di MOWA
«Io non ho paura di un esercito di leoni, se sono condotti da una pecora. Io temo un esercito di pecore, se sono condotte da un leone.» (Alessandro Magno)
Si presenta l’ennesimo attacco, da parte del potere, all’impianto democratico della Costituzione sorta dalla Resistenza al nazifascismo e si concretizza con la proposta di autonomia (che una volta passata sarà irreversibile) del leghista Roberto Calderoli, [1] lo stesso che aveva ideato (bocciato, ovviamente, dalla Corte costituzionale) il famoso sistema elettorale denominato “porcellum” che minava la rappresentatività popolare in parlamento.
Si può dire, senza ombra di smentita, che quanto sta avvenendo in Italia in queste ore e già anticipato in altre occasioni [2], sia la continuità di quanto affermato dai proprietari della banca statunitense J.P.Morgan, (riportato nel report del 28 maggio 2013) che dicevano che le cause della crisi economica in Europa erano da ricercarsi, non nei limiti strutturali del sistema capitalistico, ma nei sistemi politici dei paesi europei del Sud e soprattutto nelle loro Costituzioni, che risentivano troppo delle idee socialiste e antifasciste del dopoguerra; ovvero:
«Quando la crisi è iniziata era diffusa l’idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica (…). Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea»
Un potere subdolo che si prefigge il dominio sulle persone utilizzando le contraddizioni di alcune formazioni partitiche che, spesso, alimenta per arrivare al suo scopo originario.
Un esempio dei tanti “lavori” eterodiretti perpetrati dal potere viene ben descritto nelle conclusioni dell’articolo di Rossella Guadagnini, su MicroMega, dal titolo “Stato-mafia, l’origine del patto: Portella della Ginestra e Salvatore Giuliano”, il 14 gennaio 2013, dove si sostiene che:
«“C’è una continuità storica – sottolinea Casarrubea – segnata da una serie di stragi che, a partire da Portella della Ginestra, hanno costruito un percorso di azione politica eversiva, volta a ottenere risultati attraverso una lotta politica non ortodossa e sotterranea. Noi abbiamo costantemente registrato una connessione tra l’azione dei servizi segreti, prima il Sis poi il Sifar e il Sismi, con altri livelli di azione dello Stato, legati per un verso al governo nazionale, per l’altro al mondo di Cosa nostra. Si è trattato di un’interazione in cui hanno agito, in modo organico, tre soggetti diversi: elementi del mondo criminale, dominato dalla mafia, che ha funzionato come una sorta di sistema solare rispetto alle orbite del mondo criminale circostante; servizi segreti italiani, dominati a loro volta da quelli americani, Oss e poi Cia; mentre il terzo soggetto è il potere politico”.
Un potere che non è mai stato autonomo rispetto a queste entità, ma “ha interagito in modo organico con esse – conclude lo studioso – Tanto che parlare di Cosa nostra come di un corpo separato è un errore storiografico: è dimostrato che esistono intese costanti nel tempo, che conducono fino alla vicenda di Falcone e Borsellino, e non nascono in una notte dell’estate del ’92. Connessioni che sono negate e continuano a esserlo anche oggi”. Il risultato è che i mandanti della strage di Portella della Ginestra non si conoscono a distanza di quasi 70 anni. Non c’è alcuna verità ufficiale. “Cosa sono queste stragi – chiede Casarrubea – se non la manifestazione di un intervento armato su inermi cittadini?”. Un intervento che, dopo ogni crimine efferato, cerca costantemente le vie del silenzio e della compromissione. E riesce a trovarle.»
Si pensi, poi, al “lavoro” svolto, nel tempo, dalla massoneria internazionale che, attraverso una delle sue “filiali”, la loggia P2, ha inciso pesantemente sul cambiamento, anche, dell’assetto costituzionale italiano. Per schiarirsi le idee sarebbe sufficiente confrontare il Piano di Rinascita [3] con l’attuale composizione parlamentare che ne è una fotocopia, quasi, sovrapponibile. Gli attuali governanti meloniani, infatti, persistono nel chiedere la svolta verso il presidenzialismo che è la realizzazione di un ulteriore desiderio del potere massocapitalistico.
La realizzazione della richiesta del sistema presidenziale prosegue per tappe intermedie, esempio ne è il già avvenuto stravolgimento dei poteri regionali con il cosiddetto “tatarellum” (dal missino Giuseppe Tatarella), legge del 23 febbraio 1995 che portò a modificare, in senso maggioritario e presidenziale, il sistema elettorale delle regioni italiane proprio con lo scopo, poi, di ampliare questo stesso sistema con la costruzione di una maggioranza in Parlamento.
Da questa sintetica esposizione dei fatti si comprende bene che le logiche di attuazione dell’automia regionale, voluta dai leghisti, non è in antitesi con i progetti nazionali, a lungo termine, di Forza Italia o Fratelli d’Italia che hanno uno scopo, ben peggiore, infatti mirano a modificare, in modo irreversibile come sostenuto sia da Villone [4] che dai sindacati confederali [5], la Costituzione sino ad arrivare alla realizzazione di quanto voluto e desiderato proprio dalla banca statunitense J.P.Morgan, quella che sostiene che lo sviluppo, dal dopoguerra, per i loro progetti, risente troppo delle idee socialiste e antifasciste e quindi è da cosiderarsi troppo democratico…
Con queste premesse di attacco alla democrazia, la popolazione democratica deve allertarsi e prepararsi a difendere, davvero, la Costituzione antifascista del 1948 se non vuole ritrovarsi, definitivamente, a vivere in un paese che di democratico avrà solo il nome!
NOTE
[1] Calderoli-Tucciarelli proposta autonomia-2022-11-03 pdf
[2] https://www.iskrae.eu/appello-al-democratico-popolo-italiano-e-a-tutti-gli-antifascisti/
[3] https://www.archivioantimafia.org/p2/piano_rinascita_democratica.pdf pdf
Foto di Karolina Grabowska