di MOWA
«Nel paese della bugia, la verità è una malattia.»
(Gianni Rodari))
Quante persone, oggi, che si credono fasciste, non sanno cosa sia stato e cosa abbia voluto dire tale cultura, peggio, ancora, se fosse stata portata avanti dalle donne perché sarebbe la negazione di se stesse come valore integrante e arricchente del patrimonio umano.
Un esempio per tutti, per capire cosa pensavano (pensano) i fascisti delle donne nel ventennio, è quanto affermato dal loro capo indiscusso, Benito Mussolini, in quanto non lascia dubbi sulla subordinazione al maschio se non addirittura la negazione della sua totale capacità espressiva:
«Io credo che la donna non abbia grande potere di sintesi, che quindi sia negata alle grandi creazioni spirituali.» [Tratto da: Il dizionario mussoliniano – Mille affermazioni e definizioni del duce – di Bruno Biancini ed. Hoepli – pag. 65 – Donna (vedi anche: Donne fasciste Maternità)]
Una cultura fascista che ha attecchito, purtroppo, in molti odierni giovani con preferenze sessuali non consone a quel regime e che allora sarebbero state perseguite ferocemente dal sistema dittatoriale e che ora mentono a loro stessi soffocando con l’ideologismo la pulsione dell’amore.
Cultura fascista che mente come principio generale a tutto e a tutti anche se, poi, mette a conduzione di partiti donne ma che dimostra la sua vera essenza in altre cose più importanti quale (in primis) il tradimento della Costituzione italiana o il fare dietro front sulle proprie dichiarazioni d’intenti come ha fatto, ad esempio, di recente Claudio Durigon.
Una cultura, quella fascista, che ha da sempre dimostrato più di un volto pubblico e che, non a caso, ha avuto grandi bugiardi come mentori e/o sponsor al suo interno come lo furono (e sono) i massoni delle varie obbedienze dove, anch’essi, negano di essere stati il supporto a tali opportunità ideologiche. Caso emblematico di cronaca conosciuto, grazie alle indagini giuidiziarie e alla tenacia dell’associazione vittime delle stragi, è quella di Licio Gelli della Loggia massonica P2.
Come dimenticare, d’altronde, le parole del leghista Mario Borghezio venute alla ribalta solo grazie ad una telecamera nascosta durante una riunione e in qualità di ospite d’onore del meeting organizzato da Nissa Rebela, movimento di estrema destra francese durante il quale spiega come arrivare ai gradini alti delle istituzioni grazie all’infiltrazione e, quindi, mentire le vere opinioni per riconquistare il potere:
“Occorre insistere molto sul lato regionalista del movimento. Certo, ma ci sono buone maniere per non essere etichettati come fascisti nostalgici, ma come un movimento regionale, cattolico, eccetera… ma, sotto sotto rimanere sempre gli stessi.”
Cultura della menzogna che si tramanda di bocca in bocca sino a modificarne i tratti effettivamente successi della Storia come ben insegnato dal gerarca nazista (politico e giornalista) Paul Joseph Goebbels che sosteneva spudoratamente:
“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità.”
Infatti, quanti fascisti, o pseudo tali, ripetono a pappagallo le lodi delle cose fatte dal fascismo come l’istituzione delle pensioni, la bonifica delle paludi, le case agli italiani e altre bufale da storiografia da bar fatta diventare linguaggio pubblico ma completamente priva di fondamento. Cosa certa, invece, è quel che fecero di certo e non smisero mai di fare e cioè gli omicidi di gente onesta come, ad es., Giacomo Matteotti che aveva trovato le prove dei traffici con il petrolio dei leader mussoliniani sino ad arrivare alle stragi di Piazza Fontana, Italicus, Stazione di Bologna ecc.
Foto di Ashkan Forouzani