di MOWA
«Dai potenti vengono gli uomini più malvagi.» (Socrate)
Incredibile come le “coincidenze” storiche si sovrappongano una all’altra mettendo in scena un brutto spettacolo politico su scala planetaria.
Quanto sta accadendo nel Parlamento europeo sembra la replica di uno show già visto tempo addietro in altri luoghi e a cui il regista ha cambiato solo la scenografia e gli attori mantenendo sia la stessa partitura che la stessa trama; sulla scena, infatti, si alternano corrotti e corruttori, banche e conti bancari e così via. Una tresca, quella del “qatargate” europeo, che affligge parte della popolazione che ha votato costoro come propri rappresentanti alle elezioni e che, per questo, si è sentita parte in causa e “responsabile”, anche se passiva, per non aver avuto sentore di cotanta vigliaccheria da parte di quei personaggi abietti che fanno, in questo modo, sfumare sogni e speranze di migliorare un già così tanto devastato e depravato sistema. Quindi tanta rabbia in corpo per quel credito riposto male (e che ha origini lontane), oliato, da chi di gestione del potere se ne intende benissimo.
Si ricorda che negli anni ’60 – ’80, del secolo scorso, vi era un network internazionale neofascista (in Italia aderiva Ordine nuovo di Pino Rauti, [1] padre di Isabella e suocero di Gianni Alemanno [2]) sovvenzionato, anche, dalla Cia che aveva pianificato un piano denominato “Chaos” con obiettivi destabilizzanti dell’ordine costituito di diversi paesi il cui resoconto è ben descritto nel libro “The Italy project – storia dell’eversione atlantica tra mafie, terrorismo e massoneria” di Franco Fracassi e Paola Pentimella Testa:
«Noi pensiamo che la prima parte della nostra azione politica debba essere quella di favorire l’installazione del caos in tutte le strutture del regime. È necessario cominciare con minare l’economia dello Stato per giungere a creare confusione in tutto l’apparato legale. Questo porterà a una situazione di forte tensione politica, di paura nel mondo industriale, di antipatia verso il governo e tutti i partiti; in questa prospettiva deve essere pronto un organismo efficace capace di riunire attorno a sé gli scontenti di ogni classe sociale: una vasta marea per fare la nostra rivoluzione. A nostro avviso la prima azione che dobbiamo lanciare è la distruzione delle strutture dello Stato sotto copertura dell’azione dei comunisti e dei filocinesi. Noi, d’altronde, abbiamo già elementi infiltrati, in tutti questi gruppi. Ciò creerà un sentimento di antipatia verso coloro che minacciano la pace di ciascuno o della nazione. A partire da questa situazione noi dovremo rientrare in azione nei quadri dell’esercito, della magistratura, della Chiesa al fine di agire sull’opinione pubblica, d’indicare una soluzione, dimostrare la carenza e l’incapacità dell’apparato legale costituito e di farci apparire come i soli a poter fornire una soluzione sociale politica ed economica adatta al momento. La prima fase è dunque questa: infiltrazione, informazione e pressione dei nostri elementi sui nuclei vitali dello Stato per costringere l’esercito, la magistratura, la Chiesa e il mondo industriale ad agire contro la sovversione.» [pagg. 75, 76]
Per comprendere gli intenti dei neofascisti è importante riascoltare le parole pronunciate il 7 dicembre 1963 da William Westmoreland, capo del controspionaggio USA, che, parlando del documento dal titolo “Depistaggi”, spiegava come nell’appendice, dello stesso, la FM 30-31A e FM 30-31B venisse evidenziato il ruolo della potenza mondiale da lui rappresentata e come questa non si preoccupasse minimamente delle conseguenze delle azioni compiute per la popolazione in generale ed europea in particolare:
«L’America non dovrà mai farsi intimidire da nessuno. Tantomeno dai comunisti. Abbiamo i mezzi per farlo. Questo piano prevede l’attacco, con qualsiasi mezzo. Ovviamente, noi non ne sapremo mai nulla. Gettare la colpa su altri per poter avere le mani libere di agire come ci pare, in tutto il mondo.[…] I servizi segreti degli Stati Uniti devono avere i mezzi per lanciare operazioni speciali che convincano i governi ospiti e l’opinione pubblica della realtà del pericolo insurrezionale. Allo scopo di raggiungere questo obiettivo, i servizi americani devono cercare d’infiltrare gli insorti per mezzo di agenti in missione speciale che devono formare gruppi d’azione speciale tra gli elementi più radicali (…) Nel caso non sia possibile infiltrare con successo tali agenti al vertice dei ribelli, può essere utile strumentalizzare per i propri fini organizzazioni di estrema sinistra per raggiungere gli scopi descritti sopra (…) Queste operazioni speciali devono rimanere rigorosamente segrete. Solamente le persone che agiscono contro l’insurrezione rivoluzionaria conosceranno il coinvolgimento dell’esercito americano negli affari interni di un Paese alleato.» [pagg. 58, 59]
Dopo questi propositi espressi nel documento, in diversi Stati (dal Sudamerica al Giappone, dalla California alla Grecia, dalla Germania al Sudafrica) si sono poi susseguite stragi, golpe, violenze di piazza, omicidi terroristici con, ovviamente, il coinvolgimento di soggetti estranei allo scopo di confondere gli inquirenti nelle indagini con programmati depistaggi. Un mix di confusione generale dove tutti e/o nessuno potevano essere tirati in ballo. La regia era ben congeniata tanto da infiltrare, anche, in organizzazioni politiche soggetti dal basso profilo morale o etico con lo scopo di far diventare l’organizzazione stessa facilmente ricattabile se non accettava le condizioni impartire dal regista. Ricordate la stagione di “mani pulite” (Tangentopoli) in Italia quando si è scoperto che moltissimi avevano accettato la regola del sistema corrotto? Ma si potrebbe estendere il problema a molti altri paesi del Mondo dove, con le stesse e identiche dinamiche, sono state scalzate istituzioni solide e non “allineate” con chi detiene la funzione di regista. Ecco il motivo per costruire un piano culturale onesto, fuori da questo paradigma e per non essere o diventare, quindi, prigionieri di un meccanismo che stritola principi e virtù creando caos e rubando futuro e democrazia.
NOTE
[1] https://www.treccani.it/enciclopedia/pino-rauti/
[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Gianni_Alemanno
Foto di Karolina Grabowska