di MOWA
«Anche l’ipocrita ha tre segni di riconoscimento: quando parla, mente; quando promette, manca alla promessa data; quando ci si fida di lui, tradisce.» (Maometto)
Quanta ipocrisia e quanta faccia tosta hanno molti politici italiani filo-occidentali che fingono di stracciarsi le vesti nei vari programmi televisivi ma, nel contempo, attaccano, gli “antagonisti” suggerendo ai telespettatori di non fidarsi dell’avversario che, secondo loro, è bugiardo, e non dice la verità sugli aumenti del gas. Poi, se si va a scavare nella “memoria” del web si scopre che gli aumenti del gas di oggi erano stati decisi, da questi poco onorevoli personaggi pubblici, diversi anni fa (2019) e che furono “imposti” all’Europa dal segretario all’Energia USA, Rick Perry, in persona, colui che era dentro la politica dell’America First di Donald Trump.
Cosa aveva condiviso e portato avanti, nel merito, il segretario all’Energia Perry, con quel collante ideologico-culturale degli USA e cioè l’Aspen Institute Italia? Semplice. Sostenere il gas naturale liquefatto perchè era «una priorità per il presidente Trump e per il governo americano».
Quindi, Perry insieme a quel think thank (Aspen Institute Italia presieduto da Giulio Tremonti) pieni di membri sia italiani che internazionali, aveva, prima previsto, e poi stabilito che gli USA dovevano arrivare ad esportare il 50% di gas Lng in più verso l’Europa entro il 2030. Ecco, allora, saltare fuori la notizia che l’Ambasciata d’Italia aveva ospitato la conferenza organizzata dall’Aspen Institute Italia con il precipuo scopo di pianificare che il Nord Stream 2 doveva cessare subito di erogare gas russo sino ad arrivare alla chiusura della pipeline che collega la Russia all’Europa. Perry, dichiarava, in quell’occasione, che “al momento undici paesi europei dipendono per il 75% del loro approvvigionamento energetico dal gas russo” ma che questa percentuale doveva scendere a favore delle quote di mercato per il gas americano. Inoltre, in Europa, gli USA, avevano previsto di far arrivare navi cargo con il conteso gas Lng; l’Italia (guarda un po’ la coincidenza con le scelte del governo Draghi) in tre terminal attivi. E (sempre per coincidenza proprio con il governo dei “migliori”) si sapeva benissimo che, una volta arrivato, il gas liquefatto Usa aveva la necessità, inevitabilmente, di particolari lavorazioni prima dello stoccaggio e che, quindi, successivamente alla degassificazione ci sarebbe stato l’aumento dei costi.
La curiosità (se si può chiamare tale e non invece imbroglio verso la buona fede della popolazione) è che Joe Biden non si è scostato minimamente dalla politica sul gas del predecessore Trump, anzi, sta facendo ponti d’oro alle compagnie USA su tale scelta come, ad esempio, le politiche fiscali di detassazione da parte dell’amministrazione per le aziende produttrici ed esportatrici di gas Lng.
La domanda semplice, semplice, da fare a tutti coloro che hanno sposato le politiche di Draghi (a partire dalla Meloni [1] che fingeva di essere all’opposizione al suo governo mentre ora dichiara che, se dovesse vincere le elezioni, porterà avanti l’agenda del banchiere sino ad Enrico Letta che partecipa all’Aspen Institute Italia)[2] è quale futuro possa mai esserci per l’Europa, che ha sposato in toto la tesi di mero contrasto alla Russia, e non quella della diplomazia se non quello di un harakiri economico e sociale che porterà alla distruzione del paese.
NOTE
[2] https://www.ilmessaggero.it/home/enrico_letta_governo-196353.html