di MOWA
«Il mio atteggiamento deriva dal sapere che a battere la testa contro il muro è la testa a rompersi e non il muro.» (Antonio Gramsci)
Le trasmissioni televisive che parlano di politica, in questo periodo di crisi economica e, soprattutto, politica, sfiniscono la pazienza di ogni persona di senno che sta guardando per avere notizie, perché dimostrano, plasticamente, che sono stati gettati alle ortiche secoli di studi filosofici, scientifici… del genere umano che avrebbe dovuto progredire civilmente, ma, ascoltando gli sproloqui, viene dimostrato il contrario.
Sono trasmissioni che esibiscono… il peggio del peggio e dimostrano come il degrado della logica sia sceso ai minimi termini lasciando il posto alla violenza (a volte palese e a volte celata dietro false facciate) dei portatori di quelle false certezze di chi si ritiene sapiente e tombando la passione socratica del dubbio scettico e assoluto.
E, forse, le colpe risalgono, anche, a chi volle “liberalizzare” le televisioni commerciali che guardavano più al guadagno facile – tutto e subito, piuttosto che al futuro intellettuale delle nuove generazioni che fruivano di quei messaggi di prodotti reclamizzati. Fatto sta che l’imbarbarimento del dialogo in quelle trasmissioni televisive ( che in questo modo diventano divulgatori di stili di vita ) ha un livello così rasoterra da far arrossire, persino, la cosiddetta “casalinga di Voghera” [1], elevando, quest’ultima, a straordinaria intellettuale.
È anche vero che la scolarità complessiva è diminuita e il sistema di programmazione degli studi è cambiato notevolmente tanto da sfornare, spesso, analfabeti di ritorno perché, purtroppo, i ministri all’istruzione dopo i quattro mandati di Franca Falcucci (1982-!987), che aveva messo in atto una riforma della scuola con la “S” maiuscola per la popolazione italiana, hanno fatto scempio delle conoscenze e dell’apprendimento dei suoi cittadini tanto da obbligarli a spiaggiare verso altri lidi.
Un buon politico avrebbe il compito primario di portare ad elevare il maggior numero di cittadini indirizzandoli a frequentare una scuola di qualità (pubblica onde evitare logiche élitarie) dando strumenti al sistema Paese per trarne i massimi profitti a favore della collettività.
Invece, in questi ultimi 30/40 anni, è stato realizzato l’esatto contrario di quanto si sarebbe dovuto fare e sono state portate avanti politiche a tutto vantaggio dei privati costruendo una ulteriore demarcazione di classe (in barba alla Costituzione) e portando ad uno scadimento generalizzato del quid intellettivo generale e, obbligando, quei meritevoli a fuggire all’estero per impiegare quei posti che avrebbero diritto ad avere in Patria o entrando nel Mondo del perenne precariato (se gli va bene) o, altrimenti, subire una vita di ingiustificate frustrazioni.
[1] https://electomagazine.it/perche-si-dice-la-casalinga-di-voghera-lorigine-del-detto/
Foto di Ajeet Mestry