di MOWA
«Nera camicia nera, che noi abbiam lavata, non sei di marca buona, ti sei ritirata
si sa, la moda cambia quasi ogni mese, ora per il fascista s’addice il borghese» (brano firmato Franco Antonicelli “Festa d’aprile”, cantato dal trio toscano De’ Soda Sisters)
L’altro giorno, 13 ottobre 2022, grazie a striscianti golpe istituzionali (dal “mattarellum” all’ultimo “rosatellum” e all’incuria di molti), si è consumata l’ennesima spallata alla Repubblica nata dalla Resistenza al nazifascismo.
Infatti, è stato designato, come seconda carica dello Stato, Ignazio Benito Maria La Russa.
Una figura con un passato più che chiaro per il ruolo avuto di indefesso “soldato” di quell’equivoco potere che ora lo premia restituendogli i favori. [1]
A nulla sono servite le toccanti parole pronunciate dalla senatrice Liliana Segre che, nel suo discorso di apertura della nuova legislatura, [2] cercava, di rilanciare i valori antifascisti anche parlando delle ricorrenze che richiamano un non lontano buio passato nel vano tentativo, forse, di rinfrescare la memoria degli italiani su quanto accaduto e che lei stessa ha dovuto subire per colpa di una cultura innaturale, ignobile e razzista pagata a caro prezzo con altri milioni di persone. Sperando, forse, in un sussulto di orgoglio morale ed etico degli astanti eletti ha ricordato, anche, l’inferno attraversato con la deportazione nei campi di concentramento, le sevizie subite e il grande dolore per la perdita dei propri cari in quei luoghi di crudeltà.
Invece, probabilmente, una fitta al cuore, per la senatrice, quando hanno eletto, come seconda carica dello Stato, proprio il fedele seguace dell’ufficiale che firmò la fucilazione di partigiani o la legge razzista che imprigionò, anche, la sua famiglia: Giorgio Almirante. [3]
Un voto che ha fatto cadere, definitivamente quel velo di ipocrisia e falsità su chi siano, in realtà, costoro e cioè figliastri e nipoti di un potere che si muove dietro le quinte, che veste griffato ma che, sotto sotto, ha la pelle nera come la pece, fieri del loro ideale (?!) poco conciliante con la democrazia che li ha sopportati sinora senza comprenderne l’insidia dell’agire e il progressismo ideologico verso l’autoritarismo.
Il primo insulto che faranno a quegli italiani, di cui tanto la destra si riempie la bocca, sarà l’ennesimo giuramento di fedeltà e rispetto alla Costituzione antifascista, proprio quella Costituzione che hanno affermato di voler modificare.
Si invitano i democratici e i sinceri antifascisti a non disperare ma ad organizzarsi in ogni angolo del paese per non lasciare che la storia più buia del Paese Italia si ripeta a svantaggio di chi l’ha liberata ed iniziando dal tutelare i libri di storia affinchè non vengano presi d’assalto nei contenuti attraverso una revisione orwellina.
Aggiornamento.
A far compagnia a Ignazio La Russa, come Presidente dell’altra camera, è stato eletto, Lorenzo Fontana, il quale dichiara, nel discorso del suo insediamento, di voler essere il “garante delle minoranze” ma, viste le sue rigidità ideologiche pregresse, c’è da chiedersi a quali minoranze faccia riferimento. [4]
E visto che è un “supercattolico”, con anima clericale e tradizionalista lefebvriana, [5] con rapporti tra l’estrema destra e la Lega, gli rammentiamo quello che Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.»
NOTE
[1]
POVERA ITALIA #MATRICE pic.twitter.com/V7mBySlsTh
— Fabio.C.(Fondeur Rete Italiana Antifascista) (@Italiantifa) October 13, 2022
[2] https://www.strisciarossa.it/il-discorso-di-liliana-segre-al-senato-xix-legislatura/
Foto di dimitrisvetsikas1969 / 17998