di MOWA
«Un bel giorno il partito avrebbe proclamato che due più due fa cinque, e voi avreste dovuto crederci. Era inevitabile che prima o poi succedesse, era nella logica stessa delle premesse su cui si basava il Partito» (George Orwell)
“Anno nuovo vita nuova”, recita un proverbio nato dalla saggezza popolare, e che da speranza a chi avrebbe il desiderio e la determinazione di voltare pagina e cambiare le cose che non vanno. Ma, per questo 2023, bisognerà attendere che eventi, veramente nuovi, ridiano vita a quell’ottimismo popolare che, in realtà, nel tempo, ha accettato una perversa sorte che si è fatta beffa del tempo e dei desideri degli uomini che, invece, vorrebbero riscattare la propria miseria.
Infatti, piovono sul groppone di milioni di persone, proprio come le piaghe d’Egitto, le peggiori sciagure, affossando i propositi di un sensibile positivo cambiamento del loro vivere quotidiano. Non va bene ai pensionati che vengono privati di fette della pensione destinate a fini meno nobili. Non va bene a chi percepiva il reddito di cittadinanza perché durerà solo qualche mese, con l’aggravante che il Governo ha eliminato, nella manovra di bilancio, la specifica di congruità per un posto di lavoro e, quindi, ci sarà la possibilità di perderlo ancor prima della scadenza. Non va bene alla giustizia perché cambieranno le norme sulle indagini e sulle intercettazioni dei magistrati anche peggiorando le normative che vedranno liberi i corrotti o i corruttori in nome di uno “snellimento” giudiziario che fa già rabbrividire chi attende correttezza. Non va bene a questa povera Repubblica che si vede, per l’ennesima volta, minacciata da stravolgimenti costituzionali tanto da squassare i saldi principi della prima Carta di cui vanno fieri gli italiani nel Mondo per la lungimiranza sociale che le è fondamento.
Un anno nuovo che parte a passo di gambero riportando il Paese a periodi bui della Storia italiana, quando le classi sociali benestanti facevano sfoggio e vanto della loro posizione e si attorniavano di ogni specie di adulatori, mascalzoni o pessimi consiglieri con il fine di trarre sempre vantaggi consumando ingiustizie e sperequazioni.
Qualche avvisaglia di siffatto sfacelo etico-civile che si profila all’orizzonte è trapelata grazie ad attenti internauti che hanno fatto rilevare le mendaci dichiarazioni della Meloni che ha definito, nell’incontro di fine anno con i giornalisti, l’Msi , un “partito sempre contro la violenza politica” ridisegnando la propria storia e rimuovendo, in questo modo, dalla memoria i pessimi episodi [1] [2] verificatesi nel passato e, anche, la semplice annotazione di Eugenio Occorsio su un giornale. [3]
E quindi, ormai, proprio tutto viene traformato, anche il passato, e come dice George Orwell
«In fin dei conti come facciamo a sapere che due più due fa quattro? O che la forza di gravità esiste davvero? O che il passato è immutabile? Che cosa succede, se il passato e il mondo esterno esistono solo nella vostra mente e la vostra mente è sotto controllo?»
A questo punto, allora, non ci resta che continuare a sperare che l’“anno nuovo” porti davvero il risveglio delle coscienze per una vita nuova fatta giustizia e di pace tra i popoli.
NOTE
[1]
Qui Giorgio Almirante, ex segretario di redazione della rivista La difesa della razza, leader storico del Msi che Meloni definisce “partito sempre contro la violenza politica”, è il signore con il cappello che guida il raid dei picchiatori fascisti alla Sapienza di Roma nel 1968 pic.twitter.com/mAvVKkT4gn
— Stefano Cappellini (@il_cappellini) December 29, 2022
[3]
#fascisti #Fascismo Oggi in prima di @repubblica la testimonianza di @EugenioOccorsio, che ricorda cosa era ordine nuovo di Pino Rauti. “A beneficio della memoria collettiva, in un clima di surreali celebrazioni di Rauti, Almirante, l’Msi e tutto il paraphernalia neofascista”. pic.twitter.com/dLXYq8ANxc
— Mauro Biani (@maurobiani) December 28, 2022