il professor Carley riporta alcuni aspetti che gli europei forse hanno dimenticato o mai saputo perché oscurate dal mainstream e cioè che:
“Non appena la guerra finì, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti iniziarono a pensare ad un’altra guerra, questa volta contro l’Unione Sovietica. Nel maggio 1945 l’alto comando britannico ideò l’Operazione “Unthinkable”, un piano top secret per un’offensiva, rinforzata dai prigionieri di guerra tedeschi, contro l’Armata Rossa. Che bastardi ingrati. Nel settembre 1945, gli americani previdero l’uso di 204 bombe atomiche [in inglese] per distruggere l’Unione Sovietica. Il padrino, il Presidente Roosevelt, era morto in aprile, e in poche settimane i sovietofobi americani invertirono la sua politica. La grande alleanza fu solo una tregua in una Guerra Fredda che era iniziata dopo la presa del potere bolscevica nel novembre del 1917, e che riprese nel 1945.”
E se tale citazione storica, mai smentita da alcuno, corrisponde al vero, perché allora non fare una risoluzione europea contro la Gran Bretagna e gli Stati Uniti per aver ideato l’Operazione “Unthinkable” che prevedeva – alla faccia dei democratici e civili occidentali – “l’uso di 204 bombe atomiche [in inglese] per distruggere l’Unione Sovietica“?
Quale è il parametro utilizzato da chi ha ideato e votato quella Risoluzione del Parlamento europeo, nel 19 settembre 2019, che non tiene conto da chi e da dove arrivava il pericolo e di chi era il vero nemico di milioni di persone?
Si è convinti che non vi sia stata buona fede da parte dei parlamentari europei ma determinata volontà a mistificare i fatti accaduti che andranno a creare, se non cancellati con una riga rossa (come si faceva a scuola per evidenziare gli errori da correggere) disordine mentale ma, soprattutto, cronistoricità che è molto peggio!
La disgrazia di questi parlamentari è, però, che non tutti hanno subito trattamenti lobotomizzanti e, perciò…